Prova: Kawasaki Ninja ZX-6R 2009, forcella Showa BPF e motore progressivo, le carte vincenti
La Ninja 600 2009 è equipaggiata con la nuova forcella Showa BPF (Big Piston Fork), che piace perché offre al pilota la massima sensibilità su qualsiasi tipo di fondo. La ZX-6R 2009 ha colmato tutte le lacune del modello 2007, abbinando una ciclistica fenomenale ad un motore da record, con un’erogazione molto lineare ai bassi, energico ai medi e brillante agli alti.
Tanta sensibilità per tutti
TANTA SENSIBILITÀ PER TUTTI La nuova forcella Showa che equipaggia
la Kawasaki ZX-6R trasmette fedelmente al palmo delle mani del pilota tutto
ciò che succede all’avantreno, su ogni tipo di asfalto. Il feeling che
ne deriva è elevatissimo, al punto che non ci sembra improprio definire
la forcella BPF (Big Piston Fork) una valida alternativa, se non l’anticamera,
delle sospensioni elettroniche che verranno. Per un pilota di media esperienza,
questo significa gestire (quasi) con naturalezza le perdite di aderenza
della gomma anteriore sia in fase di frenata, sia in ingresso, sia in
percorrenza
di curva. Nel 2007 Kawasaki aveva abbandonato la cilindrata di 636 cc,
ma la mossa si rivelò poco azzeccata, perché la moto era diventata poco
competitiva rispetto alle sue dirette concorrenti: il motore aveva perso
un po’ di pepe e la ciclistica si era fatta pesante. Sulla 2009, invece,
cambia tutto e si ritorna al passato: i tecnici di Akashi hanno saputo
confezionare una ciclistica intuitiva e molto professionale intorno a un
motore da record, pur con cilindrata di 600 cc.
Motore progressivo, moto imperturbabile
MOTORE PROGRESSIVO, MOTO IMPERTURBABILE Dopo il test della nuova ZX-6R
sul circuito francese di Alès, siamo certi dei miglioramenti di questa
Kawasaki. Infatti la ZX-6R ha guadagnato un avantreno un po’ più rapido
nello scendere in piega, molto più preciso sulle sconnessioni dell’asfalto
e altrettanto solido e rassicurante sia sul lento sia sul veloce, come
da tradizione Ninja. A centro curva, complice il grande appoggio offerto
dalle Pirelli Dragon Supercorsa Pro di primo equipaggiamento (ant SC1,
post SC2), la ZX-6R corre imperturbabile, anche se dà la sensazione di
chiudere meglio la linea nelle curve più strette. Il pilota trova un feeling
immediato con la moto perché la posizione di guida è intuitiva, relativamente
abitabile e poco affaticante. Cambia l’ergonomia in sella, che ora
consente
più facili spostamenti del pilota in curva ed una guida più efficace in
rettilineo, anche se gli scuotimenti del casco e le turbolenze sulle spalle
sono superiori al passato. Al di là delle condizioni meteo
“difficili”
(temperatura esterna 3° C) e di una messa a punto del monoammortizzatore
sicuramente perfettibile, dopo una dozzina di giri abbiamo riscontrato
un decadimento del grip al posteriore un po’ più rapido del previsto.
Ma il bilanciamento della moto e l’erogazione molto lineare del propulsore
hanno consentito di ovviare al problema con facilità, anche quando le perdite
di trazione si sono fatte evidenti, soprattutto in seconda marcia in zona
limitatore (16.500 giri indicati). Il 4 cilindri di Akashi ha un ottimo
allungo. Lo abbiamo ritrovato lineare come pochi altri ai bassi regimi,
ben più energico che in passato ai medi e inaspettatamente vorace agli
alti. Il cambio ha innesti rapidi e precisi ed anche nelle staccate più
dure la moto è imperturbabile.
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