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13 May 2013

Provincia di Arezzo, il CIM denuncia "Limiti e prescrizioni assurde"

Il Coordinamento Italiano Motociclisti con il dossier “Non ci indurre in infrazione” mette in risalto alcune incongruenze del Codice della Strada sul tratto toscano della statale Bidentina, che unisce Emilia Romagna e Toscana attraverso il Passo della Calla

Provincia di arezzo, il cim denuncia "limiti e prescrizioni assurde"

Ancora una volta torniamo a parlare del difficile rapporto tra Codice della Strada e motociclisti (qui il recente caso del Passo del Bracco). Allo scopo di aprire un confronto su un tema così delicato come quello dei limiti imposti su strade abitualmente frequentate da motociclisti (ma non solo), il Coordinamento Italiano Motociclisti porta all’attenzione del Presidente e dell'Assessore alla Viabilità della Provincia di Arezzo una situazione critica (cliccate qui per la lettera inviata alla Provincia di Arezzo dal CIM). Il tratto in esame è quello della statale 310 del Bidente, che unisce Santa Sofia (FC) a Stia (AR) passando per il Passo della Calla (1.296 metri), il più alto valico stradale dell’Appennino tosco-romagnolo. Sotto accusa è il versante toscano, soggetto a limiti e prescrizioni decisamente difficili da rispettare (cliccate qui per il dossier sulla statale 310 Bidentina). Vediamo nel dettaglio cosa c'è che non va o che lascia perplessi i motociclisti.


PRONTI… VIA!

Partendo da Stia (AR) il limite di velocità è di 60 km/h. Per tutto il tratto stradale è presente la striscia continua, fatta eccezione per un brevissimo tratto nei pressi di Gaviserri, dove il limite però si abbassa ulteriormente (40 all’ora). Per non infrangere il Codice, dunque, l’unico punto per effettuare sorpassi sarebbe questo. Peraltro, in tutto il tratto preso in esame, non vi è la presenza di un cartello stradale che indichi il divieto di sorpasso, cosa che in effetti solleva un dubbio in più riguardo la presenza della striscia continua. A guardare bene, poi, qualche punto adatto ci sarebbe eccome…

 

I SOLITI LIMITI ASSURDI...

Proseguendo, troviamo un tratto di circa 2 km dove il limite si abbassa, incomprensibilmente, a 40 km/h. I cartelli stradali che indicano il suddetto limite, riportanti l’indicazione dell’Amministrazione Provinciale di Arezzo, non hanno né la data né il numero dell’ordinanza relativa. Ma il bello viene dopo quando, a soli 700 metri dall’inizio del limite a 40 all’ora, un cartello dell’ANAS indica che, in presenza di nebbia e visibilità inferiore ai 100 metri, il limite è di 50 km/h. Sì, avete capito bene: la strada è sottoposta ad un limite di 40 km/h, ma se c’è nebbia e scarsa visibilità, allora potete andare anche a 50 all’ora.

 

STRANE INCONGRUENZE

Non ci vuole uno scienziato per capire che qualche problema c’è. A parte i limiti, giudicabili più o meno restrittivi, il Coordinamento Italiano Motociclisti pone in evidenza delle contraddizioni evidenti. Potremmo ragionare all’infinito sulla ragionevolezza di un limite di velocità così basso, che comunque non impedirà a chi vuole “correre” di farlo, ma finirà per penalizzare anche l’automobilista o il motociclista che transita su queste splendide strade per godersi il paesaggio mozzafiato e la buona tavola. È così che il Coordinamento Italiano Motociclisti richiede alla Provincia di Arezzo di rivalutare scelte e limiti imposti su questo tratto di strada, allo scopo di punire chi davvero esagera usando la strada come una pista, ma senza voler fare di ogni motociclista (ma anche qualsiasi utente della strada, ovviamente) un fuorilegge.


 

 

 

 

 

 

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