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KTM 790 Duke 2018: divertimento ed efficacia... in parallelo!

La nuda austriaca miscela con abilità animo "fun" e doti velocistiche. Il bicilindrico parallelo, che equipaggerà la 790 Adventure, convince al 100%
1/8 Il nostro test della KTM 790 Duke 2018: per Motociclismo c'è Fabio Meloni
Lo scorso autunno KTM ha svelato la versione definitiva della 790 Duke, la naked che dà il via a una nuova famiglia di bicilindriche dell'Azienda austriaca. La novità principale di questo modello è il propulsore: la 790 Duke 2018 è spinta infatti da un bicilindrico in linea di 799 cc, capace di erogare una potenza di 105 CV a 9.000 giri e 87 Nm di coppia massima a a 8.000 giri/min. Questo bicilindrico è caratterizzato da distribuzione a 8 valvole azionate da bilancieri a dito, due contralberi di bilanciatura e la lubrificazione a carter semisecco. Il telaio è a traliccio in tubi di acciaio al cromo-molibdeno con il motore come elemento sollecitato e telaietto posteriore in alluminio. Per quanto riguarda le sospensioni troviamo una forcella WP a steli rovesciati da 43 mm con 130 mm di escursione e un monoammortizzatore sempre dello stesso marchio, con 150 mm di escursione. L'estetica mantiene lo stile aggressivo delle ultime KTM, con linee spigolose e aggressive, e fari a LED. 169 i kg, a secco.

Dopo questo breve ripasso sulla moto è arrivato il momento di salire in sella: ecco le prime impressioni di guida da Gran Canaria.
1/14 La KTM 790 Duke 2018 in azione

Come va

BAM! Una Triumph Street Triple e una 690 Duke si sono scontrate. Nell'impatto la naked sportiva inglese ha perso un cilindro e la stunt bike austriaca ha guadagnato un'accoglienza migliore, col risultato a cui state pensando: porca miseria che moto!

Funambolica il giusto, realmente veloce e con un'efficacia concreta anche sul veloce, la 790 Duke trasforma in realtà le migliori aspettative. Prima di tutto perché è una KTM al 100%, non una versione diluita - che poteva avere un senso in una categoria nella quale bisogna assecondare le più disparate capacità di guida. La posizione di guida è quella via di mezzo tra motard e nuda a cui ci ha abituato la famiglia Duke. Sulle prime non sai se mettere giù il piede e tenere i gomiti larghi o indugiare col ginocchio all'interno della traiettoria, poi capisci che puoi fare entrambe le cose, sfruttando i vantaggi di una e dell'altra impostazione a seconda del percorso. In generale è una posizione piacevole: poco carico sui polsi, manubrio bello alto, busto quasi del tutto eretto. Rispetto alla Duke 690 è più spaziosa, eppure tra le gambe è quasi altrettanto stretta (il che, insieme alla sella alta 825 mm da terra, permette di toccare bene a chiunque). Tutte cose che ti offrono un bel feeling da subito.
Anche la ciclistica, in pure stile "orange" è una via di mezzo tra una stradale pura e una maxi-motard. I trasferimenti di carico sono più accentuati rispetto a quelli di una Street Triple, tanto per citare la più sportiva tra le protagoniste della categoria, ma essendo ben controllati lungo l'abbondante escursione delle sospensioni si gestiscono con facilità e... gusto: caricando l'avanteno in ingresso e sollecitando uscite di curva fantasiose. Dove si può godere della miglior efficacia è nel misto. L'impostazione di guida insieme al peso davvero contenuto si traducono in una gran velocità a scendere in piega e in cambi di direzione immediati, in un gioco di frenate pieghe e accelerazioni che vorresti non finisse mai. Sul veloce, la precisione è buona e grazie a una luce a terra abbondante si può piegare a più non posso. Da quello che ci ha fatto vedere qui a Gran Canaria, ci pare di capire che se c'è asfalto liscio e con un buon grip, la 790 è una brutta cliente per tutte le rivali di questa categoria, anche le più efficaci. Dove potrebbe migliorare è nel feeling quando il fondo non è granché. Crediamo sia per via di gomme di primo equipaggiamento (Maxxis) non particolarmente performanti, e probabilmente aiuterebbe un "mono" che sapesse copiare un po' meglio le asperità più pronunciate. C'è da dire che bisogna guidare piuttosto forte, per notare queste debolezze.
E a questo punto non possiamo che parlarvi del pezzo forte, il nuovo bicilindrico in linea, cui si deve almeno metà dell'enorme quantità di divertimento data dall'esperienza di guida. Prendete la rabbiosa vitalità del vecchio bicilindrico a V 990, aggiungete una godibile elasticità ai bassi, spolverate con un sound davvero piacevole e grintoso ed ecco servito il nuovo 790, un motore che riprende deciso dal basso, gustoso da usare a metà contagiri tanto quanto nella zona alta. Che oltretutto vibra poco, almeno nei primi due terzi di contagiri (ok per l'autostrada) e ha una trasmissione all'altezza della tradizione KTM: frizione morbida, innesti corti e precisi. E visto che va tutt'altro che piano, e che la sicurezza viene prima di tutto, ecco anche di serie un ricco pacchetto di aiuti. Cambio elettronico bidirezionale, mappature, controllo di trazione, controllo dell'impennata, aiuto per le partenze lanciate, regolazione automatica del freno motore. È proprio il caso di dirlo: benarrivata, 790 Duke!

Chiudiamo con il prezzo: la nuova KTM 790 Duke è in vendita a 9.800 euro c.i.m.*

*: il prezzo “chiavi in mano” si ottiene aggiungendo al prezzo “franco concessionario” le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica forfettariamente in 250 euro.
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