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"Rivoglio le medie sportive!"

I costi elevati e una domanda in continua discesa ha portato nel tempo alla ridotta offerta delle supersportive di media cilindrata. Ultimamente, però, si nota qualche segnale di risveglio

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Caro direttore, mi dispiace notare come nel segmento delle supersportive non ci sia varietà. I listini presentano o delle SBK replica da 200 CV, oppure medie che non rispecchiano lo spirito di una vera supersportiva (a eccezione di MV Agusta e Ducati, che però non sono a portata di tutte le tasche).

Come mai le 4 sorelle giapponesi non propongono più delle sportive vere con la giusta potenza per essere usate per strada e soprattutto con un prezzo d'acquisto più concorrenziale?

Il ritorno di medie sportive sarebbe il giusto compromesso per chi come me (e penso tanti altri appassionati) non vuole rinunciare a una sportiva senza avere per forza di cose una moto da 200 CV e quasi 20.000 euro.

Giuseppe Urgesi – email

Caro Giuseppe, la supersportiva oggi per una Casa è una "bandiera tecnologica" che però non attrae più molti acquirenti: da gennaio a maggio 2022, in questo segmento sono state vendute solo 641 moto, di cui la metà sono Panigale V4 e solo 122 sono giapponesi.

Delle 600 quattro cilindri, invece, s'è persa ogni traccia, a eccezione della Yamaha R6, che però è in vendita nella sola versione pista, non omologabile su strada. Però il mercato sta dando dei segnali di risveglio: bicilindriche come l'Aprilia RS660, la Yamaha YZF-R7 o la Ducati Supersport permettono di divertirsi, e tanto, in pista pur restando fruibili ed efficaci su strada.

Con prezzi intorno alla metà rispetto alle SBK-replica (un po' di più la Supersport, ma in versione standard è comunque sotto i 15.000 euro f.c). Per dire, la RS, con quasi 400 moto, da gennaio a maggio 2022 ha venduto più della Panigale.

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Test Ducati Supersport 950 S 2021

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