Dopo il lungo trasferimento autostradale e il primo tratto tortuoso del
day1, l'indigestione di curve del secondo giorno di comparativa ci ha permesso di capire meglio il carattere di ogni moto. Iniziamo con il dirvi che rimane la divisione tra le naked “supersportive”, con le quali ti diverti ma senza accorgertene sei a velocità folli, e le moto che ti fanno divertire anche a velocità ridotte, senza dover necessariamente andar fortissimo.
Dopo 400 km di curve ci siamo chiariti le idee, ma per ora vi diciamo solo
un pregio e un difetto di ogni moto (
troverete le prova completa, compresi anche tutti i rilevamenti del nostro Centro Prove, su
Motociclismo di novembre); andiamo in ordine alfabetico.
Aprilia: ha un motore e un telaio eccezionali, ma è più scomoda di altre naked in sfida, soprattutto se la strada non è in condizioni perfette.
BMW: come per la Tuono, anche sulla S 1000 R si sente la discendenza da una supersportiva, abbiamo quindi motore e telaio precisi e una spinta incredibile; non ci ha convinto però il freno anteriore, poco modulabile.
Ducati: ha un ottimo equilibrio generale, ma non ci piace il fatto che, guidando con le punte dei piedi sulle pedane, i talloni vadano a urtare le pedane del passeggero.
Kawasaki: ci piace il fatto che l’assenza di elettronica metta in risalto… il suo animo
fun; difetto: vibrazioni diffuse su sella e pedane.
KTM: ha un motore incredibile e una ciclistica a punto; bisogna però tener conto del fatto che abbia delle prestazioni non alla portata di tutti. Della
Suzuki ci piace il suo equilibrio generale ed è anche piuttosto comoda; peccato per il marcato effetto on-off, fastidioso.
Triumph: anche lei è molto precisa, ma ci saremmo aspettati un po’ più di maneggevolezza.
Yamaha: motore bellissimo e una ciclistica precisa, nello stretto però non è proprio agilissima.