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I segreti del motore della nuova Aprilia Tuareg 660

Il motore della nuova Aprilia Tuareg 660 è stretto parente di quello di Tuono e RS 660. È un bicilindrico parallelo fronte marcia. Le modifiche apportate hanno come scopo quello di aumentare il vigore ai medi regimi

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Il motore della nuova Aprilia Tuareg 660 

Il motore della nuova Aprilia Tuareg 660 è stretto parente di quello di Tuono e RS 660. È un bicilindrico parallelo fronte marcia realizzato dalla Casa di Noale sulla base dell’esperienza maturata sul V4. Questa configurazione è stata scelta perché offre molti vantaggi: leggerezza (pesa 57 kg), dimensioni compatte, libertà e flessibilità progettuale, contenimento del peso e dei costi, facilità di smaltimento del calore. Testata, camera di combustione, condotti di testa, cilindri con alesaggio 81 mm, pistoni, buona parte dello schema di lubrificazione e guarnizione tra coppa e basamento derivano dal V4. È alimentato da corpi farfallati ride by wire e ha distribuzione a doppio albero a camme (cavo). Le valvole sono attivate attraverso bicchierini. Quelle di aspirazione hanno diametro di 33 mm, quelle di scarico 26 mm. L’albero motore ha perni di manovella sfalsati di 270° e impone ai pistoni (stampati) una corsa di 63,9 mm, per una cilindrata totale di 659 cc. È presente un contralbero per ridurre le vibrazioni. La frizione è antisaltellamento. Il cambio è a sei rapporti ed è predisposto per la funzione di quickshifting up&down.

I due alberi sono disposti su un piano quasi verticale a favore della compattezza longitudinale. Le differenze esistenti tra l’unità che equipaggia la Tuareg e quella di Tuono e RS hanno come scopo di aumentare il vigore ai medi regimi (a discapito della potenza massima). Sono inoltre presenti varie accortezze per l’utilizzo offroad. L’airbox, ben visibile nel disegno CAD in alto, è del tutto differente. Ospita cornetti di aspirazione molto più lunghi e ha una forma sviluppata verso l’alto che ha permesso sia di avere una bocca di aspirazione molto alta (utile a “pescare” in fuoristrada l’aria più pulita possibile), sia di realizzare un serbatoio a sviluppo molto verticale (si intravede nella pagina di sinistra, in trasparenza). In questo modo la benzina rimane vicina al baricentro con un effetto limitato sulla dinamica di guida sia al variare del volume, sia al variare della sua posizione all’interno del serbatoio, per esempio quando si affrontano pendenze importanti. Inoltre, il serbatoio risulta così ben protetto dal telaio. Un altro effetto di questo layout è la cartuccia filtro in posizione molto accessibile: è sufficiente smontare la cover superiore del serbatoio.

La distribuzione prevede fasatura e alzata differenti e la coppa dell’olio è dedicata, più compatta in altezza. La differenza si nota facilmente confrontando i due disegni CAD del motore (quello in basso si riferisce all’unità Tuono / RS). Lo scarico è dedicato, con lunghezza dei collettori quasi doppia rispetto a RS e Tuono, e diametro differente. Il catalizzatore è stato portato il più vicino possibile alle teste a vantaggio della rapidità di riscaldamento ovvero delle sue dimensioni e peso. È presente una doppia sonda lambda, una per ogni testa, per garantire la calibrazione più accurata possibile. I rapporti del cambio non variano mentre il rapporto di trasmissione finale è più “corto”. Il sistema di raffreddamento, che deve garantire la corretta gestione delle temperature anche in circostanze di utilizzo gravoso in fuoristrada, è stato adeguato con un radiatore più ampio. I valori di picco di potenza e coppia cambiano come segue. La RS 660 esprime 100 CV a 10.500 giri/ min e 67 Nm a 8.500 giri/min. La Tuareg esprime 80 CV e 70 Nm. Il regime al quale vengono raggiunti i valori di picco non è ancora dichiarato.

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