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Kawasaki Z1000SX: più sicurezza, stesso divertimento

Prova della Kawasaki Z1000SX 2017, fresca novità del Salone di Colonia. Tante piccole migliorie rendono più confortevole e “attenta” l’apprezzata sport-tourer di Akashi, che resta velocissima e molto gustosa, in particolare su strade scorrevoli

Kawasaki Z1000SX: più sicurezza, stesso divertimento

Kawasaki è stata una delle Case più attive a Intermot 2016. Akashi ha infatti presentato molte novità e rivisitato praticamente tutta la gamma: cliccate qui per tutti i modelli presentati. Tra le varie novità, una delle più interessanti è stata la Z1000SX in configurazione 2017, terza versione di una tra le più apprezzate moto sportive prestate al turismo - o moto turistiche con un animo sportivo. Cambia il look, migliora la dotazione elettronica e c’è più attenzione per il comfort di marcia. 
Per sapere tutto di questa moto leggete il nostro articolo di presentazione e guardate il video ufficiale. Ora però è tempo di sapere come va. Già, perché a pochi giorni dal suo debutto in Germania, siamo stati già in grado di guidare la Kawasaki Z1000SX. In una zona bellissima, ma in giornate meteorologicamente un po’ sfortunate…
Ecco il racconto del nostro tester, Fabio Meloni.

pilota più coccolato, ma a -2° c’è poco da fare…

L’entroterra della Costa Azzurra è tanto meraviglioso quanto meteorologicamente crudele. La Rue Napoleon è solo una delle tante fantastiche strade che ci sono in questa zona, ed è semplicemente incredibile: asfalto perfetto, un milione di curve, una diversa dall’altra, un panorama vario e ricco di fascino. Ma tutto questo perde ogni spunto di interesse se ti trovi a guidare con il termometro che Kawasaki, guarda  l’ironia della cosa, ha messo sulla nuova Z1000SX, fisso su -2°C. Sì, porca di quella vacca: -2°C. E alla prima pausa caffè gli uomini in verde fanno pure gli ironici: funziona il termometro? ‘tacci vostri…
Ma anche la “carenatura che copre le travi del telaio per evitare di trasmettere il calore del motore alle gambe” suona come una presa in giro in questo momento. E funziona, ahimè. Il mio interno coscia rimane gelido come tutto ciò che ho attorno. Manca solo un eclissi a questo punto. Almeno potremmo verificare l’efficacia dei nuovi fari full-LED...
Non posso dire però che la Zeta sia cattiva, perché in realtà cerca di aiutarmi come può. Il nuovo plexi ripara un pochino meglio del vecchio, e quando le mie dita intirizzite dal freddo hanno quasi perso mobilità mi dà la possibilità di avvicinare entrambe le leve al manubrio così da riuscire a utilizzarle al meglio. Anche il “mono” un po’ meno “secco” sulle (poche) asperità mi fa piacere, così come la risposta al gas ancora più dolce – diciamo che da dolce è diventata dolcissima. La cosa che però apprezzo di più è un supporto, come dire, psicologico. Quando ti guardi intorno e vedi i prati brinati e l’asfalto su cui stai guidando è completamente umido (o ghiacciato?) nelle zone d’ombra, sapere di avere aiuti elettronici che diventano più attenti in piega e in frenata perché sanno esattamente cosa stai facendo ha un certo effetto tranquillizzante. Forse il freno anteriore è stato addolcito fin troppo nella risposta – e attenzione, abbiamo parlato di risposta, non di potenza di cui è capace. Va tirato con una certa forza per avere in cambio una potenza adeguata. Ma questo lo scopro nel pomeriggio.

Regina del misto veloce

Queste strade da sogno diventano infatti praticabili da mezzogiorno in poi, quando la temperatura torna in zone adatte alla sopravvivenza - e al divertimento - dei motociclisti.
E se doveste capitare qui con una Z1000SX può anche essere che ve ne innamoriate. Non ci sono particolari differenze di guida tra la 2017 e il modello precedente. Era e rimane una moto esaltante su strade scorrevoli e ben asfaltate, e questo perché ha una ciclistica molto precisa e rassicurante, e un motore a cui piace correre e urlare. Allo stesso modo – e sarebbe strano il contrario, visto che non ci sono modifiche rilevanti alla ciclistica – troviamo sia un po’ meno performante nello stretto. Quell’avantreno così saldo e rigoroso che tanto feeling ti dà quando curvi forte risulta un po’ pesante e poco propenso a infilarsi coi freni tirati nelle curve più lente. Non è che si vada piano o si faccia particolare fatica; è che ci sono moto più agili e che richiedono meno forza. Dove la Zeta non teme paragoni, come dicevamo, è sul veloce, diciamo dove ci sono curve da terza in su, ancora meglio se ben asfaltate. Come quelle che ci sono qui, e a centinaia. In fin dei conti quindi dobbiamo ringraziare questa Kawa per la giornata: ci ha coccolati col gelo e ci ha fatto divertire come matti nel pomeriggio. Tuttavia quando la spegniamo per l’ultima volta, prima di correre a scrivere queste righe, non possiamo non chiederci a che super moto diventerebbe con un bel quickshifter e un po’ di maneggevolezza in più…
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