Pellicer vince l’africa race, deludente l’iscrizione di piloti al via: solo 8 moto, 8 automobili e 4 camion
Dakar (SENEGAL) 11 gennaio 2009 – CAMBIO CAMPO Mentre la Dakar
Rally
Raid 2009 attraversa il Sudamerica, l’Africa Race si è conclusa a Dakar,
il luogo che diede il nome a quella che si ricorda come la mitica “lunga
africana” e che, oggi, è diventata la “lunga sudamericana”.
Lo spagnolo
José Manuel Pellicer, in sella alla BMW del team Burn Profiltek, ha vinto
la prima edizione della nuova corsa che si è svolta in Africa dal 26 dicembre
all’11 gennaio, aggiudicandosi la vittoria in 10 tappe su 11:
nell’ultima
è arrivato quarto.
NUMERI BASSI Va però detto che Pellicer era l’unico pilota forte
iscritto
alla Africa. Infatti la corsa ha attirato molti meno piloti rispetto a
quelli attesi: gli iscritti totali erano 8 moto, 8 automobili e 4 camion.
Delle moto ne sono giunte al traguardo 7, fra cui le Suzuki degli italiani
Michele Gallizia, quinto, e Carlo Alberto Migliazza, sesto classificato.
EREDITÀ COMODA L’organizzatore dell’Africa Race, il
francese Hubert
Auriol, si proponeva di creare un rally ad alto livello, ma meno impegnativo
(sia economicamente, sia sportivamente) della Dakar e per lo sviluppo della
corsa aveva utilizzato alcune strutture lasciategli in eredità dalla A.S.O.,
la società parigina organizzatrice della Dakar. La A.S.O., nel 2008, aveva
rotto all’ultimo i contratti con alcune organizzazioni del Marocco, della
Mauritania e del Senegal, motivando la decisione con i troppo elevati rischi
legati al terrorismo. Ma gli Stati coinvolti avevano già messo in piedi
parte del “circo” per ospitare la corsa e così, un po’ per
limitare
perdite economiche e problemi con vari sponsor, si è fatto il matrimonio
fra i tre Stati e l’Africa Race. Hubert Auriol, pur avendo dichiarato
di non volersi mettere in competizione con la Dakar, probabilmente sperava
che in molti rinunciassero ad iscriversi all’edizione 2009 della lunga,
anche per via dei costi e delle complicazioni legati alla trasferta in
Sudamerica.
PRESSING Invece, trascorso poco tempo da quando ha ufficializzato la
decisione di spostare la corsa nel Nuovo continente, la A.S.O. ha avviato
un pressing sui team, grandi e piccoli che fossero, per convincerli ad
iscriversi e, nell’impresa, ha avuto ancor più successo di quello che
si aspettava. Complici tariffe agevolate per chi era nell’elenco di
partenza
della Dakar 2008 e una rinnovata attenzione mediatica, che ha attirato
nuovi sponsor; il rally ha fatto breccia in molti monitor di emittenti
televisive locali.
TRA DIRE E FARE Così l’Africa Race ha avuto ben poche carte da
giocare.
In più, ad inizio dicembre, poco prima della partenza e quindi della fase
conclusiva delle iscrizioni, avevano cominciato a circolare alcune voci
circa l’impossibilità di Auriol e del suo staff di pagare i crediti ai
fornitori e di accordarsi con i tre Stati africani. Le voci hanno scatenato
un mezzo putiferio: le squadre avevano già rischiato di perdere il denaro
versato alla A.S.O., sebbene questa sia un organizzatore consolidato. Chi
non si era ancora iscritto alla Dakar, invece, considerato il precedente
del 2008, una volta ricevuta la notizia delle difficoltà di Auriol, si
è tirato definitivamente indietro. Insomma, la prima edizione della Africa
Race non è stato proprio un debutto brillante.