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MV Agusta: "Moto2 una scommessa, moto elettrica qualcosa di lontanissimo”

La nostra intervista a Enrico Pellegrino, Responsabile Business & Network di MV Agusta. “Ripartiamo da una base solida: la bellezza” – “In 5 anni le nostre vendite saranno quasi decuplicate” – “Prima Europa e America, poi tutti gli altri mercati: diventeremo un Marchio globale” – “Essere premium non significa fare solo maximoto super tecnologiche”

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Enrico Pellegrino, passione per le armi e trascorsi nel judo a livello agonistico, è un vero combattente. Oltre che un manager con lunghe esperienze in Ducati, Yamaha e Peugeot. Non ci ha sorpreso vederlo accettare senza indugio la sfida di decuplicare in 5 anni le vendite di MV.

MV Agusta è un glorioso Marchio che ha attraversato momenti difficili negli ultimi anni: quant’è difficile la sfida che ha accettato?

“Non conta quant’è difficile, le dico solo che è entusiasmante. MV Agusta è il brand più affascinante che esista nel mondo delle due ruote e poterci lavorare è un sogno”.

Qual è il valore che MV ha saputo mantenere pur nelle mille difficoltà della sua storia recente?

“La bellezza. Ripartiremo da qui e ci svilupperemo velocemente e con l’entusiasmo dei tempi d’oro, perché i numeri dicono che abbiamo un’altissima potenzialità di crescita”.

Qual è il primo passo sulla strada del rilancio?

“Cercare di creare intorno a MV un ambiente che porti l’appassionato a trovare qualcosa di eccezionale, di unico, di esclusivo. Quasi un viaggio subliminale nella bellezza della passione. L’opera d’arte che una moto come MV riesce a esprimere genera un seguito di imprenditori appassionati (i concessionari, ndr) in grado di comprendere i valori del Marchio e quindi di venderlo”.

Discorso meraviglioso… ma nella pratica?

“Dobbiamo introdurre il concetto di MV Experience, gli MV Store, creando un punto esclusivo tra la passione del cliente e la bellezza del nostro prodotto. Stiamo lavorando per aprire, in ogni città/ provincia, rilevante in termini di mercato, un MV Store”.

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MV Agusta Rush 1000 2020

Il successo di un’azienda si basa sul prodotto. Se non c’è quello, un bel dealer può essere una meravigliosa scatola vuota.

“Abbiamo in programma investimenti enormi sia sulla struttura sia sul personale. Il prodotto è il fulcro di questo nuovo progetto presentato dal nostro Presidente. Dalle fabbriche MV usciranno prodotti coerenti col brand, vale a dire le migliori moto concepibili in termini di design, tecnologia e prestazioni”.

Lei è un manager che macina numeri e al momento abbiamo parlato un po’ in astratto: quante moto pensate di vendere ed entro quando pensate di riuscire a farlo?

“C’è un piano quinquennale che è già stato già comunicato. Gli obiettivi sono 25.000 unità da qui a 5 anni rispetto alle attuali 3.000. Parliamo quindi di decuplicare quasi i nostri numeri. Se penso al potenziale del Marchio, mi dico che questo traguardo è ambizioso ma raggiungibile”.

Sa meglio di me che certe impennate delle vendite non possono passare anche da un presidio del mercato al di fuori del perimetro europeo.

“La realtà è che oggi il mercato non sta crescendo, ma si sta modificando velocemente. L’Europa pesa il 2% del totale immatricolato, cioè quasi nulla. Il Paese che traina è l’India, con 18 milioni di pezzi l’anno, e poi c’è la Cina, con 11 milioni. Però l’Europa è fondamentale per costruirsi una credibilità. La vera sfida quindi è crearsi un’immagine da una parte e fare i volumi dall’altra. Non dimentichiamoci poi del Nord America, un mercato enorme, difficile, molto particolare. La nostra crescita sarà graduale a livello globale: priorità a Europa e America, dopodiché, quando arriverà la nuova gamma, ci rivolgeremo anche agli altri mercati”.

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MV Agusta Brutale 800 RR SCS 2020

Può permettersi un Marchio premium di fare una motina per gli indiani necessariamente competitiva nel prezzo e quindi difficilmente rispondente ai requisiti di eccellenza di cui ci ha parlato finora?

“Essere premium non significa avere moto di 1.000 cc o dotate del miglior pacchetto elettronico. Essere premium significa produrre la moto migliore o lo scooter migliore all’interno della rispettiva categoria di appartenenza. Pensate per esempio a Yamaha: nel 2000 lancia il Tmax e la prima impressione è stata... questi sono pazzi o sono dei geni! Oggi dopo vent’anni il TMax costa 12/14.000 euro e ne vendono tantissimi. Questo per dire che anche una grande Casa super specializzata nelle moto da sogno come la R1 può esplorare nuovi segmenti, magari ritenuti minori, e riscuotere un grande successo. A patto che questa esplorazione sia fatta in modo coerente con la propria storia. Questo significa essere premium”.

Il suo Presidente ci ha detto che vuole fare di MV l’anti Ducati.

“Per ritagliarsi una fetta di mercato sempre più grande dobbiamo semplicemente essere il punto di riferimento per chi vuole comprare un Marchio esclusivo. E noi vogliamo essere il punto di riferimento di tutti gli appassionati, anche di quelli che comprano altri brand”.

Vedremo mai una MV elettrica?

“Sono favorevolissimo allo scooter elettrico, ma per me la moto è e resterà ancora a lungo un oggetto a due ruote con un motore che canta. Altrimenti sopprimeremo una passione. Oltretutto occorre dire che è non è vero che l’elettrico sia a impatto zero: cosa succederebbe in Italia se all’improvviso 15 milioni di autovetture elettriche venissero messe sotto carica? Non siamo pronti, ci vorranno anni ancora”.

Lei ha un’esperienza di corse nel Motomondiale con Peugeot: come lo vede in Moto2 il futuro di MV?

“Le corse sono fondamentali. È importante realizzare anche nel contesto sportivo una parte della promessa dell’azienda di essere leader per prestazioni e tecnologia. La Moto2 è una scommessa, uno strumento che deve servire a rinforzare il brand awareness e a dar risalto all’ambizione dell’azienda”.

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