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12 August 2009

Popolizio, psicologo degli sportivi: “Le emozioni frenano Stoner”

“Lo stop di Casey Stoner non è dovuto tanto ai problemi fisici. Questi potrebbero invece rappresentare la conseguenza di una situazione psicologica difficile in cui si trova il pilota. Nella storia di ogni atleta ci sono accadimenti che vanno a toccare ed accendere punti di fragilità personali, attivando delle emozioni negative”. Lo sostiene con un’opinione pubblicata da La Stampa il Professor Daniele Popolizio, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del progetto Europa Psicologia e Sport.

Popolizio, psicologo degli sportivi: “le emozioni frenano stoner”


Milano 11 agosto 2009 - “Lo stop di Casey Stoner non è dovuto tanto ai problemi fisici. Questi potrebbero invece rappresentare la conseguenza di una situazione psicologica difficile in cui si trova il pilota. Nella storia di ogni atleta ci sono accadimenti che vanno a toccare ed accendere punti di fragilità personali, attivando delle emozioni negative”. Lo sostiene con un’opinione pubblicata da La Stampa il Professor Daniele Popolizio, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del progetto Europa Psicologia e Sport e direttore del Cenpis (Centro di Psicologia specialistica) di Roma. Popolizio, assiste molti sportivi, fra cui la campionessa di nuoto Federica Pellegrini. Aggiunge Popolizio: “Il fisico molte volte è il miglior termometro di uno stato mentale. Di sicuro il ragazzo ha bisogno di una preparazione adeguata per interpretare la situazione in modo corretto”. Stoner, dopo la rinuncia a correre nelle prossime tre gare del campionato, Brno in Repubblica Ceca, Indianapolis negli Stati Uniti e Misano Adriatico per il GP di San Marino, rischia di subire comunque delle pressioni, perché, per quanto il riposo possa fargli bene, sarà difficilmente una sosta senza pensieri: il suo restare in panchina influenza non poco le vicende della Scuderia Ducati MotoGP. Spiega Popolizio: “Negli sport di squadra, quando un allenatore capisce che un giocatore non è in forma, che sul piano psicofisico non rende come prima, in genere lo manda in panchina. Stoner adesso vive un momento analogo, ma bisogna anche capire che il motociclismo, rispetto ad altri sport, ha un livello di difficoltà nettamente superiore. Per questo motivo tutto diventa ancor più complicato, perché non è possibile sostituire un pilota dall’oggi al domani”. In ogni caso, dice il Professore: “Non credo che l’inizio precoce del pilota ed il suo impegno costante abbiano causato gli attuali problemi”. Come nemmeno le pressioni di famigliari, team e sponsor: “Le difficoltà ed i problemi fisici in particolare potrebbe essere più probabile che escano da un livello inconscio. Può darsi che il ragazzo si stia interrogando dentro di sé: ‘Io cosa voglio veramente?’. Ha bisogno di chiarimenti personali. Per fare un esempio che deriva dal nuoto, è accaduto anche a Laure Manaudou e a Micheal Phelps. A volte si innescano meccanismi particolari, causati da forze emotive, i cui effetti possono manifestarsi all’improvviso. Casey sta chiedendo spazio e Stoner deve essere messo per un attimo da parte”. Naturalmente quello di Popolizio è solo un parere personale, ma è facile considerare che trovi un fondamento nella crisi di identità e di fisco del pilota australiano. Stoner ha debuttato nella MotoGP nel 2006 in sella alla Honda “clienti” del team di Lucio Cecchinello, arrivando dalla 250 con la fama di uno che cadeva sempre. Non è migliorato tanto nell’anno del debutto nella Classe Regina, ma poi ha dimostrato di essere un leone durante la successiva stagione 2007 quando ha trovato la fiducia della Ducati e ha regalato il titolo iridato alla scuderia di Borgo Panigale. Stoner ha comunque il merito di essere stato l’unico pilota ad aver capito fino in fondo la Desmosedici. Di essere riuscito a domarla e a farla crescere, portandola al vertice del campionato iridato e lasciandosi dietro Honda e Yamaha che sino a quel momento avevano primeggiato. Forse è andato in crisi quando ha realizzato che con il Titolo mondiale del 2008 Valentino Rossi ha dato prova di essere ancora il milgiore. Casey ha, comunque, capito che gli farà bene  rimanere per un po’ in disparte, anche se questo gli costerà il campionato: ora è terzo in classifica con un distacco di 37 punti dalla prima posizione occupata da Valentino Rossi, ma se rientrerà ad Estoril, per il Gran Premio del Portogallo, come ha detto di voler fare, gli resteranno solamente quattro gare da disputare con cui gli sarà impossibile raccogliere un numero di punti sufficiente a conquistare il Mondiale.
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