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Il diavolo e l’acqua santa

Può una BMW M 1000 RR sembrare un agnellino tra i cordoli? La risposta è sì, se messa a confronto con la versione da gara con la quale Gabriele Giannini ha vinto il titolo italiano nel National Trophy 1000: un missile super affilato da oltre 220 CV alla ruota

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Siamo stati all’autodromo Vallelunga di Campagnano di Roma per celebrare il titolo italiano vinto nel National Trophy 1000 2022 dal giovane pilota Gabriele Giannini (20 anni). Un titolo reso ancor più sensazionale dal fatto che quest’anno Gabriele, in sella alla BMW M 1000 RR del Team Pistard, ha conquistato il campionato subito nell’anno del suo debutto in categoria. Questo reso possibile dall’amore lampo per la sua moto, scattato durante il terzo test di inizio anno, a Valencia, quando Gabriele è entrato in empatia con lei: “Sono andato forte da subito, ma è quel giorno che la moto è cambiata davvero. Sono entrato in empatia con lei. Onestamente, in dieci anni di carriera non mi era mai successo. Con questa moto riesco a esprimere me stesso e sono riuscito a dimostrare a me stesso che sono un pilota forte, e che riesco a vincere”.

Gabriele, un ragazzo semplice e genuino, in sella ad un missile ultrapreparato. Un ragazzo giovane, ma già con le idee chiare e decise: non c’è niente di confuso e casuale nel suo approccio alla moto, anzi. Le sue parole chiave sono precisione, lucidità e feeling. Si guadagna da vivere lavorando in cantiere dal lunedì al venerdì, si tiene in forma allenandosi la sera, in una piccola palestra di boxe, controlla l’alimentazione con rigore e si concede una minima e misurata quantità di svaghi: il sabato sera in pizzeria con la fidanzata, una domenica al mare, le gare di moto (degli altri) in televisione. Ama così tanto la moto, che la patente per la moto non ce l’ha. Non possiede nessun mezzo a due ruote e non ne desidera uno. Non ci si vede proprio a sfrecciare sulla litoranea. È un rischio troppo grande, un rischio che non è disposto a correre. Rischierebbe di non gareggiare più e, per lui, non esiste niente di peggio.

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Durante questo evento abbiamo avuto modo di testare in pista la BMW M 1000 RR del Team Pistard, preparata da HP Race Support, la struttura ufficiale della Casa di Monaco, gestita da Rossano Innocenti, ex capotecnico motorista del Team SBK/STK di BMW Motorrad Italia, presente sul territorio italiano per offrire il suo sostegno tecnico a team e piloti privati che partecipano a campionati nazionali. Il National Trophy è un trofeo “Open”, uno dei campionati più liberi per quanto riguarda il livello di preparazione della moto. Non ci sono limitazioni sull’elaborazione del motore e sull’elettronica e nemmeno vincoli da rispettare per quanto riguarda ciclistica e sospensioni. L’unico paletto che tutti i team devono rispettare è quello di utilizzare la benzina da competizione Panta. Nonostante queste libertà, il Team Pistard ha deciso di utilizzare una BMW M 1000 RR praticamente Stock: il motore è quello di serie della supersportiva di Monaco, ma aperto, controllato e riassemblato con i migliori componenti disponibili, per fare in modo di portare alla perfezione l’accoppiamento delle singole parti. Non ci sono, quindi, componenti speciali nel propulsore, ma la discriminante è nella cura e nell’accoppiamento di ogni singolo ingranaggio.

Così facendo, e dopo un rodaggio al banco, si arriva ad avere un propulsore rodato come un violino, che arriva pure a percorrere 4/5.000 km (di pista a cannone) prima di dover venire sottoposto a revisione. L’elettronica è affidata alle mani esperte di Simone Casaroli: la M 1000 RR da gara riceve un nuovo cruscotto con acquisizione dati, con annesso un kit di regolazione “Race” dedicato per ogni singolo aspetto della moto (offre un maggior livello di dettaglio delle regolazioni), dove vengono aggiunti anche tutti gli altri sensori utili alla telemetria che la moto di serie non ha. Troviamo poi blocchetti dei comandi di tipo racing, freno posteriore al manubrio, sella modificata e impianto di scarico Akrapovič. Per quanto riguarda le sospensioni, invece, sono state sostituite le molle della forcella e il monoammortizzatore. Il forcellone ha poi pivot personalizzati, per permettere ai tecnici di cucire la moto addosso alle esigenze del pilota. Dopo tutte queste modifiche il peso della moto non si discosta molto da quello si serie (i tecnici non si sono voluti sbilanciare su questo dato), ma la potenza arriva a circa 220 CV alla ruota. Il prezzo? Per una moto così preparata ci vogliono circa 50/55.000 euro.

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Quella mattina ci svegliamo con in sorriso in volto, che purtroppo ben presto viene smorzato dalla pioggia, che cade copiosa a terra. Per fortuna, però, dopo qualche ora la precipitazione cessa e piano piano la pista tende ad asciugarsi. Anche se l’asfalto non è ancora in perfette condizioni scendiamo in pista, prima con un turno in sella alla M 1000 RR standard, per riprendere confidenza con la nmoto di serie, e poi in sella alla moto con la quale Giannini ha vinto il National. Appena in sella a questa ci si rende conto di avere a che fare con una moto più muscolosa, la sella è posizionata più in alto, le pedane più arretrate. Come la versione di serie anche questa ha una ciclistica che dà subito una gran confidenza, è più sostenuta in staccata e apertura, e in ingresso e in percorrenza è un bisturi. Ma è proprio in percorrenza che si nota il carattere di questa moto, basta prendere in mano il gas per accorgersi delle differenze. La fluidità del 4 cilindri di BMW lascia il posto qui a muscoli puri. La moto è molto nervosa di erogazione, non digerisce lievi aperture dell’acceleratore e l’effetto on off è molto marcato. Lei non vuole fare curve lente con il gas in mano, ma vuole che la manopola destra sia ruotata completamente.

Ed è in questo momento che ti prende a schiaffi, ti lancia in avanti con la stessa forza di uno shuttle in partenza. Il motore è più corposo di quello di serie, e offre un grande allungo. La quarta e la quinta marcia sembrano non finire mai. È una moto impegnativa, non per tutti. In queste condizioni, poi, con l’asfalto ancora umido non è che metta a proprio agio. Ed è proprio in questo momento che ci viene in mente una riflessione. Questa M 1000 RR del Team Pistard è un missile super affilato, ma… non è poi così facile da guidare come la versione standard. A meno quindi che non sul vostro documento di identità non ci sia il termine “pilota” alla voce professione, la M 1000 RR standard è già oltre alle capacità di guida dei comuni mortali.

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