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Nicky Hayden: due anni fa l'addio a Kentucky Kid

Il 22 maggio 2017, dopo un tragico incidente, all'ospedale Bufalini di Cesena si spegneva Nicky Hayden. Oggi, a due anni di distanza, il suo ricordo è più vivo che mai
1/30 Nicky Hayden in sella alla Ducati MotoGP in livrea "USA" in occasione del test del 2009
Sono passati due anni da quel 22 maggio del 2017, giorno in cui Nicky Hayden si è spento a 35 anni in seguito ad un incidente in bici in provincia di Cesena. Un addio improvviso che ha lasciato un enorme vuoto nel mondo del motociclismo, sia tra gli appassionati sia tra gli addetti ai lavori. Un vuoto che non potrà mai essere colmato in alcun modo, se non con il ricordo del pilota ma soprattutto della persona che Nicky era. Un anno fa, a tenere vivo il suo ricordo, è stata la mostra “A Million Dollar Smile” ad Imola che ha ripercorso il lato umano e quello professionale del Kentucky Kid, mentre ad Owensboro (USA), città natale del Campione del Mondo MotoGP 2006, è presente una statua in onore del pilota americano. Sempre negli Stati Uniti, il Circuit of the Americas ha rinominato la curva 18 “Hayden Hill”, dato che sulla collina adesso splende il numero 69 del pilota americano. Durante l'ultimo GP delle Americhe, sono stati osservati 69 secondi di silenzio sulla griglia di partenza della MotoGP.

La carriera di Nicky Hayden

Nicholas Patrick Hayden, soprannominato “Nicky”, nasce ad Owensboro, Kentucky, il 30 luglio 1981. Da bambino Nicky, insieme ai fratelli Tommy e Roger Lee, si avvicina al mondo delle moto grazie al papà Earl, l’archetipo del “papà da corsa”. Inizialmente sulle ruote tassellate, si sposta poi progressivamente verso la pista, fino ad arrivare alle derivate di serie: con il numero 69, ereditato dal padre, nel 1998 approda nell’AMA Supersport, passa poi per la 750 Superstock e la Formula Extreme, ed arriva nel 2000 nella classe Superbike. Nella stagione di esordio, a soli 19 anni, chiude 2°. Negli anni successivi ci riprova a vincere il campionato: chiude solamente 3° nel 2001, mentre nel 2002 centra la vittoria e diventa il pilota più giovane a primeggiare nell’AMA SBK. In quello stesso anno prende parte alla 200 miglia di Daytona e arriva 1° e fa la sua comparsa nel Mondiale Superbike, in qualità di wild card a Laguna Seca, ottenendo un 4° posto in Gara 1 con la Honda RC51, ossia la VTR1000SP.
Nicky Hayden ai tempi dell'AMA SBK con la Honda
Il 2003 è l’anno del grande salto nel Motomondiale: Nicky Hayden entra nel Repsol Honda Team affiancando Valentino Rossi (che vince il titolo in quell'anno). Il debutto dell'americano è di rispetto: termina 5° e colleziona due podi. Nel 2004 Rossi va in Yamaha ed al fianco dello statunitense arriva in Honda il veterano Alex Barros. Nicky, nonostante due piazzamenti a podio, chiude 8° a causa di un infortunio e di diversi ritiri. Nel 2005 arriva la prima vittoria, davanti al proprio pubblico a Laguna Seca, e grazie a tre podi il Kentucky Kid chiude la stagione 3°, precedendo il suo compagno di squadra, Max Biaggi. Il 2006 sarà la miglior stagione per Hayden: 10 podi, di cui 9 nelle prime 11 gare, e due vittorie. Nell'ultima gara della stagione, il Kentucky Kid chiude in terza posizione e, complice la caduta di Rossi, si laurea Campione del Mondo MotoGP, interrompendo così il dominio del Dottore nella massima serie del Motomondiale.

Le due successive stagioni con la Honda ufficiale non sono all’altezza delle aspettative: 8° nel 2007, 6° nel 2008 con 5 podi complessivi ma nessuna vittoria. Hayden passa così alla Ducati, con la quale correrà dal 2009 al 2013. Nei primi 3 anni con la Desmosedici colleziona un podio per ogni stagione, passando dal 13° posto del 2009 (il peggior risultato con la Ducati) al 7° posto del 2010 (il miglior risultato con la Ducati). Nelle successive 4 stagioni riesce sempre a finire in Top 10, ma i risultati a cui aveva abituato in Honda sembrano ormai lontani. Per le stagioni 2014 e 2015 abbandona Borgo Panigale e raggiunge Aspar Martinez, per correre con la Honda Open. Complice anche un infortunio, che l’ha tenuto fuori per quattro appuntamenti, il Kentucky Kid però non riesce a chiudere le stagioni in Top 15.
Nicky Hayden festeggia la vittoria del Titolo Iridato in MotoGP nel 2006 a Valencia
Dopo 13 stagioni, Nicky dice addio ai prototipi da GP e nel 2016 ritorna “alle origini”, ovvero alle moto derivate di serie. Con il Team di Ronald Ten Kate, Hayden prende il posto di Guintoli e si mette alla guida della CBR1000RR Fireblade SP, affiancando l’olandese Michael Van Der Mark. L’esperienza pluriennale dello statunitense si fa vedere sin da subito: il primo podio arriva ad Assen, mentre sotto il diluvio universale della Malesia conquista, in Gara 2, la sua prima vittoria in WSBK. Era da 10 anni che Hayden non saliva sul gradino più alto del podio, e da 7 che un pilota statunitense non vinceva in Superbike. Nello stesso anno conquista un'ulteriore podio, al Lausitzring, e chiude l’anno con un ottimo 5° posto, nonostante una moto a fine carriera.

Nel 2017 Hayden viene affiancato da Stefan Bradl per cercare di sviluppare e rendere competitiva la Honda CBR1000RR SP2. La moto è però molto acerba e, nelle gare disputate dall'avvio della stagione, Hayden riesce a finire solo due volte in Top 10 in Thailandia, mentre nel suo ultimo GP disputato, ad Imola, si è ritirato in Gara 1 per problemi tecnici e ha chiuso al 12° posto in Gara 2. Il 22 maggio di due anni fa poi, il terribile incidente.
Nicky Hayden ad Imola nel 2017, la sua ultima gara disputata prima del tragico incidente
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