Non prodotti super-economici da mercato emergente, ma proposte accattivanti anche per i più giovani come la
Yamaha MT-03 e la
BMW G 310 R. È riapparsa quella che fu la motoleggera e il suo linguaggio essenziale. Oggi tornano a parlare semplice la Ducati
Scrambler Sixty2, la Suzuki
Van Van 200, la
Mash Scrambler, la
Mondial Hipster, l’Italjet Scrambler, la
BMW R nineT Scrambler. Dunque scrambler, tante scrambler, ma non solo scrambler. Quest’anno sono nate altre famiglie, ugualmente meravigliose, che si ispirano al passato con fedeltà e con fantasia. Il classicismo così autentico di Triumph passa per le nuovissime Street Twin (
che abbiamo recentemente provato: vi diciamo tutto su Motociclismo di gennaio 2016),
Bonneville T120,
Thruxton e Thruxton R. La tradizione di Moto Guzzi risplende sulle cromature della
V9 Roamer ma anche nel nero opaco della sorella
Bobber. La cifra di Yamaha invece sta tutta nell’heritage: il motore e la ciclistica ultramoderni delle nuove
XSR900 e
XSR700 si lasciano fasciare dalla
livrea Speedblock in tinte anni Settanta alla Kenny Roberts. Si dirà che certi fenomeni riguardano solo le moto basiche. Invece l’effetto nostalgia ha investito anche il segmento per sua stessa natura più refrattario al regresso tecnologico: quello delle supersportive. Sì certo, l’
Aprilia RSV4, la Ducati Panigale 959 (
qui il video del nostro test) e la
Kawasaki ZX-10R si sono irrobustite e imbellettate. E non sono passate certo inosservate la piccola
KTM RC 390 e soprattutto la
concept Suzuki GSX-R 1000. Ma alzi la mano chi – sedicente smanettone - non si è emozionato ancor di più davanti alla
Suter MMX 500. Bisogna domandarsi come mai una moto da corsa svizzera in puro stile anni Ottanta oggi ha così tanto appeal in mezzo ai mostri sacri italiani e giapponesi.