Statistiche web
05 June 2015

Bienville Legacy: esercizio di stile o prototipo futuristico?

Arriva dall’America una moto esagerata sotto tutti i punti di vista, tecnico ed estetico; è concepita da JT Nesbitt, a capo di una commissione che ha come scopo l’esaltazione delle capacità di design e di artigianato made in USA

Bienville legacy: esercizio di stile o prototipo futuristico?

Questi Americani. Fanno sempre le cose in grande. E senza una briciola di umiltà. Questa settimana ci siamo imbattuti in un prototipo curioso, affascinante, folle che viene proprio dagli USA, con precisione da New Orleans, dove ha sede la ADMCi (American Design and Master-Craft iniziative) una fondazione che riunisce designer e ricconi con tanti soldi da spendere per finanziare idee -a loro dire- rivoluzionarie.

Il progetto che ora occupa le pagine della fondazione (www.admci.org) è una motocicletta, il prototipo di cui abbiamo accennato, che si chiama Bienville Legacy. A capo del progetto c’è JT Nesbitt, il “papà” delle Confederate Motorcycles Wraith e G2 Hellcat. E infatti su questa Bienville ritroviamo molti degli stilemi approntati sulle Confederate: forcella tipo Girder con grosse “lame” in carbonio, telaio “fantasioso”, lavorazioni sopraffine. Nel complesso non si può definire “bella”, questa moto. Non in senso lato, almeno (decidete da soli guardando le foto della gallery). Sicuramente però ne apprezziamo i dettagli, che definire curatissimi è riduttivo. Qui si valicano i confini della tecnica e ci si addentra nel terreno vasto e difficilmente catalogabile dell’arte. Titanio, fibra di carbonio, pelle lavorata a mano, particolari in mogano: l’estetica domina su tutto (come dimostra anche il video).

 

 

Super potente, super ambiziosa

L’estetica domina su tutto, si diceva, persino sul motore, il 4 cilindri a V trasversale di 1.650 cc  raffreddato a liquido della Motus (altro prodotto americano poco o per nulla conosciuto dai più: cliccate qui). Questo propulsore è accreditato per 185 CV, ma con kit super-charger (compressore) arriva -scrivono quelli della ADMCi- a oltre 300 CV…

Ma a che serve tutta questa potenza? Lo scopriamo leggendo gli obiettivi dichiarati dalla commissione che ha partorito la Bienville e che sono al limite del presuntuoso. Citiamo testualmente: “Produrre il prototipo motociclistico più bello e potente che il mondo abbia visto negli ultimi decenni; dimostrare l’equilibrio tra forma e funzione sul ‘campo di battaglia’, fissando tre record di classe al lago salato di Bonneville, nello Utah; stabilire un linguaggio di design durevole e informale che ponga in risalto New Orleans e la Louisiana sulla mappa del design per gli anni a venire; fornire un ‘banco prova’ a 360° che permetta di condividere design, fabbricazione ed esperienza di guida con un gruppo di persone di varia estrazione ed esperienza”.

E prosegue: “La simmetria del design ha portato a sfide ingegneristiche importanti, ma alla fine ottiene un bilanciamento estetico con un ruolo molto specifico, e non un adattamento di componenti generici adattati”.

 

Sospensioni a “lame simmetriche”

Un esempio sono le sospensioni: quattro elementi che definiscono una sorta di forcella Girder all’anteriore e un classico forcellone al posteriore. Ciascun componente è bilateralmente simmetrico, cioè non è solamente uguale sui lati destro e sinistro, ma anche davanti e dietro. Praticamente sono quattro “lame” di carbonio e titanio identiche, due vanno a formare la forcella e due il forcellone. Indubbiamente originale, come soluzione.

 

Ecco perchè un’americana a 4 cilindri

In tutto questo però non vediamo una moto realmente “fruibile”, ma certamente una intrigante prova di design su due ruote, peraltro un bel po’ diversa dai soliti esercizi di stile americani su motori bicilindrici. Ma anche su questo punto le pagine del sito ADMCi ci vengono incontro, fornendo una risposta sulla scelta del propulsore: “Per un’intera generazione di motociclisti americani, e di conseguenza per il resto del mondo, è stato il 4 cilindri a riflettere il top in termini di comfort, stile e velocità. Mentre i bicilindrici americano erano allo zenith della sportività mondiale, era la potenza, la grazia e l’equilibrio dei grossi quattro cilindri a definire il lusso motoristico”.

 

Sarà costosissima

I prototipi annunciano una produzione ultra-limitata per la quale sono previsti fitting personalizzato e geometrie custom, a cui si aggiunge un servizio post-vendita a vita, la spedizione in tutto il mondo, e l’associazione esclusiva al ristrettissimo club di possessori Bienville.

“Mi piacerebbe che questa forma d’arte fosse meno costosa -dice in proposito JT Nesbitt- ma forse il rischio insito rende ogni decisione frutto di molteplici approfondimenti ed esami”.

 

Debutto al festival

La partecipazione alle gare di velocità di Bonneville è ancora lontana. Intanto, stando alle notizie rilevate sul sito della ADMCi, potremo vedere la Bienville Legacy al Goodwood Festival of Speed, il prossimo 25-28 giugno 2015. Se nelle prossime settimane vi trovate nel sud dell’Inghilterra, fateci un salto. E se la Bienville Legacy non vi ammalierà, ci saranno sempre Rossi e Stoner a entusiasmarci con le loro esibizioni sul circuito del Sussex…

© RIPRODUZIONE RISERVATA