Salt Lake City (STATI UNITI) 31 maggio 2010 – GARA 2 È Doppietta per il binomio tutto italiano Max Biaggi e Aprilia. Il pilota romano ha vinto la seconda manche con un vantaggio di sei secondi sul compagno di squadra Leon Camier che, a sua volta, ha preceduto in volata l'inglese Cal Crutchlow con la Yamaha. Gara 2 è stata di fatto la fotocopia di Gara 1 con le stesse sventure e fortune. Al via è scattato subito in testa Carlos Checa e si è capito che, come in Gara1, nessuno era in grado di contrastarlo. In sei giri lo spagnolo ha accumulato due secondi di vantaggio su Biaggi e da quel momento ha pensato ad amministrare. Purtroppo la sfortuna è ancora in agguato, e ,come in Gara 1, la moto si è ammutolita improvvisamente nel corso del settimo giro, proprio mentre transita sul rettilineo d'arrivo. Da quel momento Biaggi ha avuto via libera e si è potuto tranquillamente involare verso la vittoria e verso la terza doppietta di quest’anno, dopo quella di Portimao e Monza. Una volta stabilito che per la vittoria non c'era nulla da fare, dietro si è scatenata la bagarre per il podio. Dapprima Troy Corser, con la BMW, ha tenuto la posizione, arrivando anche secondo, grazie al ritiro di Checa, ma dal quattordicesimo giro i suoi tempi sono cominciati a salire alla soglia dell'1 e 50", proprio mentre gli avversari si spingevano sull’1 e 49" basso. Giro dopo giro è stato risucchiato da Crutchlow e Noriyuki Haga, quest’ultimo in sella alla Ducati, i quali hanno martellato a lungo, con un ritmo che Corser non poteva tenere. Haga e Crutchlow hanno fatto una bella prova. Il giapponese ha guidato deciso, veloce e sicuro, come non lo vedevamo da tempo, con il suo miglior tempo appena sotto l'1 e 49". Crutchlow ha fatto meglio del compagno di squadra Toseland, finito nella polvere quando, al termine di una bella rimonta, stava attaccando Haga. Nella bagarre a farne le spese è stato Leon Haslam, caduto anche lui mentre aveva nel mirino il connazionale Crutchlow. Una caduta che ci sta tutta nella foga della gara, ma che purtroppo per lui è coincisa con la doppietta di Biaggi. Sono punti preziosi perduti, che fanno retrocedere l'inglese al secondo posto della classifica mondiale, con quindici punti di distacco da Biaggi. Sono pochi, ma, considerato che Biaggi viaggia come un rullo compressore e non commette errori, non sono facili da recuperare. Anche perché Aprilia ha confermato di avere un potenziale velocistico eccellente, con punte costantemente sopra i 300 orari ed il record di Biaggi di 313,7 kmh. Tutto il contrario della Ducati di Checa, che anche in Gara 2 si è confermata come la moto più lenta del lotto, seconda solo alla Kawasaki di Baiocco. Il tratto veloce cronometrato valeva per Checa 6,861 secondi contro i 6,537 di Biaggi. Non sono pochi 3 decimi solo in quel breve tratto di pista. A proposito di punti, non si può non notare che il doppio ritiro ha probabilmente compromesso le residue possibilità di Checa di vincere il titolo. Cinquanta punti lasciati per strada portano il suo distacco dalla testa a 116 lunghezze. Senza i ritiri potevano essere solo 56, tutta un’altra cosa. In Gara 2 Jonathan Rea, con la Honda, ha calmato i suoi bollenti spiriti ed è finito ottavo senza rischiare più del lecito. Ha disputato ancora una buona prova Byrne, settimo ad un soffio da Guintoli. Non è stata una grande prestazione quella di Fabrizio, che ha concluso decimo con un secondo e mezzo soltanto di vantaggio sul tenace Luca scassa, in sella a una Ducati privata. A conferma delle giornata no per le bicilindriche bolognesi è arrivato il ritiro di Smrz al quarto giro, che ha replicato il ritiro in Gara 1 al primo giro.