Ecco come abbiamo ricavato i voti per ognuna delle 4 voci.
Protezione: è la voce, in coerenza con la destinazione d’uso delle barre, a cui abbiamo deciso di attribuire maggiore importanza, da sola pesa per il 50% sul voto finale, valendo quindi come le altre tre messe insieme. Dopo l’impatto abbiamo valutato, per prima cosa, se il motore venisse realmente protetto o se tocca l’asfalto, e con quali danni. Come hanno lavorato le barre paramotore? Sono pronte a subire un nuovo impatto o vanno subito sistemate o, addirittura, sostituite?
Tempo di montaggio/smontaggio: valuta il tempo rilevato per installare e rimuovere entrambe le barre, esattamente come faremmo nel nostro garage. Si parte con tutte le viti, i dadi e gli attrezzi necessari, disposti sotto la moto, poi si fa partire il cronometro.
Facilità di montaggio/smontaggio: vuole analizzare prevalentemente se è un’operazione che può svolgere chiunque nel proprio garage, o se è meglio rivolgersi a un’officina. Perché non si parla solo di abilità meccanica (o di disponibilità di attrezzi): quando si vanno a toccare le viti telaio/motore, si può alterare la sicurezza di guida.
Qualità e finiture: si dà un voto a come sono realizzati e rifiniti questi prodotti, ai materiali, alla verniciatura e alla ferramenta in dotazione.
Qui sotto trovate il video test della nostra prova, con tutti i punteggi ricevuti dalle varie barre paramotore. Trovate tutti i dettagli relativi alla prova, compresa la classifica finale, su Motociclismo di febbraio 2020, in edicola in questi giorni.