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Piemonte: dal Forte di Fenestrelle al lago di Malciaussià, fra le curve della Val Chisone

La Val Chisone è una terra di storia militare (testimoniata dai forti in essa insediati), poco conosciuta ai turisti e che offre viste suggestive oltre al piacere della cucina tipica locale.

TRE FORTI

TRE FORTI Cosa c’entra una fortezza militare ed annessa escursione in montagna con un itinerario turistico? Tutto e niente, dipende dai punti di vista. Se si viaggia da soli, la moto è per costituzione uno “spazio” per meditare. In questo viaggio viene ancora più facile perdersi in riflessioni, a cominciare dal Forte di Fenestrelle, il complesso militare più alto d’Europa. Un colosso sospeso, che per una visita richiede una buona giornata, abbigliamento da passeggiate in montagna, pranzo al sacco, pazienza e buona gamba. Nonostante gli eccellenti salumi e formaggi piemontesi reperibili in valle, suggeriamo di stare leggeri per il contenuto dello zainetto. Il bastione è ben segnalato: da Fenestrelle, presa la direzione Depot, rapidamente troviamo il parcheggio ed entriamo alla biglietteria per attendere la nostra guida. L’itinerario di visita parte dal Forte San Carlo, la zona più “giovane”, a salire verso il centrale Forte Tre Denti e termina al Forte delle Valli, in realtà il primo ad essere stato ultimato. Mentre si sale si comprende il significato della solitudine in cui il gigante è immerso: questa fortificazione nacque con lo scopo di difendere ma soprattutto di intimorire. Posta in un luogo strategico, permette di osservare contemporaneamente più passi e vallate di quanto si possa immaginare, tanto che nessuno ha mai nemmeno pensato di poterla attaccare. Brezza e vento sono quasi sempre presenti in questi punti e ci accompagnano per tutto il tour, così come accompagnano gli abitanti di queste zone durante tutto l’anno: il paese ed il forte, in particolare, si trovano all’incrocio di diverse valli minori con conseguente ventilazione costante, un maglioncino sotto mano è sempre consigliato.

FENESTRELLE

FENESTRELLE È posta nel punto più stretto della Val Chisone, che è conformata come una V rovesciata, impossibile pensare di attraversarla (con scopi bellicosi) senza essere avvistati da qualcuno da questa posizione o dai numerosi posti di guardia sparsi nelle pendici attorno… Durante la passeggiata ci appassioniamo e guardiamo tutto con occhi militari. La vista è ottima ma anche la camminata è stata divertente, la pausa pranzo per caricare le pile è più che necessaria. I boschi attorno sono abbastanza verdi e fitti. Dal ’700 circa fino ai primi anni del ’900, però, quasi tutte queste montagne sono rimaste spoglie: la legna serviva sia come materiale da costruzione sia come fonte di riscaldamento. Inoltre il bosco avrebbe permesso ad impavidi cecchini di avvicinarsi alle postazioni di difesa. A noi sembra impossibile pensare a questo angolo di storia come ad un posto brullo e senza piante, invece qui di fatto nessuno ha mai sparato: impossibile espugnare queste valli, meglio combattere in altri luoghi. Anche se non ci sono riferimenti diretti, sembra il luogo adatto all’ispirazione de “Il deserto dei tartari”, romanzo pubblicato da Dino Buzzati nel 1940 che viene a volte rappresentato in versione teatrale dalle compagnie che si esibiscono al forte. Siamo arrivati in scooter e non abbiamo, in pratica, nemmeno fatto un metro di strada in sella: strano modo di viaggiare su due ruote! L’abbiamo presa comoda, ormai è quasi ora di cena e pensare a cosa doveva essere l’inverno nelle galere senza finestre non ci ha riscaldati... Nelle vicinanze è possibile trovare gradevoli strutture, tanto per chi pratica lo sci che per chi apprezza la montagna in estate; in primavera non è nemmeno necessario prenotare con troppo anticipo. Il nostro agriturismo è gradevole e soprattutto ben dotato di vacche da alpeggio e capre, animali calmi ed abituati al contatto con la gente. In primavera l’affluenza di turisti è modesta e la calma, insieme con la solitudine che ci ha trasmesso la visita al forte, sono davvero totali, specie nelle ore serali. Per cena vi consigliamo di attingere ai prodotti locali: carni rosse, formaggi d’alpe e di lunga stagionatura, torte, biscotti, paste dolci con farina di mais o castagne. Suggeriamo agli incontentabili la tradizionalissima panna cotta o il “bunet”, un budino con nocciole, amaretti ed una vena di rum. Dato che la zona e la meta si sono ben prestate a relax e meditazione, suggeriamo di accompagnare il pasto principale con rossi della zona, quindi Barbera, Nebbiolo o Dolcetto

VALLE DI VIÙ E VAL DI SUSA

VALLE DI VIÙ E VAL DI SUSA L’indomani la nostra visita prosegue verso la Valle di Viù: dal 31 maggio al 31 ottobre è possibile passare a Susa direttamente da Fenestrelle, costeggiando il maniero e attraversando il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, sul passo del Colle delle Finestre. L’etimologia di questo nome non si sa se derivi dal latino finis terrae (ultimo confine orientale del regno dei Cozii) oppure dal fatto che storicamente le case avevano piccole finestre, per ridurre al minimo le imposte comunali che gravavano appunto sulle aperture delle case. La via nell’area del parco è una strada bianca ben tenuta e affrontabile con quasi tutti i tipi di moto, anche perché il tratto non asfaltato è lungo solo 8 chilometri. Penetriamo la Val di Susa fino ad Avigliana, quindi saliamo verso il Colle di Lys, percorso conosciuto ai ciclisti. Scendiamo per il Colle San Giovanni e muoviamo in direzione di Viù. Arrivati nei pressi di Margone, la strada diventa di montagna, non particolarmente angusta ma molto suggestiva. L’ultimo tratto è aperto in date variabili, dalla primavera all’autunno, a seconda delle condizioni climatiche.

LAGO DI MALCIAUSSIÀ

LAGO DI MALCIAUSSIÀ Gli ultimi 100 metri di salita al lago di Malciaussià sono davvero belli, con tornanti strettissimi a salire sulle pendici delle montagne. Questo lago, ingrandito dalla diga costruita nel 1932 per alimentare una centrale idroelettrica, costituisce la fonte della stura di Viù. Nelle montagne attorno sgorgano i piccoli torrenti che nascono da altri laghi alpini e si versano in questo bacino più grande, visitabili con percorsi alpinistici di discreto impegno. Anche qui regnano pace, tranquillità, solitudine. Se la giornata è serena, data l’altitudine (1.805 m) ed i bei prati circostanti, ci si può riposare e fermarsi a prendere il sole. Stranamente e fortunatamente non è una meta molto frequentata da turisti o vacanzieri, che preferiscono in questo lato la più ampia e conosciuta Val di Susa. Per noi è stata una degna meta, in linea con il misticismo che ha caratterizzato la prima parte del nostro viaggio.

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