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Scrambler: Borile polemizza con Ducati

La Casa di Vo’ Euganeo (PD) rivendica la paternità dell’idea di “rifare” la Scrambler. Al Salone di Milano del 2011, Umberto Borile ha presentato la gialla B450 Scrambler, a motore monocilindrico con parti Ducati. Ecco il comunicato

Scrambler: borile polemizza con ducati

La Scrambler Ducati è una delle moto regine di Intermot 2014, pare proprio nata bene e riscuote consensi, anche da parte di molti che inizialmente non ne apprezzavano l’idea. Noi ve l’abbiamo presentata, mostrata in foto e video, nonché fatta spiegare da chi l’ha fatta. Ora Borile  polemizza con Ducati a proposito delle rispettive Scrambler (la B450 del Costruttore veneto l’abbiamo pure provata: cliccate qui). Vi lasciamo alla lettura del comunicato, che pubblichiamo integralmente.  

 

Milano, Vò Euganeo. 2 ottobre 2014. Borile Motociclette www.borile.it: una doverosa dichiarazione.

È di questi giorni la presentazione di Ducati della “sua” Scrambler. Come è a tutti noto, e in particolare alla stampa, il nostro progetto Scrambler con motore Borile-Ducati è nato con la piena disponibilità e anche il dichiarato “incoraggiamento” di Ducati stessa, quando Amministratore delegato era Gabriele Del Torchio (poi Ad di Alitalia) e poco prima che la casa di Borgo Panigale fosse ceduta ad Audi.

In Ducati tutti sapevano di questa collaborazione, al punto che si misero a disposizione per fornirci testa e cilindro. Al punto che ci accordammo con Del Torchio e il suo staff tecnico per presentare loro in anteprima e “in segreto” la prima versione della “nostra” Scrambler.

 

Video “amatoriale” girato durante la presentazione della nostra Scrambler a Del Torchio e allo staff tecnico Ducati, nel piazzale della Ducati stessa, con tanto di prova da parte loro! Fino ad oggi lo avevamo ritenuto “privato e riservato” ma considerata la totale indifferenza della Ducati nei nostri confronti, ci sembra doveroso usarlo come testimonianza di quanto raccontato, rispetto del nostro lavoro.

 

 

L'operazione avrebbe comportato la possibilità – questi almeno erano gli intendimenti – di vendere il modello anche nei concessionari Ducati, tant'è che allora – noi eravamo all'inizio della costruzione della nostra rete commerciale – non furono sollevate obiezioni al fatto che il più grande concessionario Ducati d'Italia, quello di Firenze, diventasse anche concessionario Borile, proprio sull'onda della collaborazione in corso e in attesa di ricevere per primo i nuovi modelli della Scrambler Borile-Ducati.

 

Non parliamo di un'era fa, non sono passati più di tre anni. All'Eicma 2011, presentammo il “manichino” della moto alla stampa, con riprese tv e interviste, dopodiché tutti, fior fiore di giornalisti italiani e stranieri, hanno sempre parlato di Scrambler Borile-Ducati, senza che mai Ducati manifestasse alcun problema e soprattutto verificando il crescente interesse che la Scrambler “gialla” (come da tradizione e storia) da noi creata stava sollevando nel pubblico.

Poi, se ne va Del Torchio. Arriva Audi e noi non riusciamo più nemmeno a fissare un incontro e, guarda guarda, qualche mese dopo iniziano a girare le voci di un progetto Scrambler Ducati.

 

Oggi la Scrambler Ducati è stata ufficialmente presentata, gialla, ovviamente più finita, industrialmente più raffinata e affinata rispetto alla nostra ma, l'idea è stata nostra e l'abbiamo svelata a Ducati ben prima che decidessero di rifare la Scrambler.

Non vi nascondiamo che abbiamo atteso questa presentazione, nella speranza fino all'ultimo che qualcuno in Ducati avesse l'attenzione di dirci una parola, anche solo dandoci “un’anteprima”, ma… nulla! 

 

Ne prendiamo atto e oggi vogliamo soltanto raccontare questa storia, senza “piagnistei”, ma per orgoglio di marca, perché è doveroso spiegare i rapporti intercorsi e la “disattenzione” del colosso tedesco verso la piccola impresa italiana.

Lo dobbiamo in primo luogo al genio creativo e all’intuito di Umberto Borile, e nel fondato sospetto di essere stati usati – perché è esattamente così che ci sentiamo – consapevolmente e gratuitamente come “indagine di mercato” e addirittura come “tester".

Dal momento che non si producono moto come le nostre se si è abituati a strizzare l'occhio al quieto conformismo, al lasciar correre, ad una silenziosa e un po' vile convenienza ma soltanto se si è autentici e solidi, se si è orgogliosi del proprio mestiere, se si è sinceri con se stessi e con i consumatori, abbiamo l'obbligo di non fingere noncuranza di fronte a questa poco auspicata novità.

 

Per questo vi abbiamo raccontato l'accaduto. E, poi, abbiamo guardato la nostra Scrambler. E abbiamo capito che la sua produzione, nonostante le difficoltà procurateci, ha più senso di prima. Non occorre avere un occhio particolarmente esperto per capirlo. La nostra è la moto creata dalla passione e dai sogni di un uomo. Arte. 

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