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29 January 2003

Revisione periodica: la situazione

Il Decreto Ministeriale del 29-11-2002 prevede che motocicli e ciclomotori effettuino la prima revisione dopo 4 anni dall’immatricolazione e successivamente ogni 2 anni ed in ogni caso entro il mese corrispondente a quello in cui si è fatta l’ultima revisione. Per i ciclomotori si fa riferimento alla data di rilascio del certificato di idoneità alla circolazione.

Come fare




Motocicli e ciclomotori immatricolati fino al 1982 compreso, dovrebbero aver già fatto la prima revisione nel 2001, quindi nel 2003 dovrebbero sottoporre il veicolo alla seconda revisione in quanto dal 2003 comincia il regime dei controlli biennali. Motocicli e ciclomotori immatricolati dal 1983 al 1993 compreso, dovrebbero aver fatto la prima revisione nel 2002 e dovranno quindi effettuare la seconda nel 2004.
Nel 2003 devono essere sottoposti alla prima revisione i motocicli ed i ciclomotori immatricolati dal 1994 al 1999 compreso.
La prima revisione dei veicoli immatricolati nel 2000 dovrà essere effettuata nel 2004 e così via per gli anni di immatricolazione successivi.

Il calendario delle revisioni è mensile, quindi la verifica va effettuata entro il mese di immatricolazione corrispondente. (es.: una moto immatricolata ad aprile del 1997, deve essere sottoposta a revisione entro il mese di aprile 2003).
Moto e ciclomotori che non hanno effettuato il controllo entro il termine stabilito non possono circolare fino a quando non vengono sottoposte a revisione. In questo caso, il bienno comincia a decorrere dal mese in cui la revisione è stata effettuata. (es.: una moto immatricolata a marzo 1996, dovrebbe effettuare la revisione a marzo 2003; oltre tale termine non può circolare se prima non viene sottoposta a revisione. Supponiamo essa avvenga a giugno 2003, il termine biennale per la revisione successiva è giugno 2005).
Circolare con la moto od il ciclomotore oltre il termine di legge stabilito per la revisione obbligatoria senza averla effettuata, comporta il rischio di essere multati per una somma da 131 a 524 euro, più il ritiro della carta di circolazione e l’obbligo di effettuare la revisione presso la struttura pubblica (Uffici periferici del Dipartimento dei Trasporti Terrestri).

Gli organi preposti alla revisione sono gli Uffici periferici del Dipartimento dei Trasporti Terrestri (elenco disponibile all’indirizzo http://www.trasportinavigazione.it/Site.asp?IdDoc=54) e le officine autorizzate (elenco disponibile all’indirizzo http://www.trasportinavigazione.it/Allegati/officine.asp)

Il costo della revisione è di circa 26 euro se effettuato presso la struttura pubblica e di circa 36 euro presso le officine autorizzate.

Se la revisione viene effettuata presso un Ufficio Periferico del Dipartimento Trasporti Terrestri occorre:
- compilare il modello MC 2100 (in distribuzione presso gli Uffici);
- allegare ricevuta del versamento di euro 25,82 sul c/c 9001;
- prenotare data per visita e prova del veicolo.
Se la richiesta non è presentata dall’interessato occorre una fotocopia del suo documento di identità e una delega in carta semplice alla persona che presenta la richiesta.
Nel giorno prenotato per la revisione viene effettuato il controllo tecnico di:
-dispositivi frenatura;
-sterzo;
-visibilità;
-impianto elettrico;
-assi, ruote, pneumatici, sospensioni;
-telaio;
-altri equipaggiamenti;
-rumorosità;
-gas di scarico (questo controllo verrà effettuato a partire dal 1 luglio 2003);
-identificazione veicolo.
Al termine della procedura viene rilasciata un'etichetta adesiva riportante l'esito della revisione che va applicata sulla carta di circolazione.
Se l’esito è negativo
occorre effettuare presso un’officina di fiducia le riparazioni degli impianti risultati inefficienti (indicati sull’etichetta adesiva rilasciata al termine della revisione) e presentare una nuova richiesta di revisione.

La situazione



Quando nel 2001 entrò in vigore la revisione obbligatoria per i veicoli a due ruote, l’ambizioso obiettivo era di controllare, nell’arco di tre anni, l’intero parco circolante per arrivare in tempi brevi al ritmo dei controlli stabiliti dalla legge: prima revisione dopo 4 anni, successivamente ogni due. Oggi la situazione è chiara dal punto di vista della procedura burocratica, molto meno per quanto riguarda i metodi di verifica.

Il 2003 avrebbe dovuto essere, fin dall’inizio, l’anno di introduzione dei controlli sui gas di scarico e, per i ciclomotori, della velocità massima. Il metodo proposto dall’Italia, e bocciato dalla Commissione Europea, è la verifica dell’emissione di anidride carbonica a 40 kmh (per la quale occorrerebbe che le officine si dotassero di un costoso banco omologato). La bocciatura UE è giustificata in quanto le norme comunitarie di omologazione, non prevedono il controllo della CO2, bensì la misurazione dell’ossido di carbonio (CO) emesso con il motore che gira al minimo (come effettuato per le automobili).

A causa della bocciatura, la data di inizio dei controlli sui gas di scarico (e della velocità massima per i ciclomotori) è stata rimandata al 1 luglio 2003, in modo da studiare una nuova metodologia. Ma bisogna far presto perché l’omologazione delle attrezzature necessarie, la loro diffusione presso le officine e l’organizzazione delle stesse hanno bisogno di tempo.  Si tratta di un pasticcio del tutto evitabile, poiché basterebbero prove congruenti con i test di omologazione che i veicoli superano per poter essere messi in commercio.
A complicare la situazione ci sono le incongruenze della circolare emanata dalla Motorizzazione sulla base sella quale vengono effettuati, da due anni, i controlli. Ad esempio, per il test di frenata valgono gli stessi valori di omologazione del veicolo, non tenendo conto della normale usura del mezzo. Non vi è nessun riferimento alla mancanza di faro abbagliante, luce targa e luce di stop sui ciclomotori. Manca la notazione che sulle moto le frecce non sono obbligatorie se non previste all’origine dal costruttore e, per quanto riguarda rumorosità ed efficienza del clacson, i criteri stabiliti sono difficili da rispettare per qualsiasi officina: uno spazio di 30 metri, isolato dal rumore di fondo e senza ostacoli tra la fonte sonora ed il rilevatore.

Nonostante questo, le revisioni procedono a pieno regime e dal 1 luglio, se il termine verrà rispettato, ci sarà anche la verifica dei gas di scarico e la misurazione della velocità massima per i ciclomotori. Chissà quanti sono quelli che rispettano i 45 km/h stabiliti dalla legge


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