di Silvano Di Giovanni
Valencia (SPAGNA) 11 aprile 2010 - GARA2 In un finale giocato sul filo dei millesimi, Noriyuki Haga ha portato alla vittoria la Ducati 1198 ufficiale, davanti a Carlos Checa con la Ducati Althea, secondo per soli 25 millesimi. Max Biaggi (Aprilia) ha ottenuto la terza posizione a 299 millesimi. La seconda manche è stata caratterizzata dallo spettacolare incidente, per fortuna senza gravi conseguenze, che ha coinvolto Andrews e Iannuzzo, e che ha costretto la direzione gara ad esporre la bandiera rossa. Dopo mezz’ora di sosta per ripulire la pista dall'olio lasciato dalla moto di Iannuzzo sul rettifilo del traguardo, la gara è ricominciata nuovamente con 20 giri programmati, rispetto ai 23 originari previsti. In realtà la classifica è stata stilata sulla somma dei tempi delle due heat, la prima di soli tre giri. Questo ha comportato per i piloti la difficoltà di girare un po’alla cieca, non potendo contare su quello che vedevano dalla pista, ma basandosi solo sulle segnalazioni dai box. Soprattutto nel terzetto di testa, i distacchi di pochi decimi dopo l’heat1, hanno costretto i piloti a dare sempre il massimo, poiché spesso la posizione in pista non rispecchiava l'effettiva classifica. Haga, comunque, ha strameritato la vittoria, sia pure sul filo di lana. Irriconoscibile rispetto alle gare precedenti, ha guidato aggressivo e veloce, come non lo avevamo ancora visto, se non nella seconda parte di Gara1. Grande prova delle Aprilia: se non fosse stato per la caduta di Camier, a due terzi di heat2, forse la classifica finale sarebbe stata diversa. L'inglese infatti ha guidato benissimo, deciso e veloce. Certo le due cadute odierne lo devono far riflettere. Comunque sia, le quattro cilindri di Noale hanno dato dimostrazione di una grande efficacia, oltre che di essere state messe molto bene a punto di ciclistica, con una progressione in uscita di curva eccellente. Oggi non erano le più veloci, o perlomeno non avevano quel vantaggio così radicale mostrato nelle altre gare, giacché le Yamaha hanno più volte passato i 300 km/h in fondo al rettifilo del traguardo, così come la Honda di Rea e la Suzuki di Haslam. Quest’ultimo, però, non è mai stato in grado di lottare per la vittoria. D’altra parte i tempi parlano chiaro. Ad eccezione di Biaggi, Camier e Checa, nessuno è riuscito a scendere sotto il muro dell’1'34" e Haslam ha fatto il suo miglior giro a quasi mezzo secondo dal terzetto. Troppo per permettergli di tenergli la scia. In ogni caso il giovane inglese ha condotto una gara accorta, che gli ha permesso di incamerare altri punti preziosi e di continuare a guidare il campionato a quota 123, davanti ai 105 di Biaggi, gli 80 di Checa (fortemente penalizzato dal ritiro di Gara 1) e i 74 di Haga. Ha guadagnato un buon quinto posto Jonathan Rea, che è stato aggressivo nei primi giri, ma poi ha dovuto lasciare il passo. Da sottolineare che è sempre più veloce del compagno Neukirchner. Fine settimana in crescita per Guintoli, sesto nella classifica per somma dei tempi. In casa Yamaha, fra Toseland e Crutchlow, questa volta ha fatto meglio il primo. Crutchlow, in gara, è andato un po’ nel pallone, mentre Toseland ha guidato con più saggezza e concretezza, tanto che ha lasciato la Spagna con un podio e 50 punti nel mondiale, 9 più del compagno di squadra. Non è stata mai competitiva la BMW. Corser è arrivato dodicesimo, dietro a Xaus, nonostante abbia fatto il suo miglior giro quasi un secondo al di sotto del tempo del compagno di squadra Ruben. Per gli italiani è stato un week end da dimenticare. Michel Fabrizio si è ritirato anche in Gara2 e ciò ha dato una bella botta alla sua ambizione verso il titolo: 70 punti da Haslam sono tanti, soprattutto perché si ritrova davanti altri otto piloti. È stata buona la prestazione di Lanzi, ma non quanto ci si aspettasse dopo il potenziale mostrato in prova. Scassa, con la Kawasaki, ha concluso quattordicesimo.