Caro Massimo, in effetti stiamo parlando di massimi sistemi. Decidere che la Multistrada è migliore della GS è stato molto faticoso, visto che parliamo di due eccellenze, che procurano entrambe gioia e un grandissimo piacere di guida, anche se in maniere diverse. Partiamo dal confort: la distanza sella pedane sembrerebbe sfavorire la Multi (515 mm contro i 590 della GS), ma le pedane della BMW sono più arretrate, costringendo le gambe a una piega un po’ scomoda (o meglio, meno comoda che su Ducati).
Riguardo alle borse, oltre a quelle in plastica, effettivamente poco capienti, nel catalogo Ducati ci sono anche quelle in alluminio, più capaci delle Vario alla massima estensione (35-41 litri la Multi contro i 39-29 della GS), e con gli agganci per ulteriore carico. Le alternative in alluminio della GS, tuttavia, riportano in leggero vantaggio la BMW: 44-36 litri, 4 in più a favore della bavarese. Inoltre, sulla GS valigie più sella passeggero creano un pratico piano d’appoggio per i bagagli, presente anche sulla Ducati, ma non così omogeneo.
Il consumo è elevato, ma immaginiamo non sia un problema troppo grave per chi può permettersi una moto così pregiata. Quello che più conta per i grandi viaggiatori è l’autonomia e qui le differenze non sono macroscopiche: la Multi deve fare rifornimento dopo 307 km, mentre la GS arriva a 332. Parliamo del calore: si sa che, da sempre, i motori a V longitudinali, e non solo loro, hanno il problema dei cilindri posteriori che sparano il calore sulle cosce dei piloti. La faccenda s’è fatta drammatica con l’aumentare delle cilindrate, delle potenze e con l’arrivo delle marmitte catalitiche. Erano famigerate, per questo, le Multi bicilindriche e le KTM 1190: con queste moto, guidare in città in agosto era pesante. Da allora vengono studiati sistemi per diminuire tale calore: la Multistrada V4 dispone di un sistema di alette che estrae il flusso di aria calda, allontanandola dalle gambe. La moto scalda ancora, ma in modo tollerabile; solo che GS e Tiger scaldano meno. Durante la scorsa Italian Challenge abbiamo viaggiato con temperature fino a 42 °C, senza soffrire più di tanto il caldo alle gambe. Infine, precarico: è manuale solo sulla forcella, non al posteriore; non esiste ancora il precarico attivo all’anteriore.