Prova Harley-Davidson Dyna Wide Glide: tanta coppia e maneggevolezza sorprendente
La Wide Glide è una novità 2010 di H-D. È caratterizzata da una posizione di guida con braccia e gambe molto avanzate. Piace per la grande coppia del bicilindrico.
CARATTERISTICHE
La Wide Glide è una delle novità Harley-Davidson model year 2010 ed è già
in vendita. È una moto particolare, destinata ad un pubblico di nicchia
ma che piace anche a chi non ama lo stile di guida custom con game e braccia
protese in avanti. Fa parte della famiglia Dyna. Ha il telaio a doppia
culla chiusa e una coppia di ammortizzatori posteriori in bella vista.
È equipaggiata con il tradizionale bicilindrico Twin Cam di 1.580 cc (96
cubic inches) ad iniezione elettronica, che in questa Harley è senza contralbero
ed è vincolato al telaio tramite supporti elastici. Il serbatoio integra
il quadro strumenti. Sul lato destro della moto si fanno notare il grosso
filtro dell’aria e per lo scarico 2-1-2 con terminali avvolti nel
paracalore.
Al posteriore il gommone da 180 è abbinato ad un parafango di dimensioni
ridotte.
COMFORT
COMFORT La sella del pilota è praticamente
rasoterra, è ampia e ben conformata; molto più spartano il sellino per
il passeggero. La Wide Glide mette, però, subito di fronte a due problemi:
pesa tanto e le pedane sono troppo avanzate e quindi difficili da trovare,
perciò ci si appoggia al manubrio, che integra i cavi ed è montato su raiser
diretti verso il pilota.
MOTORE
MOTORE Una botta di motorino
d’avviamento e il Twin Cam si fa sentire con il tipico, ma piacevole
scuotimento
dei bassi regimi. L’iniezione elettronica ha soppresso quel minimo a
stantuffo
delle versioni a carburatore che suonava come
“potato-potato-potato...”,
ricordate? Ma c’è in compenso una piena quanto civilissima tonalità di
scarico e la rumorosità meccanica è minima. Questa Wide Glide si lascia
condurre con grande maneggevolezza ed agilità anche nelle situazioni di
traffico più critiche. Le quote ciclistiche esasperate lasciano supporre
un mastodonte impacciato nello stretto e invece ci si ritrova molto più
sciolti del previsto. La frizione è morbida, il cambio tipicamente rumoroso
e con innesti lunghi, ma sempre molto preciso. Convince la coppia del
bicilindrico,
che spinge con vigore dai regimi più bassi, senza dover ricorrere a frenetiche
scalate per uscire dalle curve più strette o per fare qualche sorpasso,
senza trovarsi in difficoltà. Oltre al buon tiro si apprezza l’allungo
vigoroso. Sui lunghi rettilinei e in autostrada si sfrutta al meglio la
sesta marcia (indicata dalla spia nel tachimetro) che funziona come overdrive
abbassando il regime di rotazione e contribuendo a limitare i consumi.
CICLISTICA
CICLISTICA Ovviamente la
luce a terra è scarsa e le pedane toccano facilmente in curva. Con una
forcella così inclinata stabilità e direzionalità sul dritto sono fuori
discussione; nel misto stretto c’è una certa tendenza a chiudere la
traiettoria,
ma si risolve riducendo la velocità. Considerati il peso elevato e la mole
della moto le sospensioni assorbono bene le asperità del terreno. I freni
vanno bene nell’utilizzo turistico: l’anteriore è efficace se
l’andatura
non è troppo spinta. Il posteriore è ben modulabile ma, se spremuto troppo,
arriva al bloccaccio.
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