Al di là dell’estetica, che lasciamo giudicare al vostro gusto personale (non per influenzarvi, ma a noi piace), quel che colpisce di questa No. 55 è la cura per ogni dettaglio. La verniciatura sembra uno specchio, così come tutte le cromature che corrono dal motore fino al forcellone con capriata di rinforzo superiore preso da una Honda: su di esso lavora direttamente un monoammortizzatore pluriregolabile firmato Öhlins.
L’adozione di un solo ammortizzatore al posto della coppia presente sulle bicilindriche di serie ha richiesto la modifica della parte posteriore del telaio, su cui poi è stato montato un codino dalle linee spioventi e con sella racing monoposto.
Il mono svedese fa coppia con l’avantreno preso in toto da una Triumph Daytona 675, dalla forcella a steli rovesciati completamente regolabile all’impianto frenante con pinze ad attacco radiale by Nissin e la ruota a cinque razze. Da corsa i pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SC.
Realizzato internamente è l’impianto di scarico celato nel puntale che corre sotto il bicilindrico parallelo (e funge anche da raccolta dell’olio in caso di rottura del motore) da cui poi spunta un più comune terminale firmato HP Corse.
Il motore è rimasto fondamentalmente l’originale bicilindrico frontemarcia da 650 cc raffreddato ad aria a cui, però, sono stati aggiunti un paio di cornetti racing privi di ogni filtro per farlo respirare a più non posso senza interferenze. Originali anche la strumentazione e i comandi elettrici, mentre sono state sostituite entrambe le leve al manubrio, regolabili come le pedane, per permettere di cucirsi ad hoc la posizione di guida.