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Rumi: si riparte dalla Moto3

Stefano Rumi, 72 anni, inizia oggi una nuova avventura in Moto3. Costruendo la sua GP: telaio, carenature e anche il motore. Dimostrando che quando si tratta di moto la passione dura per sempre. Ascoltate come "suona" nel nostro video

Rumi: si riparte dalla moto3

Qualche giorno fa, a Bergamo, c’è stata la presentazione della Rumi Moto3. Chiedo in redazione, Rumi?, mi rispondono da Motociclismo d’Epoca: certo, i famosi bicilindrici degli anni ’50. Recentemente Oscar Rumi è stato il team manager delle Honda viola di Merkel, campioni del mondo ‘88-’89 (visitate il sito della Casa per sapere tutto). 

Voi dite, ok, la presentazione di una Moto 3, come mai sarà fatta? Monocilindrica 250 cc, telaio in alluminio, Öhlins, Brembo (fate un confronto con la nuova Ioda TR004, che vi abbiamo presentato recentemente)... Vero, ma puoi stare tranquillo che non è tutto qui, perché quando ci sono di mezzo le moto una sorpresa la trovi sempre. Infatti... (guardate la gallery, in particolare la foto del motore).

 

STEFANO RUMI

Alla conferenza la prima sorpresa che ci aspetta è che la moto la presenta un Rumi, ma è Stefano. È figlio di Donnino, noto per aver guidato la storica azienda dal dopoguerra. Stefano è un uomo di poche parole, non è timido, anzi, si capisce che è una persona molto determinata, ma si capisce anche che sta più volentieri in officina che sul palco a parlare con il microfono in mano a una platea muta. Pare anche una persona schiva, riservata, forse anche dura. Ho detto pare. Ho detto forse. 

 

HO DETTO UNA CRETINATA

Chiedo a Stefano Rumi: con il regolamento che c’è sicuramente avete pensato a utilizzare un motore già disponibile e collaudato, Honda, Oral... Mi pareva una domanda sensata, invece no.

Infatti Rumi mi guarda come se avessi detto una cretinata: “un motore già fatto? Vedi, io sono nato nell’azienda di mio papà nel periodo in cui faceva le motociclette. Era una grande fabbrica e dentro si faceva tutto, le fusioni, le fresature, le rettifiche, si lavoravano l’alluminio, l’acciaio. Così, dal niente, vedevi nascere una moto. Ecco, queste cose mi sono entrate dentro, e quindi puoi capire che per me prendere un motore fatto da altri non ha proprio senso”. 

 

IL 250 NON È IL PRIMO MOTORE RUMI

Stefano continua, e ci racconta la sua avventura. “Oggi il marchio Rumi è conosciuto solo tra i collezionisti; nelle competizioni ci siamo da qualche anno ma è ancora noto solo agli addetti ai lavori. Nel 2011 con le nostre 125, tutte fatte da noi, motore compreso, abbiamo fatto l’Italiano e l’Europeo con ottimi risultati. Non abbiamo vinto, ma per una piccola squadra come la nostra mettere diero le Aprilia e le Honda è stata una bella soddisfazione. Ci conoscono in pochi perché io non ho mai fatto comunicazione. Ho sbagliato, ma oggi lavoriamo con la Clay Paky e non è più possibile restare confinati nella nostra nicchia”.

 

NON TUTTO VA A ROTOLI

Clay Paky? Mai sentita. Se non siete del settore non la conoscete nemmeno voi, ma di sicuro avete visto tutti cosa fa. Avete presente gli spettacoli di Bruce Springsteen, Madonna, Beyoncé... Ecco, sono tutti illuminati dalla Clay Paky. Che segue anche tantissimi altri eventi, televisivi, sportivi... Insomma, in tutto il mondo dove c’è luce c’è l’Azienda di Bergamo. Che realizza - progetta e costruisce - tutto in Italia. L’ha presentata il direttore commerciale Pio Nahum. Si merita la mia massima ammirazione e anche i complimenti, finalmente una realtà tutta italiana che ci fa onore.

 

UNO SCONSIDERATO? NO, UN APPASSIONATO

Alla fine della presentazione mettono in moto la Rumi Moto3: ascoltate la voce nel filmato.

 

 

Dopo che ci siamo goduti il rombo il signor Nahum mi dice: “allora, cosa ne pensa della moto?”.

Bella, mi piace perché diversa. Per quanto riguarda l’obiettivo commerciale penso invece che Stefano Rumi sia un matto. Non solo realizza la sua moto personale, ma non contento di questo fa anche il motore. Un progetto così importante, impegnativo, costoso, penso che non si faccia per calcolo ma per pura passione.

Infatti - Nahum risponde da direttore commerciale - quando ho detto a Rumi, allora, che prezzo facciamo? Quante ne venderemo? A chi? Dove? Il break-even? Lui quasi non mi ha risposto. Venderla? Ah sì, beh, vedremo... Certo, mi parlava, ma si capiva che stava pensando alla sua moto, al telaio, al motore, all’air-box, alle corse... Queste cose - Nahum risponde con un sorriso, lasciando da parte l’imprenditore - non succedono in nessun settore, ma solo quando si tratta di moto”.

 

DALLE MOTO NON SI GUARISCE

A volte pensi. A una certa età la smetterò con le moto. Inizieranno gli acciacchi, poi i riflessi non saranno più quelli di una volta, mi daranno fastidio il freddo, il caldo, la pioggia. Allora  non salirò più su una moto e così mi allontanerò da questo mondo. Il ragionamento fila. Ma quando c’è la passione il ragionamento va a farsi friggere. Vedi Stefano Rumi. Ha 72 anni, ma la grinta e la passione con cui affronta questo progetto sono quelle di un ventenne. Ecco, quando incontro persone così capisco di appartenere a un mondo speciale. Dal quale - ora so - non mi allontanerò mai.

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