Il pregiudizio su una moto concepita per fare “un po' di tutto” è quello che non possa regalare prestazioni ottimali in tutti gli aspetti che si è cercato di far coesistere. Bene, dopo aver guidato la Versys 650 tale pregiudizio decade, perché quello per cui è progettata lo fa e lo fa bene.
Il percorso scelto da Kawasaki per testarla è vario, ha come meta le colline piemontesi, in particolare il piccolo e grazioso comune di La Morra (CN). Partendo da Milano, non c’è modo di sfuggire al traffico della città ma che ci piaccia o no, la Versys nasce anche per fare questo. Nel traffico si destreggia in maniera egregia, con l’agilità di uno scooter ma il piacere di guida di una moto. Ci sorge un po' il dubbio su come possa comportarsi ad andature più veloci vista questa grande maneggevolezza, ma almeno per il momento questo dubbio dobbiamo tenercelo.
Il nuovo display TFT è davvero molto chiaro, i comandi sul blocchetto sinistro per gestirne le funzioni lo sono ancora di più, nel giro di un minuto abbiamo capito come settare o poter visualizzare tutti i parametri di interesse. Durante il tratto autostradale abbiamo avuto modo di constatare che la sella è ottima e la protezione aerodinamica pure, il parabrezza è regolabile su 4 livelli, ma anche nell’impostazione più bassa assicura una buona protezione dall’aria. L’unico piccolo disturbo, lo si può percepire in termini di vibrazioni, al manubrio, poiché ad alcuni range le vibrazioni tendono a farsi sentire. L'autostrada ci permette di toglierci il dubbio che avevamo in precedenza: nonostante la grande maneggevolezza, anche ad andature sostenute la Versys risulta stabile.
Durante la prova abbiamo percorso asfalti abbastanza vari, soprattutto in termini di grip, il KTRC (Kawasaki TRaction Control) in un paio di curve particolarmente scivolose ha fatto il suo ingresso. Ci teniamo a precisare che questa non è una moto con una potenza che richiede il continuo intervento del traction control, però in particolari situazioni, come nel nostro caso oppure sul pavé bagnato, è utile averlo ed è un valore aggiunto alla sicurezza complessiva della moto.
Tra le curve della strada che collega Rossiglione a Sassello abbiamo avuto modo di testarla a un ritmo un po' più sportivo, la ciclistica ha dato prova dell’eccellente lavoro di bilanciamento che negli anni Kawasaki ha fatto sulla Versys. La forcella (regolabile nel precarico e nell’estensione) riesce a copiare molto bene le sconnessioni e gli avvallamenti. Il monoammortizzatore (che dispone della regolazione del precarico da remoto) lavora in sintonia con l’anteriore e non ha mai dato il minimo cenno di rimbalzo, neanche con il tris di valigie montato. Se a questo insieme si vanno ad aggiungere i freni, davvero molto potenti e ben modulabili, la cornice finale è una moto molto divertente, che impegnando pochissimo è riuscita a destreggiarsi molto bene in tutte le situazioni.
Solo una cosa avremmo desiderato: il cruise control di serie, almeno per i più ricchi pacchetti Tourer+ e Gran Tourer. Un accessorio che su una moto orientata anche ai lunghi viaggi, viste le sue ottime caratteristiche di comodità e protezione dall’aria, sarebbe potuto essere molto comodo.