Abbiamo provato il midi Yamaha in un percorso di circa 160 km tra città, strade urbane a scorrimento veloce, statali extraurbane sino a costeggiare il lungolago della sponda lecchese. Molteplici scenari che ci hanno permesso di valutare lo scooter sotto tutti o quasi gli utilizzi che un utente può farne.
Iniziamo parlando della posizione di guida del pilota, che senz'altro è uno degli assi che l'XMax nasconde sotto alla carena: la sella, rivista per il nuovo model year, è spaziosa e sagomata nella maniera corretta, ovvero più snella in punta per facilitare l'appoggio di entrambi i piedi a terra mentre diventa più larga nella parte posteriore, dove l'imbottitura è davvero molto confortevole e non stanca nemmeno dopo svariati km. Buona anche la porzione dedicata al passeggero, ampia e accogliente, il quale dispone di due pratici maniglioni laterali a cui aggrapparsi.
Per quanto riguarda motore e ciclistica, i quali non hanno subito aggiornamenti per la quinta generazione del midi giapponese, possiamo confermarvi le ottime doti di cui vi abbiamo scritto gli scorsi anni. Nello scatto ai semafori il monocilindrico Blucore da 292 cc ha un buono spunto in partenza e sale rapido di giri, con vibrazioni praticamente assenti lungo tutto l'arco del contagiri. Le sospensioni in città offrono un discreto mix tra sostegno e scorrevolezza, digerendo senza problemi i fondi stradali sconnessi come pavé e rotaie, senza però risultare cedevoli. La forcella lavora bene anche sulle asperità più pronunciate, mentre il doppio ammortizzatore posteriore soffre un po' su queste, con una risposta secca. Bene la frenata, potente il giusto e ben modulabile su entrambe le leve, sorvegliata da un ABS che interviene in modo puntuale e discreto, senza essere invasivo.
Quando arrivano le curve l'XMax mostra un animo tutto pepe, grazie ad una ciclistica davvero ben bilanciata e rigorosa che, unitamente alle altre sue doti, lo ha reso negli anni e tutt'ora lo scooter di riferimento nella categoria dei "midi a ruota bassa". L'XMax entra in curva preciso, scende in piega in modo naturale e mantiene bene le traiettorie impostate, dimostrando anche una certa agilità nei cambi di direzione. Sospensioni e freni sono poi all'altezza anche se si decide di alzare il ritmo e di guidare con un certo brio, confermando di essere un mezzo divertente e dall'animo sportivo: non chiamatelo quindi -riduttivamente- cityscooter!
Nonostante la cubatura medio-piccola del propulsore, l'XMax se la cava bene anche nelle strade a scorrimento veloce e nelle tangenziali, dove le vibrazioni sono appunto quasi inesistenti e anche alle alte velocità i sorpassi non sono un problema, per via della buona risposta del gas. Il nuovo scudo, nonostante le forme più slim ripara efficacemente le gambe del pilota dall'aria, e offre due pratici vani portaoggetti, di cui uno dotato di presa USB. Il parabrezza invece, regolabile tramite attrezzi, ripara "solo" parte del busto lasciando scoperte la parte alta delle spalle e il casco (chi scrive è alto 180 cm).
Nella pagina seguente trovate il prezzo e la disponibilità del Tech Max della nostra prova e dell'XMAx standard.