Come rivedrà sul territorio l’organizzazione dei dealers?
“Ho in mente un’impostazione diversa dal passato, incentrata sui servizi e sulla vicinanza al cliente, ma anche ai dealer. Per farlo, dobbiamo diventare più capillari sul territorio. Oggi abbiamo 130 concessionari in Italia, di cui fortemente attivi solo una parte, ma vorremmo arrivare entro fine 2021 a 200-250 dealers sul territorio nazionale. Attraverso una crescita graduale e un maggior presidio del territorio che ha già visto l’incremento degli agenti e una divisione dell’Italia in 12 zone, coordinate da un unico direttore commerciale”.
Perché in Italia Peugeot Motocycles non ha ancora sfondato come altrove?
“Perché il mercato italiano degli scooter è orientato ai ruota alta per ragioni culturali legate al concetto di sicurezza. Per esempio in Francia, dove Peugeot è fortissima, va molto bene il Pulsion, che monta ruote da 14” all’anteriore e da 13” al posteriore, quindi non particolarmente grandi”.
Secondo lei è un vantaggio gestire un Marchio che fa anche auto?
“Certamente, perché possiamo sfruttare la sinergia per la ricerca e lo sviluppo, in particolare su prodotti tutto sommato affini come la vettura e lo scooter. Connettività e sicurezza sono le prime due voci di questo travaso tecnologico. Senza considerare che il mercato scooter del futuro sarà anche elettrico, e qui l’auto ha un vantaggio tecnologico enorme che può essere molto utile alle due ruote”.
E sui prodotti più tradizionali?
“Abbiamo all’orizzonte un modello premium nella categoria GT con motorizzazione di 300-400 cc per un utilizzo a più ampio raggio. Ma in generale vorremmo andare a riposizionare tutta la nostra gamma su uno standard medio alto e con un’immagine più giovane e aggressiva, come per esempio è successo per il Pulsion. Dato il successo, quella sarà la base anche del modello motorizzato 300 cc che arriverà nel 2021”.
Continuerete a investire sul tre ruote?
“A Eicma è stato presentate il nuovo Metropolis, ha tratti stilistici riconducibili a Peugeot ed è un prodotto di alta qualità. In Francia sono in fase di test per la versione elettrica, che dovrebbe aprire a un nuovo concetto di mobilità urbana. Mahindra, che detiene il 100% delle nostre azioni, ha fatto un grande investimento in Formula E, e questo si rifletterà presto o tardi anche sulla produzione commerciale”.
Le moto vere e proprie?
“Se devo rispondere da appassionato, spero proprio presto, magari addirittura anche nelle corse, dove ricordo con piacere quanto realizzato dal mio amico Pecco Bagnaia come pilota ufficiale Mahindra in Moto3. Tornando alle moto stradali, il concept di Eicma ha registrato un ottimo gradimento, anche se la partita si giocherà soprattutto sui mercati asiatici. Abbiamo una piattaforma di motori su base 300 cc che però possono essere declinati tra 150 e 500 cc. Questa la base su cui lavorare per tutti i mercati, compreso quello italiano, dove vedo bene la 300 vista al Salone”.