KTM vuole bilanciare le squadre e il Team De Carli non si fa scappare l’opportunità di portarselo in casa, tornando così a schierare un pilota in MX2 assieme a Cairoli in MXGP. L’idea è buona, lì può crescere in un gruppo più “latino”, a fianco di un Campione come Tony e con la totale attenzione di Davide De Carli, pronto a subentrare a papà Claudio all’interno della squadra di famiglia quando andrà in pensione.
L’inverno scorre bene, Prado cresce anche a livello fisico e affina le armi, prendendo spunto da Tony. Lavora sulla partenza (oggi è quasi sempre davanti alla prima curva), sulla gestione del weekend, evolve la tecnica di guida puntando sulla leggerezza. Tutto funziona e l’obiettivo Mondiale è concreto. Poi, all’improvviso, Prado commette un’ingenuità da ragazzino e si rompe stupidamente un braccio alla vigilia degli Internazionali d’Italia. Se non tutto è perduto, l’interruzione della preparazione impedisce a Jorge di arrivare al 100% al via del Campionato. Jonass, invece, da Campione in carica, è in palla e vince i primi tre GP a punteggio pieno. Ma dalla quarta gara ad Arco di Trento Prado inizia la sua rimonta e vince in Trentino, in Portogallo, in Germania, in Francia, a Ottobiano e fa sue anche le due tappe indonesiane. Jonass accusa il colpo e alterna vittorie a gare incolore, dimostrando una non perfetta tenuta mentale. I due arrivano in Repubblica Ceca a pari punti e Prado non sbaglia: fa suo il GP e conquista la tabella rossa di leader, che torna in casa De Carli dopo 10 anni, cioè nell’ultima stagione di Cairoli in MX2.