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08 September 2011

Per i piani futuri di Peugeot Motocycles in Italia, l’a.d. Enrico Pellegrino ha l’asso nella manica

“Il leone deve tornare a ruggire” ha detto in un’intervista a Motociclismo l’amministratore delegato di Peugeot Motocycles Italia, Pellegrino. Intende triplicare le vendite degli scooter francesi, attraverso una ristrutturazione della rete di vendita, con un esempio che parte da Napoli. Piani per addio ai motori Piaggio.

Per i piani futuri di peugeot motocycles in italia, l’a.d. enrico pellegrino ha l’asso nella manica

 

Milano“L’ho promesso ai francesi: venderemo tre volte quello che vendiamo oggi. Mi sono preso una bella gatta da pelare. Anzi, più che con un gatto ho a che fare con un leone. È quello che abbiamo nel nostro marchio, e deve tornare a ruggire. Oggi non spaventiamo più di tanto, 9.000 pezzi tra cinquanta e targato, troppo pochi”. Lo ha detto Enrico Pellegrino, in un’intervista concessa in esclusiva a Motociclismo.

 

Il futuro dei veicoli a due ruote della Casa francese sarà concentrato anche sul travaso in essi di tecnologie sviluppate per le automobili del leone. Per questo la nuova sede della filiale italiana di Peugeot Motocycles si trova di fianco alla Divisione automobilistica, come conferma Pellegrino, che specificato: “Lavoreremo a stretto contatto con questo mondo. Ne ricaveremo un aiuto sul fronte del design e della tecnologia, due settori strategici per il nostro futuro”

 

Facciamo presente al manager italiano che riportare Peugeot in alto è una sfida difficile e ci risponde: “Siamo ottavi nella hit parade. Però come quota del mercato scooter siamo al 3,9%, l’anno scorso eravamo sotto di un punto. Abbiamo migliorato grazie ai cinquantini. Ovviamente, crescere di un punto fa piacere, ma siamo talmente piccoli che questo incremento muove poco in un mondo così grande come quello dello scooter. Peugeot merita una diversa posizione, lo dice la sua storia: alla fine degli anni 80 avevamo quasi il 20% del mercato. Con il Metropolis, abbiamo inventato la mobilità in città”.

 

Ma quali errori avete fatto per essere così in basso?

“Il primo è stato quello di non seguire l’esigenze del mercato. Siamo stati lenti ad adeguarci a quello che volevano i clienti. Per esempio, il Geopolis 250 è arrivato nel 2006 e ha avuto pochi rinnovamenti in un settore che si è evoluto moltissimo. Altro errore è la rete dei concessionari. Sono molto critico e realista: la rete Peugeot non soddisfa gli standard minimi del mercato. Ma abbiamo, comunque realtà incredibili in questa rete: a Napoli, una piazza dominata dagli scooter, abbiamo il 25% del mercato, con un concessionario che segue solo noi e che fa 1.400 pezzi all’anno. Questo dimostra che il marchio Peugeot, se trattato con serietà, entusiasmo e passione, può dare tanta soddisfazione. Diversamente se siamo il settimo marchio in uno show room pieno di altri scooter, non siamo considerati con la dovuta attenzione. Però, ripeto, non è il nostro posto. Oggi siamo ben messi nei ruote alte grazie al Geopolis 300, ma per voltare pagina ci vorranno tre o quattro anni”.

 

Quando vedremo i nuovi scooter?

“Al Salone di Milano ci saranno due anteprime mondiali. In direzione del maxiscooter da 300-400 cilindrata oltre a un 125. Progressivamente faremo a meno dei propulsori di Piaggio perché Peugeot ha deciso grandi investimenti proprio per i motori. Già abbiamo i nostri motori nei 50 cc e lanciato il Citystar con un 125 fatto da noi. Seguirà il 200 e stiamo sviluppando propulsori di media e alta cilindrata per tutta la gamma”.

 

Niente altro per Milano?

“Non posso dire di più, ma entreremo in un segmento dove non siamo presenti. E non si tratta di una moto”.

 

L’intervista completa su Motociclismo di settembre 2011, in edicola.

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