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Vitpilen: il futuro “stradale” di Husqvarna

Il prototipo roadster Husqvarna Vitpilen 701 andrà in produzione e pare che la versione di serie non sarà molto diversa da quanto visto a Eicma. Almeno, così spera Maxime Thouvenin responsabile del design delle Vitpilen (401, 701 e 125). L’abbiamo intervistato in esclusiva

Non solo tassello

Da un paio di edizioni di Eicma, allo stand Husqvarna compaiono prototipi di evidente estrazione stradale, o comunque dal look e dai contenuti molto diversi da quanto siamo abituati ad associare alle cattive Husky da enduro, cross o motard. Abbiamo visto la Concept 701 nel 2013 (che ha generato le 701 Supermoto ed Enduro); nel 2014 è stata la volta delle “sorelle” Vitpilen e Svartpilen 401; lo scorso anno è arrivata la bellissima Vitpilen 701, mentre quest’anno ci aspettiamo di vedere la naked stradale motorizzata col 1.300 cc della Super Duke, una moto tra le più paparazzate degli ultimi mesi, insieme alle versioni definitive delle 401, annunciate in produzione per il 2017, affiancate dalla 125. Chiaramente sono arrivate nel frattempo anche novità nell’offroad (enduro, cross, motard), ma quello che ci aveva detto Oliver Göhring (dir. Gen. Husqvarna) in un’intervista di inizio 2016 che vi invitiamo a rileggere, la gamma stradale si amplierà, sarà sempre più originale ed esclusiva, abbraccerà anche cilindrate alte e si posizionerà nel segmento premium.

Immaginare, disegnare e produrre: quanto si perde nel percorso?

Ma si sa, i prototipi sono sempre bellissimi e lasciano a bocca aperta, solo che poi quando vanno in produzione perdono un sacco delle particolarità che la fantasia dei designer aveva creato. Succederà anche alle Husky stradali quello che è successo alle motard con la 701, che nella versione di produzione - diciamocelo - non c’entra nulla con la Concept 701? Per cercare di capirlo, abbiamo intervistato direttamente Maxime Thouvenin, in Kiska dal 200 e responsabile del design delle Husqvarna Vitpilen (401, 701 e 125). A dire la verità, oltre a lui, abbiamo intervistato anche Gerald Kiska, capo della struttura che nei dintorni di Salisburgo disegna le KTM e le Husqvarna, gli abbiamo chiesto del rapporto di interdipendenza tra le due Case e di come si differenzieranno sempre più. Sia a Kiska che a Thouvenin abbiamo chiesto come si riuscirà nell’intento di sfruttare le sinergie con Mattighofen riuscendo non solo a mantenere l’anima di una delle Case di moto più antiche del Mondo, ma anche a traghettare il Marchio verso un futuro in cui dovrà per forza emergere sempre più una caratteristica originale. E poi quando cominceremo a vedere i frutti di questo percorso, quanto si differenzieranno dai prototipi, come si svilupperà la tanto sbandierata “apertura stradale”, quante Husqvarna si venderanno in futuro…
 
Per tutte le risposte, non perdetevi Motociclismo di agosto, che trovate in edicola, ma intanto ecco un assaggio del bel servizio firmato Marco Riccardi.

“le Vitpilen non sono cafè racer o vintage. Sono diverse da ogni altra moto”

La Vitpilen 701 di serie sarà come quella vista a Eicma?
Vi dico subito che la linea gialla sarà mantenuta anche sulla moto di serie. Non sarà esattamente così, ma ci sarà. Potete anche non crederci ma quel tratto deciso che taglia in due la moto è il primo schizzo da dove sono partito per disegnare la 701. A differenza della 401, che appare molto più adatta a chi si avvicina alla motocicletta per la prima volta, la 701 è pensata per un motociclista più maturo e competente, la moto è più meccanica, più tecnica. È molto compatta e cercheremo di mantenerla il più possibile vicino a quella vista a Milano. Il silenziatore non sarà lo stesso e altri dettagli come il filtro saranno modificati. Arrivare ad avere tutti, o quasi, questi dettagli, è una sfida che devono ora affrontare gli ingegneri del reparto Ricerca & Sviluppo di Mattighofen.
 
Quale è stata la parte più difficile da disegnare delle Vitpilen?
Credo che con la Vitpilen abbiamo introdotto qualcosa di semplice, non aggressivo e sicuramente inusuale con il resto delle motociclette che si vedono oggi. La parte difficile è stata quella di amalgamare vari elementi tanto diversi tra loro per avere, alla fine, una moto semplice, ma non banale. All’inizio avevamo preso varie e disparate direzioni di design, abbiamo realizzato centinaia di schizzi, oggi diventa quasi normale perché i computer facilitano il compito.
 
Come definirebbe la Vitpilen? Cafe racer, retro bike, vintage...
Qualcuno pensa che mettendo un pezzo di lamiera da qualche parte o qualche cromatura in più si possa parlare di classic o di vintage. Così si rischia di banalizzare tutto. La nostra moto sicuramente non è una retro bike, nemmeno una classic e per niente è vintage. In realtà abbiamo creato un nuovo target.
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