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Long Test Suzuki V-Strom 1000 XT: il punto dopo 30.000 chilometri

La trasmissione finale della Suzuki V-Strom 1000 XT tende a prendere un gioco eccessivo, ma resiste ancora alla soglia dei 30.000 km, e il motore perde di prestazioni: manca qualche CV rispetto a quanto rilevato all'inizio del test. Gli pneumatici Michelin Anakee 3 si dimostrano un esempio di resa chilometrica
1/28 Motociclismo Long Test: Suzuki V-Strom 1000 XT.
Prosegue senza particolari incertezze la lunga prova della endurona giapponese. C'è da segnalare che il motore continua progressivamente a perdere di potenza al rilievo del banco dinamometrico del nostro centro prove: ora siamo a 87,16 CV a 7.900 giri/min e 90,09 Nm a 4.000 giri, mentre all'inizio del Long Test abbiamo visto 91,56 CV a 8.000 giri/ min e 92,70 Nm a 4.000 giri/min. Il perché di questo costante calo non è chiaro, anche perché non si hanno evidenti deterioramenti nel motore come un eccessivo consumo di lubrificante o rumori sospetti che provengono dal basamento. Negli altri Long Test normalmente la potenza aumentava col chilometraggio, con i vari organi interni del motore che trovavano tra di loro il miglior accoppiamento possibile e la riduzione dell'attrito; da qui nascevano le condizioni per generare le massime prestazioni. Nella prima delle nostre maratone la Yamaha Tracer 900 ha iniziato il test con 98,99 CV a 9.900 giri/min e ha raggiunto la massima prestazione proprio allo scadere dei 50.000 km, con una continua progressione che l'ha portata a segnare 103,83 CV, al medesimo regime, migliorando le prestazioni del suo tre cilindri in linea del 5%. La big enduro Honda Africa Twin, all'epoca appena arrivata nelle concessionarie, è partita con 80,78 CV per erogarne al suo massimo splendore praticamente 4 di più, 84,98 a 30.000 giri/min, chiudendo la prova dei 50.000 km a 81,88 CV. La BMW R 1200 RT ha iniziato con 105,89 CV a 7.900 giri/min per poi "slegarsi" completamente a 40.000 km dove il bicilindrico boxer ha generato alla ruota 112,06 CV, per poi terminare, 10.000 km più avanti, con 111,32 CV. La situazione del motore Suzuki appare, quindi, anomala nel confronto degli altri motori, ma potrebbe ritrovare almeno in parte le sue prestazioni quando verrà sottoposta al tagliando dei 36.000 km, dove, come da programma, verrà sostituito il filtro aria. Proprio questa barriera contro le impurità che arrivano dall'ambiente esterno all'airbox e poi vanno all'impianto di alimentazione potrebbe limitare, se troppo sporco, il passaggio della giusta quantità d'aria che il motore richiede agli alti regimi. Lo abbiamo già visto in passato quando, cambiando il filtro usurato con uno nuovo, si ritrovavano i CV perduti senza problemi e senza intervenire sul motore.

Gomme molto in forma

La catena di trasmissione finale ha subito un allungamento superiore rispetto alle verifiche fatte in passato. Abbiamo dovuto tenderla parecchio: le viti di regolazione del perno posteriore sporgono di 24,5 mm dalla sede all'interno del forcellone in lega leggera, mentre la lunghezza massima del "fuori tutto" è di 26,3 mm. Probabilmente la lunga coda dell'inverno e le conseguenti condizioni delle strade stanno incidendo sulla longevità di un pezzo sottoposto a notevole logorio nonostante sia costantemente lubrificata a dovere. Ricordiamo che la catena della Yamaha Tracer è stata sostituita a 30.000 km perché aveva numerosi tratti che apparivano "grippati", quella della Honda Africa Twin è arrivata a percorrere ben 48.000 km, praticamente arrivata a fine del test, mentre quella della Kawasaki Versys 650, la moto che abbiamo contemporaneamente in prova con questa Suzuki, è stata cambiata a soli 12.000 km, che per noi significa la maglia nera della squadra Long Test.

Passiamo agli pneumatici per confermare la longevità dei Michelin Anakee 3 che, montati a 19.100 km, mostrano ancora molto battistrada e un rendimento ottimale in maneggevolezza e frenata. La gomma anteriore ha 3,25 mm di spessore (da nuovi 4,15 mm) e la posteriore ancora 4,6 mm (8,55 mm). Promettono di arrivare al traguardo del tagliando dei 36.000 km, raggiungendo la notevole percorrenza di 17.000 km. Non altrettanto longeve appaiono le pastiglie dei freni anteriori già sostituite a 12.000 km. Come si vede, questo set di materiale di attrito, sempre un ricambio originale ma più duro nella mescola dei ferodo, ha già superato questo chilometraggio, ma è lontano dai 30.000 km della Yamaha Tracer 900 mentre risulta in linea con la Honda Africa Twin (18.000 km) e la BMW R 1200 RT (20.000 km).
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