Mr. Dasari, ha preso in mano le redini della Royal Enfield da poco: che scenario si è trovato davanti?
“Ho assunto l’incarico di amministratore delegato (sostituendo Siddharta Lal, n.d.r.) lo scorso aprile e ho avuto tra le mani un’azienda florida e in espansione. Se guardate agli ultimi sette anni, vedrete una storia affascinante. Lo sviluppo di Royal Enfield è stato davvero esponenziale. Basta osservare i numeri del 2010: in tutto l’anno avevamo venduto 50.000 moto. Cinque anni dopo, uscivano dai nostri concessionari 50.000 moto ogni mese. Nell’ultimo anno finanziario, abbiamo venduto circa 820.000 moto in tutto il mondo. Siamo cresciuti 16 volte negli ultimi otto anni e gran parte di questo incremento arriva dall’India. Ma abbiamo preso coscienza del fatto che se possiamo realizzare questo entro i confini nazionali, è un’opportunità anche per i mercati internazionali. Esportiamo in quasi 50 Paesi, concentrandoci principalmente su una dozzina, specie in Europa (Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna), USA, Sudamerica (Brasile, Colombia e Argentina) e in Asia (indonesia, Thailandia e Vietnam). Questi sono i mercati in cui vorremmo far crescere il nostro Marchio e la rete di vendita”.
Quale è la percentuale di vendite in Europa, sul totale?
“In realtà è ancora una percentuale molto piccola. Il 95% delle vendite è realizzato in India. L’Europa è il teatro più importante dopo quello domestico e contribuisce con circa il 16% del buisiness internazionale: rappresenta un focus importante per noi”.
E l’Italia?
“In Italia abbiamo aperto il primo concept store esclusivo Royal Enfield a inizio estate, alle porte di Milano (presso Pogliani a Sesto San Giovanni, ndr). È solo il primo, ma sono certo ne seguiranno altri su tutto il territorio italiano. Il vostro Paese è importante anche dal punto di vista delle partnership: in questi giorni faremo visita alla Brembo, che è nostro fornitore per gli impianti frenanti delle bicilindriche 650, ma anche alla Dellorto, per cercare una collaborazione in vista delle future e più stringenti normative anti-inquinamento”.
La produzione è concentrata in India?
“Per adesso sì, ma nei prossimi mesi apriremo un impianto produttivo anche in Thailandia, per rispondere alle esigenze del mercato del Sud-Est asiatico”.