Motociclismo Fuoristrada ha provato una delle novità più attese dell’anno: la Sherco 250 da enduro ad iniezione. Il motore si è rivelato una vera bomba ed è piaciuto sia a pilota professionista, sia all’amatore.
Come è fatta
La Sherco SE 2.5i f sarà finalmente in vendita al prezzo di
8.450
euro. È un progetto tutto nuovo,
il cui percorso è cominciato nel 2007, ma che finora non era stato messo
sul mercato. Sarà una delle più leggere e potenti della sua classe. Il
propulsore è un 4T raffreddato a liquido, con doppio albero a camme in
testa e avviamento elettrico. L’iniezione elettronica è della Magneti
Marelli. Le misure sono 78 mm di alesaggio per 52,2 mm di corsa. Il cambio
è a sei rapporti. La frizione è multidisco in bagno d’olio, con comando
idraulico. Era previsto anche l’avviamento a pedale, ma poi è stato abolito.
Il telaio è monotrave sdoppiato in cromo molibdeno, con parte posteriore
in alluminio scomponibile. Il forcellone è in lega leggera. Le sospensioni
cambiano rispetto al progetto originario del 2007: la SE 2.5i f monta una
forcella Ceriani da 46 mm di diametro, con 295 mm di escursione; il
monoammortizzatore
è un Sachs con 320 mm di escursione. La moto annunciata nel 2007 aveva
fra le dotazioni una forcella Paioli o Kayaba, sempre da 46 mm e con escursione
di 295 mm, e un “mono” Paioli con leveraggi progressivi, ma con un’escursione
di 300 mm. L’altezza della sella da terra è di 900 mm e l’altezza minima
da terra è di 350 mm. L’interasse misura 1.485 mm. La moto pesa 102 kg.
Il serbatoio del carburante ha una capacità di 7,5 litri. L’impianto frenante
è della AJP con disco flottante da 270 mm all’anteriore e disco flottante
da 240 mm al posteriore.
Come va per l'amatore
COME VA PER L’AMATORE L’impostazione
di guida è naturale, con la sella leggermente alta da terra, ma ben distanziata
dalle pedane; ed anche il manubrio è bello alto già di serie.
Il
motore ha una “schiena” in erogazione molto forte, pari alle cugine
del
cross Euro 0. Avviamento solo a “bottoncino” per un risparmio di
peso.
Durante il test abbiamo fatto numerose soste, continuando a spegnere e
accendere il motore e l’avviamento non ha mai avuto cedimenti. La moto
si guida bene e sulle pietre veloci o nelle creste, la Sherco sembra di
primo impatto che incontri i colpi del terreno, con una minima sensazione
di imprecisione di guida, ma su percorsi veramente incasinati e veloci
questa caratteristica si traduce in un vantaggio. Peccato che
su
una moto così curata per l’enduro agonistico, vi sia montata una forcella
di vecchia concezione, con una taratura “muscolosa”, con molla dura
e
idraulica molto libera alle basse velocità, ma che di colpo (troppo) si
indurisce, facendo perdere per un attimo la sensibilità o la scorrevolezza,
costringendo a spigolare le curve per avere il più possibile la ruota dritta
sugli ostacoli. Ovviamente resta qualche dubbio, perché la moto di serie
avrà la Ceriani, mentre quella che abbiamo testato montava una Paioli.
Freni e frizione sono ottimi, da vera enduro. Offrono modulabilità e giusta
potenza, inoltre la frizione, pur essendo morbida, ha anche dato prova
di essere resistente. È una moto appassionante.
Come va per il pilota
COME VA PER IL PILOTA Di
tutte le 250 4T, la Sherco è quella che più si avvicina nella guida alla
125 2T. Il motore è pronto alla prima apertura, ma cresce lineare fino
agli alti, senza quella sferzata di coppia a metà. L’iniezione non
disturba
l’erogazione, ma richiede un minimo leggermente alto per evitare i soliti
spegnimenti e migliorare l’avviamento. Le prestazioni sono allineate con
le avversarie della categoria. La ciclistica è migliorata, rispetto a quelle
parenti di più grossa cilindrata. Si caratterizza per la sensazione di
leggerezza e facilità di guida; sparisce la sensazione di “cadere”
in
curva quando si sposta il peso per curvare non sono necessarie le continue
correzioni per mantenere la traiettoria. Le sovrastrutture sono ben raccordate;
la moto è stretta tra le gambe, mentre il piano di seduta è rettilineo
fino al manubrio: neanche il tappo del serbatoio arriva a intralciare.
Nonostante tutto, non è bassa e fare le inversioni col piede a terra richiede
decisione. Le sospensioni lavorano bene, soprattutto il posteriore, che
offre grande trazione e richiede minimo sforzo per tenerlo schiacciato
nel brutto; non scarta mai, dando sempre sicurezza di guida. La forcella
è piaciuta meno: scorre bene ma “punta” leggermente sul sasso, nel
senso
che non parte benissimo e a volte fa perdere di direzionalità, rimbalzando
sull’ostacolo. I comandi sono morbidi ma precisi, a partire dal cambio,
che ha una corsa lunga e un innesto preciso. La frizione sembra la Brembo
idraulica, ma è meno dolce nello stacco. I freni sono buoni e non bloccano.
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