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Dall'Argentina l'idea di un motore ad acqua

Un motore a scoppio alimentato ad acqua salata? Si può fare. O almeno, questo è quello che è riuscito a realizzare Santiago Herrera, un ragazzo argentino che ha sfruttato il processo dell'elettrolisi

Benzina, gasolio, olio di colza, girasole, metano: per alimentare il motore a scoppio nel tempo si è provato (e si sta provando) di tutto, ma alla fine il risultato è che ogni alternativa inquina. Anche l’elettrico, alzato a “salvatore” della causa, con tutte le sue problematiche legate alla produzione e allo smaltimento delle batterie.

Qualcuno però, ogni tanto, prova a proporre qualcosa di diverso, come questo studente di agraria argentino, il diciottenne Santiago Herrera, che ha modificato un piccolo monocilindrico affiché possa andare ad acqua salata. Una volta pubblicato sui social, il suo lavoro ha fatto il giro del mondo come è giusto che sia, vista la giovane età, l’impegno e l’entusiasmo messi in un progetto in cui crede.

L’idea di Santiago Herrera è tanto semplice quanto - si spera per il futuro - efficace: sottoporre l’acqua salata al processo di elettrolisi, cioè la scomposizione nei suoi singoli componenti originari, ossigeno e idrogeno, tramite l’uso dell’energia elettrica, utilizzando il secondo come carburante.

Quella di utilizzare l’acqua non è un’idea nuova, nel 2016 girò in rete anche un il video di un brasiliano - Ricardo Azevedo - che modificò la propria Honda NX200 alimentata ad acqua “lavorata” tramite il processo dell’elettrolisi, in cui attraverso l’energia elettrica riuscì a produrre idrogeno (il carburante) e vapore acqueo (elemento di scarto).

Entrambe potrebbero essere la soluzione a tutti i mali che farebbe rientrare il motore endotermico tra le fila dei “buoni”, con la pace di tutti i suoi detrattori.

Il condizionale, come spesso accade, è d’obbligo, perché di certo, per ora, non c’è nulla se non progetti portati avanti da privati cittadini come il giovane Santiago Herrera, mentre a crederci dovrebbero essere le imprese, con il loro bagaglio tecnico ed economico, visto che, oltre alla presenza di una potente batteria (il motociclista brasiliano ha utilizzato una da auto), il motore richiederebbe modifiche ad hoc.

Ed è qui che tutto si ferma: il motore a “elettrolisi” non è per ora efficiente, nel senso che i costi di realizzazione sono alti, proprio come lo sono quelli relativi alla produzione e lo stoccaggio diretto dell’idrogeno che, per ora, fatica ad attecchire come soluzione alternativa agli idrocarburi e all’elettrico.

Ma fiché ci saranno persone d’ingegno come Santiago, mai dire mai.

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