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Sei Giorni Veterans: l’Italia in gara con tre Leggende

L’olimpiade dell’enduro è in pieno svolgimento in Portogallo. Dopo il primo giorno comanda l’Australia, con l’Italia terza. Ma domani (13 nov.) scatta il nuovo Trofeo Vintage Veterans, dove l’Italia punta in alto con Sala, Rinaldi e Passeri

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Stefano Passeri, Mario Rinaldi e Gio Sala 

L’edizione 2019 della Six Days sarà ricordata anche per aver ospitato la prima edizione del Trofeo Vintage Veterans, che mette a confronto vecchie glorie dell’enduro mondiale Over 50, in sella a moto di oltre trent’anni. Tutto è nato da un’idea del presidente della FMI Copioli, come iniziativa da lanciare alla Sei Giorni itlaiana del 2020, ma è piaciuta a tal punto al leader della FIM Jorge Viegas da essere introdotta sin da subito.

E la FMI si è mossa in grande stile, mettendo insieme un terzetto che tanto ha dato all’Italia del fuoristrada: Giò Sala, Mario Rinaldi e Stafano Passeri torneranno così a vestire la Maglia Azzurra, sotto le direttive del Team Manager Francesco Mazzoleni. Tre leggende, che sono di diritto nella storia dell’enduro mondiale, forti di tantissimi titoli conquistati in carriera. Inutile dire che partono con l’intenzione di fare molto bene. Mario Rinaldi si schiera con una KTM 350 del 1981, mentre Giò Sala e Stefano Passeri con due KTM 250. Rinaldi e Passeri sono supportati dal Team Toscana Uno di Paolo Acciai, mentre Sala veste i colori di Zaniolo.

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Trofeo Vintage Veterans 2020: la moto di Gio Sala 

Ho una grande moto – dice Giò – anche se è targata Brescia!” ribadendo l’ancestrale derby tra la scuola bergamasca e quella bresciana. “Giovanni deve stare attento, perché siamo due contro uno” ribatte Passeri. “Non c’è problema, non sono razzista” scherza Sala.

Il morale è alto, l’entusiasmo è quello di sempre, il gruppo è compatto come se fossimo ancora negli anni 90, quando questi tre fenomeni vincevano titoli mondiali e Sei Giorni a raffica. Ma non sarà tutto facile, come ci spiega Stefano Passeri:

Nessuno di noi si è potuto preparare come avrebbe voluto, perché il tempo tra la notizia di questa nuova gara, la convocazione e la partenza per il Portogallo è stato veramente minimo. Quest’anno la dovremo un po’ inventare, mettendo in pratica quello che siamo in grado di fare”.

A livello fisico come siete messi?

“Il percorso non sarà estremo e faremo solo un giro. Abbiamo tutti più di 50 anni ed è giusto così. Quello che preoccupa tutti noi è il fondo; le moto moderne creeranno canali e buche difficili da affrontare con le nostre moto dell’epoca e questo sarà un po’ il punto chiave della gara”.

Se tu avessi potuto scegliere avresti preferito correre con una moto di oggi?

No; credo che quando si raggiunge questa età l’aspetto agonistico non deve essere più così rilevante. Vedere noi vecchietti con moto di oggi a confronto con i giovani campioni sinceramente sarebbe un po’ patetico; e neanche giusto, perché toglierebbe valore a quanto fatto nella nostra carriera. Con le moto d’epoca è una sfida più adeguata, che deve essere vissuta con le giuste proporzioni”.

Tornare dopo tanti anni a indossare la Maglia Azzurra che peso ha?

Sono passati vent’anni da quando abbiamo corso seriamente con i colori dell’Italia e oggi siamo di nuovo qui; è una cosa che ci riempie di orgoglio e per questo abbiamo colto a braccia aperte la chiamata della Federazione. Ma è una maglia che pesa sempre tanto, come ieri. Ci rendiamo conto che rappresentiamo una generazione di enduristi che ha vissuto gli anni d’oro del fuoristrada e ne sentiamo la responsabilità. Abbiamo grandi aspettative, speriamo di riuscire a rispettarle”.

E allora forza Stefano, forza Giò, forza Mario e forza Italia!

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Da sinistra: Passeri, Rinaldi, Gori, Gualdani e Sala 

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