Caro direttore, dopo 20 anni nel settore, sono ancora innamorato della geniale semplicità del motore 2T: ha una fase utile a ogni giro di albero motore e semplice perché fa il tutto senza la complicazione di assi a camme, punterie, valvole e tutto il cinematismo della distribuzione. Infatti il pistone, durante il suo moto alterno, già necessario per azionare l’albero motore, apre e chiude contemporaneamente le luci di travaso e scarico per immettere nella camera di combustione la miscela fresca e scaricarla a combustione avvenuta. Ovviamente è difficile fare le cose in fretta e bene! È ovvio quindi che i consumi sono più alti e così pure le emissioni, in particolare gli idrocarburi incombusti (HC) che escono dallo scarico durante la fase di lavaggio. Ma i vantaggi del 2T sono anche altri: la maggiore potenza specifica, la leggerezza e il minor costo di produzione, per cui in determinate applicazioni, era la scelta ottimale. Infatti i fuoribordo e le moto di piccola cilindrata erano dotati di motori a 2T finché i limiti alle emissioni inquinanti non li hanno messi fuorilegge. Visti i vantaggi del 2T sul 4T non varrebbe la pena di fare qualche sforzo per salvare questo motore? Finora però, tutti gli sforzi fatti si sono risolti in una maggiore complicazione e costo. In pratica si sono persi per strada alcuni dei suoi principali vantaggi.
Credo che varrebbe la pena di lavorare sul motore a 2T così come lo conosciamo, semplicemente rinunciando a un po’ delle sue superiori prestazioni ritardando le luci di scarico e travaso, come avevamo fatto il secolo scorso per rientrare nei limiti di velocità dei ciclomotori MOFA 25 per il mercato olandese. I giri di potenza massima erano scesi da 5.500 a 3.500 e la potenza era calata in proporzione; allora non si misuravano i gas inquinanti, ma sono sicuro che, con una carburazione ben tarata, avremmo potuto avere un motore semplice e pulito senza troppe complicazioni. Luci troppo piccole e ritardate sarebbero facilmente ostruite da incrostazioni carboniose, ma posso garantire che prove allora fatte con oli speciali sintetici per 2T hanno eliminato il fenomeno. La strada da seguire è quella di rinunciare solo a uno dei vantaggi del 2T, la maggior potenza specifica, e mantenere tutti gli altri. Si potrebbe provare anche, per ridurre la percentuale di olio nella miscela, a utilizzare olii sintetici per 2T: con cilindri in alluminio con canna trattata al nikasil prove da me fatte con percentuali di olio dello 0,5% avevano dato buoni risultati. Meglio ancora: si potrebbero usare cuscinetti a tenuta stagna per l’albero motore e gabbie a rullini sempre a tenuta stagna per l’occhio di biella. Le strade da seguire ci sono, si tratta di crederci e provare con la testardaggine e l’energia che solo l’amore ti può dare.
Ing. Benso Marelli
ex direttore di produzione Garelli