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Sardegna

Sudore, carbone, salsedine

Introduzione



Prendere la moto e andare farsi un bel giro, magari in solitario per riflettere meglio. Se invece il motivo è l’abituale week-end o la vacanza estiva, poco importa. I traghetti sono lì, basta prenderli e andarsi a godere uno dei posti più belli e coinvolgenti del mondo: la Sardegna.

Possibilmente con la propria compagna preferita, che se è la vostra moto va bene lo stesso. Basta fare le borse in fretta e arrivare in tempo per la partenza. Nella stiva dei Sardinia/corsica Ferries le cromature e le morbide forme della nostra Yamaha Drag Star 650 vengono trattate come si deve: è gente che sa fare il suo mestiere.E dopo una bella scorpacciata di stelle (nottata sul ponte? Uhm, romantico ma è più comoda una cabina…) fuori da Olbia in destinazione Sassari l’asfalto è carino, il traffico scarso (soprattutto per chi è abituato alle città del continente), e sulla veloce superstrada a doppia carreggiata l’unico problema sono i benzinai inesistenti.
E l’autonomia della Drag Star non è delle migliori, soprattutto insistendo col gas. Così è un buon motivo per inframmezzare i lunghi rettilinei con le provinciali per attraversare i pochi paesi e qualche cittadina. I panorami che offre l'entroterra sardo sono comunque tutti da ammirare, e anche questo trasferimento a sud, verso Cagliari diventa un viaggio del pensiero. A meno di preferire l’attracco direttamente nel capoluogo isolano, dove sul lungomare alti porticati nascondono gelaterie, negozi, creperie, boutiques, che non è esattamente quello che stiamo cercando. Meglio uscire dalla città in direzione est, una lingua di terra taglia l'acqua in due modi diversi di esistere: salata da un lato e dolce dall'altro, e finalmente la spiaggia, le palme, il sole, i barettini, e lui – il grande protagonista - il mare.  È la spiaggia di Poetto, si gira a sinistra e si costeggia verso la spiaggia di Quartu. Il resto è lì: due ruote, un bel pezzo di asfalto e 198 curve per arrivare a Villasimius. Quarantacinque chilometri di scogliere e spiagge, passando per Margine Rosso, Flumini, Terra Mala, Solanas, dove gustarsi il vento in faccia, l'odore della salsedine, e i profumi della macchia mediterranea. E resistere nel fermarsi ogni minuto per fare un bagno nell’azzurro di un mare colorato coi pennarelli. Magari avete dimenticato di mettere in borsa un costume, e comunque il richiamo dell'asfalto è forte.
Curve dolci e raccordate si alternano a svolte secche, ma il fondo stradale – da fare invidia a quello di tante piste – è ottimo, e l’unico problema è contenere il ritmo al limite del buon senso.  A far rallentare aiutano anche i panorami. Il susseguirsi di spiagge, golfi, promontori aiutano i neuroni – una volta tanto stimolati dallo iodio, e non dalla nicotina – a memorizzare tanta bellezza. Nei dintorni di Villasimius poi ci sarà l’imbarazzo di scegliere dove andare a rinfrescarsi le idee. I posti sono splendidi, ma per favore, non fermatevi! La Sardegna è troppo bella per limitarsi alla prima sensazione. E ripercorrere la strada verso Cagliari non è certo un grosso sacrificio per un motociclista. C’è la costa ovest, meno turisticizzata, che ci aspetta. E Iglesias, capitale del Sulcis Iglesiente, si può raggiungere velocemente percorrendo i 57 km sulla statale 130, Ma è molto meglio optare per la costa, e trottare in direzione sud, verso San Giorgio, Sta Margherita, e raggiungere Capo Spartivento. Qui su una vecchia provinciale si costeggia la parte più a sud della Sardegna, con 26 km da antologia per panorami e asfalto, da Guardia de is Morus a Chia, Bernardu, Angioni, e Torre Budello.

Verso Nord



Risalendo più a nord, verso San Antioco vale la pena allungarsi fino a Calasetta. Da sud conviene passare da Sant’Anna Arresi (con altri 4 km tutti da fotografare con gli occhi), e viaggiare verso Palmas attraverso la statale 195. Da qui si prendono le indicazione per San Antioco e la statale 126 che sfrutta la lingua di terra che taglia il Mediterraneo: per qualche chilometro, si viaggia con acqua a destra e sinistra verso l’Isola di San Antioco.
Dalla cittadina omonima si prende la statale 126 Dir. e si sale verso Calasetta. Oppure è altrettanto piacevole e lenta la provinciale che porta a Capo Sperone, nella parte sud di quest’isolotto. Iglesias rimane ancora più a nord, e da Cagliari arrivarci in questo modo sono almeno 210 km. Che ricorderete volentieri, e preparano al gran finale. Patria delle estrazioni minerarie e terra di grandi lotte sindacali combattute dai minatori - ormai in verità ne sono rimasti pochi – il Sulcis Inglesiente è oggi un museo all’aperto di un’industria mineraria smantellata e dismessa in buona parte. Le vecchie miniere sono vera archeologia industriale, e girare fra i vecchi pozzi di entrata e le bellissime costruzioni abbandonate è un’emozione nuova e diversa. Il top però ci aspetta a Nebida! Le rovine dei lavatoi costruiti con immenso sacrificio sulla costa sono bellissime, quasi mistiche. A strapiombo sulla scogliera, raggiungibili solo attraverso centianaia di ripidi scalini, sbattute dalle onde e assorbite dal rumore del mare, durante il tramonto possono davvero fare “male”.
Poco oltre Nebida si vede il Pan di Zucchero – un immenso faraglione bianco – e Porto Flavia: un attracco a picco sul mare, raggiungibile attraverso delle gallerie, da dove veniva caricato il minerale sui bastimenti attraccati a filo della roccia. Raggiungere Capo Pecora (ancora più a nord) è un’esperienza indimenticabile. Da Iglesias sono circa 30 km, di un asfalto eccezionale, curve splendide in mezzo alla montagna che, fino a Masua e dopo Buggeru, sembra cadere in mare a ogni curva. Tornanti e curve da seconda o terza che – non lo nascondiamo – abbiamo percorso più volte. Forse è l’euforia dovuta allo iodio, forse è il poco traffico (a luglio e agosto nei week-end è ovviamente più affollato), forse qualche caffè di troppo, ma alla fine rimane forte una convinzione: è una delle strade più belle fatte nella vita di chi scrive. Le scogliere altissime nascondono insenature degne (se non più belle) dei fiordi norvegesi e scozzesi. Le rocce scure a picco sul mare disegnano un set naturale per girare un film, indipendentemente se si tratti di una scena alla 007 o di uno spot della Martini.
Una cosa è certa: that’s a party! Guardando in basso ogni tanto si scopre una spiaggia che vale la pena di essere vissuta. Dove ripensando alle miniere e ai lavatoi sembra sentire le voci di un passato, remoto e recente allo stesso tempo, fatto di lavoro duro, di sudore e pericoli, di sogni infranti e sacrifici, per sopravvivere a una realtà che portava a vedere nel buio carbone un futuro nero. La Drag Star invece è bianca, con qualche venatura di crema. Ci ha portato in un posto meraviglioso, dove forse vorremmo una enduro perché – maledettamente viziati – non siamo mai contenti. Un modo per non pensare al momento di ritornare. “Era estate” potrebbe essere il titolo di una canzone, o un nick da chat-line. Ma siamo pronti a sopravvivere: c’è sempre un autunno per affrontare un'altra storia, un altro lavoro. O forse tutti e due.

Villasimius



Villasimius
, come spesso accade alle località essenzialmente turistiche stagionali, d’inverno si eclissa in un letargo sociale inframezzato dalle passeggiate in spiaggia o in pineta. È il fascino melanconico del “mare d’inverno” cantato da Enrico Ruggeri, che a ogni fine primavera si rianima per la gioia dei turisti e soprattutto dei locali. Ma è proprio nei mesi più tranquilli che è più facile socializzare con i pochi abitanti (circa 3.000) di Villasimius, spesso desiderosi di fare due chiacchiere e generosi nei consigli.
Anche per questo – e non solo per godersi una natura splendida a tariffe ridotte – può essere più divertente e piacevole visitare la zona a fine primavera, o all’inizio dell’autunno. Se poi volete invece stracciarvi il cuore gustandovi in piena solitudine una mareggiata invernale, ricordatevi almeno qualche buon cd da ascoltare nel walkman! Le spiagge non mancano e sono tutte meravigliose. Quella di Campus si raggiunge oltrepassando la spiaggia del Poetto e voltando in direzione Villasimius. Dopo 34 km, è di fronte all’Hotel Cormoran.

Porto Giunco
. Da Villasimius si prende la strada verso est, appena fuori il centro abitato si gira a destra. Superata la spiaggia di Riso – dopo 3 km – si gira a sinistra in direzione di Porto Giunco. Altri 900 metri per arrivare – attraverso una strada asfaltata – a un boschetto di eucalipti che vale come parcheggio. La spiaggia inizia dopo 150 metri ed è priva di servizi.Porto Sa Ruxi. Sempre da Cagliari, dopo viale Poetto, in direzione di Margine Rosso si arriva al bivio per Villasimius. Dopo 30 km si gira a destra, per una strada sterrata da percorrere per circa 500 metri. Le tre spiaggette sono circondate da ginepri.

Punta Molentis
. Da Villasimius per 1,5 km si segue la strada in direzione Costa Rei. Al bivio si gira a sinistra e si prosegue per 2 km, dopodiché si svolta per il ristorante L’Oleandro, prima di raggiungerlo si gira a destra, si passa sotto un ponte e dopo circa 1,6 km (strada sterrata) si arriva alla spiaggia. Che è priva di servizi.
Riso. Uscendo da Villasimius in direzione di Casa della Marina, appena usciti dal centro abitato si gira a destra. Nelle vicinanze del porto turistico - dopo 2,8 km – c’è la spiaggia.

Hotel e ristoranti

La zona è estremamente ricettiva da maggio a settembre. Villasimius è una delle più gettonate località turistiche della Sardegna, ma fuori stagione ci può essere qualche problema. A Campus l’Hotel Cormoran (aperto da maggio a settembre, tel 070798101) offre matrimoniali a 170/250 mila lire, con tennis, piscina e spiaggia private.
A Capo Boi nello stesso periodo al Grand Hotel omonimo – costruito in riva al mare con spiaggia e parco privati - la matrimoniale costa 300 mila (stesso periodo di apertura, tel 070798018). Per mangiare pesce segnaliamo a Costa Rei il Sa Cardiga e Su Pisci (aperto da febbraio a ottobre, tel 070991108), 65 mila a persona senza vini. A Villasimius c’è il Carbonara (aperto tutto l’anno, tel 070791270), a 50 mila senza vini, e La Lanterna (aperto da aprile a novembre, tel 070791659) dove si oscilla dalle 30 alle 60 mila. Cucina tipica sarda e campagnola al Moro (tel 070798180) dove si mangia con 55 mila lire. Chi invece volesse farsi ospitare in modo più informale, nella zona di Castiadas ci sono due agriturismi molto accoglienti. L’Atzeni Maria Bonaria in località Malloccu è aperto tutto l’anno e si estende per oltre 13 ettari, e offre oltre alla ristorazione (prodotti tipici e locali) all’agricampeggio, anche 5 camere doppie (pernottamento e 1° colazione 25 mila a persona, pensione completa 70/80 mila, te
l 0709949076). Il mare è a 4 km, e Villasimius a circa 13 km. A Monte Gruttas sorge l’Azienda di Marisa Zedda ed è aperta da giugno a settembre. Le stanze disponibili sono solo tre per un totale di 8 posti letto, mentre il ristorante può accogliere fino a 12 persone (cucina tipica, da provare malloreddus e pardule).
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