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Lucky Explorer 9.5: il test

Abbiamo messo le mani sul prototipo della Lucky Explorer 9.5, la nuova adventure bike di MV Agusta. L’esemplare che abbiamo provato è definitivo a livello di ergonomia, quote ciclistiche e al 90% per la taratura delle sospensioni. Ecco le prime impressioni di guida

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Lucky Explorer 9.5 

La Lucky Explorer 9.5 è la nuova adventure bike di MV Agusta spinta da un inedito tre cilindri di 950 cc. Per conoscere nel dettaglio questo nuovo modello vi rimandiamo al nostro articolo di presentazione, oppure all’articolo in cui vi accompagniamo in un viaggio in CRC, per scoprirne la tecnica e lo stile, e a Schiranna, per analizzare il suo nuovo 3 cilindri e salire in sella al prototipo! Qui sotto trovate le prime impressioni di guida, con i pregi e i difetti della moto.

L’esemplare che stiamo provando è definitivo a livello di ergonomia, quote ciclistiche e al 90% per la taratura delle sospensioni. Del motore ancora non si può dir nulla, troppo embrionale la sua gestione elettronica per dare giudizi, ma del resto ce n’è a sufficienza per capire che tipo di moto dobbiamo aspettarci. Primissima impressione: leggera, baricentro basso, molto maneggevole, davvero una bicicletta. L’ergonomia è buona, con le gambe poco piegate e pedane giustamente posizionate, anche se avremmo preferito averle un pelo più arretrate in ottica fuoristrada e quindi guida in piedi. Il manubrio è abbastanza lontano dal piano di seduta e questo porta ad avere le braccia piuttosto distese, cosa che favorisce certamente il comfort nei lunghi viaggi. Incredibilmente elevato l’angolo di sterzata, sembra una enduro monocilindrica! Si può girare la moto in un fazzoletto e questo, unito alla notevole sensazione di leggerezza, fa sì che ci si senta subito a proprio agio.

I freni non hanno ancora l’ABS montato, per cui anche la risposta, che ora è abbastanza brusca al primo tocco di leva, cambierà con l’evoluzione dell’impianto. Quello che però già di vede molto chiaramente è che ha dei freni quasi da sportiva, grazie anche alle pinze freno Stylema di Brembo, con tanta potenza a disposizione.

Capitolo sospensioni: le Sachs, quasi deliberate nella loro taratura definitiva, sono amore/odio, rispettivamente davanti/dietro. Il monoammortizzatore (dotato di leveraggi e serbatoio separato, oltre al comando remoto per il precarico) tende a comprimersi subito di diversi cm (offre 210 mm di escursione alla ruota), per poi andare a lavorare in accelerazione abbastanza basso e chiuso di compressione, limitando il comfort. Certamente manca ancora qualcosa in termini di tarature per trovare la messa a punto ideale, ma c’è tempo, perché proprio le sospensioni sono l’elemento che continua a cambiare fino alla produzione. La forcella con steli da 48 mm e 210 mm di escursione è splendida, morbida di idraulica per avere i giusti trasferimenti di carico e molto scorrevole. Insomma, ci siamo. Anche grazie al lavoro della forcella, nonostante l’aderenza precaria, il feeling di guida è subito buono, la moto trasmette con sincerità ciò che avviene tra pneumatici (Bridgestone AT41) e suolo. La luce a terra è di 235 mm (con il cavalletto centrale, che sarà di serie), mentre la sella è a quota 835-860 mm, regolabile. Quella del prototipo da noi guidato, non è definitiva: lo schiumato è troppo morbido e con forma poco smussata nella parte anteriore. A conti fatti, però, consente di toccare bene terra con i piedi.

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Lucky Explorer 9.5 

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