“Ho una grande moto – dice Giò – anche se è targata Brescia!” ribadendo l’ancestrale derby tra la scuola bergamasca e quella bresciana. “Giovanni deve stare attento, perché siamo due contro uno” ribatte Passeri. “Non c’è problema, non sono razzista” scherza Sala.
Il morale è alto, l’entusiasmo è quello di sempre, il gruppo è compatto come se fossimo ancora negli anni 90, quando questi tre fenomeni vincevano titoli mondiali e Sei Giorni a raffica. Ma non sarà tutto facile, come ci spiega Stefano Passeri:
“Nessuno di noi si è potuto preparare come avrebbe voluto, perché il tempo tra la notizia di questa nuova gara, la convocazione e la partenza per il Portogallo è stato veramente minimo. Quest’anno la dovremo un po’ inventare, mettendo in pratica quello che siamo in grado di fare”.
A livello fisico come siete messi?
“Il percorso non sarà estremo e faremo solo un giro. Abbiamo tutti più di 50 anni ed è giusto così. Quello che preoccupa tutti noi è il fondo; le moto moderne creeranno canali e buche difficili da affrontare con le nostre moto dell’epoca e questo sarà un po’ il punto chiave della gara”.
Se tu avessi potuto scegliere avresti preferito correre con una moto di oggi?
“No; credo che quando si raggiunge questa età l’aspetto agonistico non deve essere più così rilevante. Vedere noi vecchietti con moto di oggi a confronto con i giovani campioni sinceramente sarebbe un po’ patetico; e neanche giusto, perché toglierebbe valore a quanto fatto nella nostra carriera. Con le moto d’epoca è una sfida più adeguata, che deve essere vissuta con le giuste proporzioni”.
Tornare dopo tanti anni a indossare la Maglia Azzurra che peso ha?
“Sono passati vent’anni da quando abbiamo corso seriamente con i colori dell’Italia e oggi siamo di nuovo qui; è una cosa che ci riempie di orgoglio e per questo abbiamo colto a braccia aperte la chiamata della Federazione. Ma è una maglia che pesa sempre tanto, come ieri. Ci rendiamo conto che rappresentiamo una generazione di enduristi che ha vissuto gli anni d’oro del fuoristrada e ne sentiamo la responsabilità. Abbiamo grandi aspettative, speriamo di riuscire a rispettarle”.
E allora forza Stefano, forza Giò, forza Mario e forza Italia!