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10 September 2008

Sahenton, capotecnico di Capirossi: “Spies grande sviluppatore, ma Suzuki ha problemi di elettronica”

Stuart Sahenton, un veterano del Motomondiale con 32 anni di esperienza, spiega come si sono svolti i test della Suzuki a Indianapolis. Ben Spies, dopo aver corso a Donington e a Laguna Seca sarà wild card a Indianapolis, dove ha contribuito nei test di sviluppo della GSV-R. Meccanica e ciclistica sono a posto, ma ci sono ancora difficoltà nella messa a punto dell’elettronica.

Task force




MILANO 10 settembre 2008 - TASK FORCE
In un’intervista rilasciata al mensile americano Cycle World, Stuart Sahenton, il capotecnico di Loris Capirossi, spiega come si è preparato il Team Suzuki Rizla, per correre al Gran Premio di Indianapolis e quali sono le principali difficoltà nello sviluppo della GSV-R.
“Nelle prime prove sul circuito americano abbiamo ci siamo organizzati con una struttura più completa che in altri test, perché era fondamentale trovare dei riferimenti tramite sensazioni come quelli che si hanno in una gara. Perciò il team non era ridotto all’osso, ma era al completo. Così tutti hanno potuto dire la loro, perché era necessario essere sicuri che le regolazioni e le gomme fossero quelle giuste per la corsa - di domenica 14 n.d.r. -. Quando si torna su un circuito, non c’è più il tempo per fare grandi test”.

Sorpresa




SORPRESA
Sahenton dice che “Quando abbiamo organizzato la partenza per i test di Indianapolis non sapevamo che Ben Spies avrebbe corso a Donington, perciò avevamo programmato di girare in pista con il nostro collaudatore Nobuatsu Aoki. L’arrivo di Ben si è rivelata quasi una sorpresa. Nobu di mattina ha fatto solo lo shakedown – il test di affidabilità della moto n.d.r – per vedere se ci fosse qualcosa che non funzionava. Fortunatamente ha avuto poco da lavorare”. Questo lascerebbe intendere che la Suzuki sta facendo progressi con il motore della GSV-R, al contrario della Kawasaki che ha dovuto rinviare l’adozione dello screamer (il motore con gli scopi regolari), perché nei test non si era rivelato affidabile. Secondo Stuart: “Ben Spise è un pilota sottile e anche un po’ prepotente nelle sue osservazioni, ma ci fa comodo perché riesce a ricavare – sembrerebbe con maggiore consistenza rispetto al collaudatore n.d.r. – tutte le informazioni più rilevanti per il nostro sviluppo. L’esperienza di Donington gli ha dato anche in po’ di vantaggio. Ha guidato la moto sull’asciutto, sul bagnato e in gara”.

Difficoltà




DIFFICOLTÀ
La messa a punto della Suzuki GSV-R procede bene dal punto di vista ciclistico e meccanico, ma ci sono ancora grossi problemi con l’elettronica Mitsubishi, come specifica Sahenton: “L’elettronica è un settore della moto che cambia di settimana in settimana, sia che si tratti di un aggiornamento del software, sia di modifiche nella strategia – intende nelle curve assegnate alle mappature n.d.r. -. È un’area che ancora non funziona. Non siamo fermi. Il lavoro procede tutti i giorni, ma ancora il sistema non sta in piedi: penso che su quel reparto dobbiamo continuare a mettere mano. A Indianapolis abbiamo fatto progressi per il tracciato, ma si può fare di meglio”. Il problema principale è questo: “In MotoGP lo sviluppo è costante. I progettisti trovano sempre nuovi metodi di lavoro, ma si fa fatica a stare dietro al progresso: perché, quando si raggiunge un buon punto per far funzionare le cose, c’è subito una nuova tecnologia, in grado di migliorare le precedenti “. Si parla prevalentemente di elettronica. Aggiunge Sahenton: “C’è di buono che dalla Casa madre in Giappone ci hanno aumentato il budget, che non è illimitato, ma non è nemmeno male per fare i nostri test”. Spesso un limite nello sviluppo sono i limiti di costi assegnati dalla Casa Madre ai Reparti Corse, ma Suzuki sembra non risentirne in modo eccessivo.
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