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di Beppe Cucco
14 February 2020

Petrucci: “la nuova Ducati è un passo avanti, migliorare ancora è difficile”

In occasione della conferenza stampa Nolangroup abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Danilo Petrucci, che ci ha parlato della nuova Ducati Desmosedici GP 20, dei punti deboli della moto, dei prossimi test in programma, del mercato piloti, del suo futuro, di Marquez, Quartararo, delle nuove Michelin…

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In occasione della conferenza stampa Nolangroup, durante la quale sono stati annunciati i risultati commerciali dei primi mesi dopo l’acquisizione da parte dei francesi di 2Ride Group, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Danilo Petrucci. Il Petrux ci ha parlato della nuova Ducati Desmosedici GP 20, dei punti deboli della moto, dei prossimi test in programma, del mercato piloti, del suo futuro… Ecco le sue parole.

Come hai trovato la nuova Desmosedici GP 20 nei primi test di Sepang?

La nuova moto è un passo avanti rispetto a quella dell’anno scorso. Non abbiamo risolto ancora il 100% dei problemi o delle cose che non ci piacciono, però è stato un passo avanti. Abbiamo provato alcune cose, non c’erano grossissime novità a livello strutturale, però arriveranno durante l’anno. Più che altro è stato un perfezionamento della moto dell’anno scorso. Stiamo facendo un grande lavoro sia noi come piloti, sia il team sulla moto. È chiaro che la competizione è grandissima. Ducati lotta contro le case più grandi del mondo, che hanno risorse forse decine di volte più grandi, sia a livello di numeri che di persone. Quindi è sicuramente apprezzabile quello che i tecnici stanno facendo. È un grandissimo impegno da parte di Ducati, ma migliorare una moto che comunque si è giocata il mondiale negli ultimi anni è difficile”.

Ci hai parlato di punti deboli, quali sono?

Siamo molto forti in accelerazione e frenata, e abbiamo una buonissima aerodinamica. È chiaro che vorremmo migliorare la velocità a centro curva, che penso sia quello che ci possa far fare ancora di più la differenza. È difficile avere una moto che vada bene in tutte le circostanze, quindi bisogna sempre cercare un compromesso. È veramente difficile trovare anche solo un qualcosa che possa farci migliorare un decimo su due minuti di giro. A guidare la moto è un essere umano, ed entrano in gioco numerosi fattori che possono condizionare il tutto”.

Tra una decina di giorni ci saranno i test in Qatar, cosa porterete?

Con Dovizioso faremo una simulazione gara in simultanea. Il fatto di poter condividere la telemetria con Andrea è un aspetto che in Ducati dobbiamo sfruttare. Siamo gli unici che lo abbiamo fatto lo scorso anno e che possiamo continuare a farlo. Il fatto che due piloti lavorino insieme è un grande surplus: hai la possibilità di vedere i Dati di due moto nello stesso posto nelle stesse condizioni, anche di gomme, e questi dati si possono poi confrontare. A livello di materiale non so cosa porteremo. Ducati si sta impegnando tantissimo, ma ancora non so cosa riusciranno a produrre, me lo diranno prossimamente. Però abbiamo le idee chiare su quello che dobbiamo migliorare a livello di setup per il Qatar”.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

L’obiettivo è quello di far meglio dello scorso anno, non sarà facile, però sicuramente è possibile. Ho capito dove ho sbagliato lo scorso anno e quali sono stati i miei punti deboli. Ho un anno in più di esperienza e anche lo scorso anno mi giocavo il rinnovo contrattuale, quindi non è una situazione che mi è nuova. Vorrei fare il meglio possibile, soprattutto far meglio dell’anno scorso”.

Quest’anno il mercato piloti è iniziato ancor prima dell’avvio di stagione, che ne pensi?

È una cosa che faccio fatica a capire, perché secondo me bisogna muoversi almeno dopo le prime gare. Per esempio io lo scorso anno a metà campionato ero terzo, a quattro punti dal secondo, e poi invece sono arrivato distante. Questo significa che i valori sono cambiati molto durante l’anno. Viñales all’inizio dell’anno ha faticato moltissimo, alla fine si è dimostrato fortissimo, forse era l’unico che poteva battere Marquez e quest’anno sarà uno dei contendenti al titolo. Perciò faccio molta fatica a capire perché ci si vuole muovere così presto. Però non faccio io il mercato e quindi devo adattarmi a questa scelta. L’unica cosa che posso fare è andar forte fin da subito”.

A fine 2020 scade il tuo contratto con Ducati, cosa farai?

Fin da quando sono arrivato in MotoGP ho sempre voluto correre con la Ducati, ci sono riuscito e come ho detto fin dall’anno scorso voglio correrci il più possibile. Io voglio far bene con questa moto e far bene per me stesso. Se questo basterà sarò contento, se non basterà voglio avere la sicurezza e la serenità di aver dato il massimo”.

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In una lunga chiacchierata con tutti i presenti all’evento, Danilo ha commentato poi anche le nuove gomme Michelin provate a Sepang: “chiaramente Michelin ha dovuto fare una gomma che vada bene per tutte le moto, e le moto hanno caratteristiche diverse. C’è sicuramente da lavorare. Non siamo andati piano, ma dobbiamo migliorare rispetto a come eravamo partiti lo scorso anno, che nei test di Sepang c’erano quattro Ducati davanti. Quest’anno è più difficile, almeno all’inizio. Per quanto riguarda lo spettacolo questo è un bene, perché a Sepang c’erano i primi 10 piloti in 3 decimi. Se fosse stata una gara ci sarebbero stati 10-12 piloti in lotta per il podio, e questo è quello che interessa alle persone che guardano. È chiaro che per noi significa maggior difficoltà. Dobbiamo esser bravi a capire come sfruttare queste gomme e a esser veloci come lo siamo stati l’anno scorso. In realtà la difficoltà sta nel saper essere veloci senza aggredire le gomme. Noi spesso ci troviamo in un week end che in qualifica facciamo il record della pista con una gomma, e poi con la stessa gomma ci facciamo la gara. Quindi è una gomma straordinaria, perché riesce a fare il tempo e riesce a fare 120 km con lo stesso passo. Con queste nuove coperture abbiamo notato un maggior degrado, ma perché noi abbiamo delle caratteristiche che ci obbligano ad usare le gomme in un determinato modo. Dobbiamo capire come andare incontro a queste nostre necessità”.

Petrux fa poi un’analisi della stagione appena passata: “all’inizio della stagione avevo faticato le prime 2-3 gare, ma in ogni caso avevo chiuso sempre sesto. Il problema era che alla fine dell’anno quando faticavo chiudevo intorno alla decima posizione, non ero più a ridosso dei primi cinque. Ho lottato tutto l’anno con Alex Rins per fare terzi nel mondiale e alla fine Viñales ci ha fregati entrambi. In ogni caso è stata una grande lotta, io ho fatto una parte iniziale di stagione molto buona, poi volevo fare di più, ma ho fatto degli errori che me l’hanno impedito. Non è che nel finale di stagione mi accontentavo e ho chiuso il gas. Ogni volta che esco di casa per una gara voglio arrivare davanti il più possibile”.

Inevitabile anche un confronto con i diretti avversari di quest’anno: “Marquez è sempre l’uomo da battere, e finora ci sono riuscito solo una volta. Il problema è che quando è in difficoltà, lui chiude secondo o terzo. È difficile lottare con lui per il Campionato. Ora ci sono anche altri piloti veloci, però lui resta l’uomo da battere. Nei test non si è visto tanto, anche per le sue condizioni fisiche, ma avrà usato i test per fare prove più dettagliate. Quartararo è stato il rivale di Marquez alla fine della scorsa stagione e quest’anno punta al titolo: ha più esperienza e guida una moto ufficiale. Quando lo trovo in pista, nei test e nelle prove, sembra non stia spingendo, poi quando provo a seguirlo… non ci riesco. Ha uno stile di guida molto pulito, e anche quando sembra che non spinga sta andando fortissimo. L’unico suo aspetto che può essere negativo è che è giovane. Anzi, l’unico aspetto negativo è che va troppo forte!”.

Danilo chiude con un occhio alla sicurezza: “stiamo cercando di fare il massimo anche sotto questo aspetto. Negli ultimi anni sono state introdotte diverse novità, come l’airbag e un’omologazione più severa per quanto riguarda i caschi. Il nostro è uno sport rischioso, ma ogni venerdì ci troviamo tutti in Safety Commission e per fortuna danno ascolto alle nostre richieste. Negli anni abbiamo migliorato tante cose. Sono molto attento alla sicurezza e per questo faccio attenzione anche al casco che indosso. La testa qui dentro ce la metto io e la batto io, mi interessa sapere che funzioni”.

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Danilo Petrucci e la sua Ducati Desmosedici GP 20

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