Un'occasione che comunque non è andata persa del tutto, visto che ogni tanto torna alla ribalta grazie all'inventiva di qualche customizer volenteroso, come ad esempio Rodney Serra, papà della NH78 che tutto è tranne che un preparatore esperto. Rodney, infatti, di professione fa l'architetto, ma nel cuore nasconde un amore viscerale per il mondo del design e, ancor di più, delle moto. Due passioni che affronta da autodidatta e che ha voluto far convivere nel suo progetto, un mix di modernità e minimalismo estremo che ha partorito una super naked che sembra uscita dritta dritta dalle pellicole anni Ottanta di Mad Max.
Come un moderno Dr. Jeckyll e Mr. Hyde, Rodney per tre anni si è diviso tra la sua figura di architetto di giorno e di apprendista preparatore di notte (e nei weekend). Saldatrice, sega, smerigliatrice e pochi altri attrezzi: insomma un preparatore self-made con tanta voglia di fare.
Ma andiamo sulla moto. La carrozzeria è composta da due gusci in metallo tenuti insieme da una fettuccia arancione che corre dall'ipotetico cannotto di sterzo alla sella: una soluzione tanto semplice quanto pratica. Questa sorta di spina dorsale è poi collegata a due telaietti in tubi che, oltre a sorreggere le citate sovrastrutture, probabilmente servono a irrigidire l'ossatura della moto nel suo complesso.
Il suo design tagliente e multisfaccettato, insieme alla verniciatura antracite opaco, sono una chiara dedica allo Stealth eppure, guardandola bene, si può notare una certa somiglianza - nelle forme e nelle proporzioni - con la streetfighter austriaca 1290 Super Duke, nonostante il faro anteriore sia di una Yamaha MT-125. Dal catalogo Rizoma sono arrivano invece gli indicatori di direzione, il manubrio, le manopole, il portatarga e il fanale a led incastonato a filo nella struttura della sella pilota, mentre per la strumentazione e i comandi elettrici, la scelta è caduta per il primo su Koso e per i secondi su RebelMoto.