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12 September 2013

Ogni moda è passeggera. Parola di biker

Il revival anni ‘60. Il vintage. Il custom. Fenomeni che hanno preso piede anche in Italia, solo che adesso si esagera: i prezzi per le moto usabili per fare delle special, magari café racer, hanno raggiunto livelli assurdi. Quanto durerà il fenomeno “rock”?

Ogni moda è passeggera. parola di biker

Cena all’Ace Cafe, ieri sera, in occasione della presentazione della nuova Royal Enfield Continental GT. Gustosa, anche se i salutisti non la riterrebbero molto sana: salsicce, pane imburrato, insalata russa, lasagne (all’inglese), pollo al curry. E birra a fiumi. Niente moto, poi: siamo venuti qui in taxi. Tutte le volte che veniamo a Londra ci fermiamo in questo locale sulla North Circular Road, per rivivere l’atmosfera dei Sixties. Mark Wilsmore, il proprietario, giubbino in pelle e capelli impomatati, è uno splendido anfitrione: gira tra i tavoli, chiacchiera con gli avventori, scalda l’atmosfera con un megafono. Chi viene all’Ace Cafe è appassionato di moto, si sa. E lo è di un certo genere di moto: le cafe racer. Fuori, nel parcheggio, si vedono alcune – poche – naked e sportive moderne: la maggior parte sono Triumph, BSA, Norton, Harley persino, Royal Enfield ovviamente. Tutte d’epoca, con freni a tamburo e cromature in abbondanza (sfogliate la gallery). Chi le guida – anche in questo piovoso e anticipato autunno londinese – sembra uscito da un film di cinquanta anni fa: chiodo d’ordinanza, casco a scodella, “boots” e jeans con risvolto. Sottofondo: musica rockabilly.

 

IL VINTAGE NON INVECCHIA. IN COMPENSO COSTA

Mentre ci avventiamo su un piatto di fish&chips, riflettiamo su questo fenomeno. Il revival anni Sessanta. Il vintage; il custom. Ha preso piede anche in Italia. È incredibilmente “cool”. I sociologi dicono che sia colpa (o merito) della crisi: non ci sono soldi e perciò ci si lega ad oggetti e mode inossidabili, che durano nel tempo. Un giubbino vintage non può invecchiare, perché vecchio lo è già. Idem le moto. E la musica. Solo che adesso si sta esagerando, penso io. Fino a qualche anno fa riuscivi a comprare una moto vecchia a poche lire, la sistemavi con un po’ di lavoro in box, la elaboravi con pezzi recuperati in discarica. E, con meno di uno stipendio, avevi una bella special da usare anche tutti i giorni. In fondo è la filosofia cha ha animato le prime customizzazioni del secondo dopoguerra. Solo che ora su siti come eBay non riesci a trovare un catorcio di Honda Dominator a meno di 1.000 euro. Se cerchi una giapponese anni Settanta i prezzi salgono di diverse migliaia di euro. Non parliamo poi delle inglesi! Le stesse moto che fino a dieci anni fa riuscivi a metterti in garage con cinquecentomila lire ora te le puoi permettere solo facendo un mutuo. E poi ci sono preparatori (o sedicenti tali) che ti propongono moto scarnificate (alleggerite, dicono loro) al doppio del prezzo di listino. Ecco, questo proprio non lo capisco. Come non capivo, alcuni anni fa, i jeans strappati che andavano tanto di moda. Ammetto che di fashion non capisco molto – quasi nulla, in realtà – ma perché devo pagare dei pantaloni rovinati più di uno stesso paio intonsi? Anche io ho i buchi nei jeans, ma si sono fatti dopo anni di utilizzo… Sono glamour senza saperlo. E senza volerlo.

 

TUTTO SCORRE

Torniamo un istante all’Ace Cafe. Le casse diffondono musica rockabilly. Bello.

Nel piazzale bagnato da una pioggia leggera, delle splendide mono e bicilindriche inglesi raccolgono goccioline sui serbatoi tirati a lucido. Bello.

L’odore di patatine fritte invade l’aria, mentre rockers e pin-up si avvicendano al bancone. Bello.

Il tempo sembra essersi fermato a mezzo secolo fa. Però, alla lunga, anche tutto questo mi stufa un po’. Vorrei indossare abiti diversi da questo giubbino in pelle, vedere altre moto, ascoltare altra musica. Aspettiamocelo. La moda passerà. E ci ritroveremo con moto vecchie e pantaloni stracciati. Totalmente fuori moda.

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