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Long Test: i primi 12.000 chilometri con la V-Strom 1000

Dopo i Long Test con Honda Africa Twin, Yamaha Tracer 900 e BMW R 1200 RT, siamo alle prese con la Suzuki V-Strom 1000 XT. In 12.000 km il motore non ha mostrato nessuna incertezza, qualche problemino con sella e freni
1/28 Motociclismo Long Test: Suzuki V-Strom 1000 XT.
Con l'endurona Suzuki abbiamo fatto subito tanta strada, perché è un piacere viaggiare con lei. La bicilindrica giapponese marcia senza il minimo problema e in un "baleno" siamo al primo tagliando, a 12.000 km. Nella officina di Cirafici a Monza, alla nostra presenza, sono stati sostituiti il lubrificante (e relativo filtro), il filtro dell'aria, le 4 candele di accensione e le pastiglie dei dischi anteriori. La vita delle placchette dei freni della V-Strom è inferiore a quella delle altre moto del Long Test: a 30.000 km il primo cambio per la Yamaha Tracer 900, 18.000 km per la Honda Africa Twin e 20.000 km per la BMW R 1200 RT. Il materiale di attrito di queste pastiglie risulta "tenero" visto che il pilota (Alfredo culo di pietra Rota) e lo stile di guida sono sempre gli stessi. I dischi freno sono intonsi nello spessore e questo conferma le "tenere" pastiglie. Al contrario le placchette posteriori sono più dure e il disco dietro si sta logorando prima di quelli davanti: in 12.000 km si è assottigliato di 0,4 mm.

Aumentano i CV

Al pari delle altre moto del nostro Long Test abbiamo messo la Suzuki al banco prova. La V-Strom 1000 XT ha un motore che rispetta la restrittiva norma Euro 4, ma la potenza alla ruota è quasi la stessa rispetto alla precedente V-Strom da noi provata: abbiamo 89,5 CV contro 90,03 del model year 2016. Col passare dei km (la verifica a 6.000 e poi a 12.000 km), la prestazione massima della XT è incrementata sino a 91,56 CV, segno che il propulsore si sta "slegando". In tema di motore segnaliamo che sino ad ora il consumo olio è stato di 200 cc. Dobbiamo dire che la Tracer 900 non ha mai avuto necessità di rabbocco, l'Africa Twin ha aggiunto solo 100 cc di lubrificante in tutto il Test e per la RT siamo a quasi un litro allo scadere dei 40.000 km.

Alti e bassi

La vernice del motore che protegge la zona del carter frizione della V-Strom non è il massimo: è diventata eccessivamente opaca. Altro aspetto che mina l'estetica è il materiale poroso della sella: trattiene polvere e smog. Per mantenere il bel colore giallo la superficie di appoggio deve essere strigliata a dovere e di frequente. In positivo le borse laterali e il bauletto ermetici all'acqua: lo abbiamo sperimentato sotto un temporale incessante di 5 ore.

Il nostro equipaggiamento

Pneumatici: la nostra V-Strom è equipaggiata ora con Michelin, nostro partner d'eccezione in questa maratona come già avviene per la BMW R 1200 RT. In questo Test abbiamo montato le Pilot Road 4 Trail, gomme destinate alle enduro stradali. Si sono dimostrate a loro agio, specialmente sul bagnato grazie agli intagli e lamelle sul battistrada per drenare l'acqua. Come per le gomme anche per l'abbigliamento del nostro tester abbiamo scelto il massimo in tema di sicurezza. Indossa un casco Arai QV Pro, un modello già utilizzato nel Long Test con la BMW RT. Questo integrale deriva dall'RX-7V, lo sportivo per eccellenza del Costruttore giapponese e ha la particolarità di montare un visierino oscurante supplementare esterno alla visiera principale. Per mantenere la massima protezione in caso di caduta abbiamo dotato il nostro tester di airbag Alpinestars ad attivazione elettronica: il primo è un gilet Tech-Air abbinato alla giacca Viper per i climi meno freddi; in inverno userà una calda Valparaiso Drystar, sempre dotata di airbag Tech-Air. Per rimanere sempre "collegato" con il mondo Rota sta usando l'Interphone Tour di Cellular Line.
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