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Abbracciamoci al Mugello

L’Emilia Romagna alluvionata è una ferita se possibile ancor più dolorosa per chi, come noi, ne conosce il patrimonio motoristico: 6 Case costruttrici, 4 autodromi, 188 team, 31 fra musei e collezioni. Tuttavia le più esposte all’impeto della natura sono state le persone “normali”, come i tantissimi romagnoli che lavorano nel paddock. Domenica al GP d’Italia si meritano l’abbraccio di colline piene di tifosi

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Suona muto il telefono dello storico rivenditore Moto Europa a S. Agata sul Santerno, a pochi chilometri dal circuito di Imola, fresco di cancellazione del GP di Formula 1. È la prima telefonata che faccio dopo che ha rotto gli argini il Santerno, il fiume a cui quel piccolo paese, per una crudele ironia della sorte, deve il proprio nome. Raggiungo il titolare Romolo Balbi dopo aver recuperato il suo numero di cellulare. Mi dice con la voce rotta dall’emozione che la sua azienda è stata graziata ma che intorno a sé vede l’apocalisse. Ha messo a disposizione della comunità l’esperienza di una vita, recuperando moto incessantemente.

A Lugo, Solarolo, Faenza, Ravenna. Alcune sono rimaste intrappolate per giorni nei garage sotterranei, immerse nell’acqua. Altre trascinate per chilometri dalla furia del fango e ridotte a carcasse di ferro e plastica. Purtroppo la sua officina invasa dal fango non può ospitarne più di una ventina insieme. L’ultima che trova spazio è una Vespa 125 con l’acqua dentro il cruscotto, le lancette immobili come dentro un acquario. È fiducioso di ripristinarla. A differenza della Guzzi recuperata il giorno precedente con terra e acqua nella cassa di aspirazione: quando il fango si sarà asciugato, sarà duro come il cemento e impossibile da scollare. Ha molte più possibilità di sopravvivenza uno Scrambler nuovo fiammante, 23 km tondi tondi. Fa rumori sinistri dalla puleggia ma i cuscinetti non cigolano più. La sua proprietaria ha ritrovato il sorriso, per quanto oggi sia difficile sorridere.

La storia di Romolo è la sua storia, ma chissà quant’è simile a quella di tante officine piccole e grandi di altri 42 comuni alluvionati. Tra questi c’è Forlì, dove ha sede il Galliano Park, il kartodromo che ha allevato i più grandi piloti del mondo. Un tempo Rossi e Dovizioso, oggi Bagnaia, Bezzecchi, Marini e altri ancora. La pista gestita dalla famiglia Fantini è stata completamente devastata dall’esondazione del fiume Ronco. Sono ancora una volta queste piccole perle della Motor Vally, spesso a conduzione famigliare, a pagare il prezzo più alto.

Tra le grandi industrie del territorio conosciute in tutto il mondo non si segnalano danni. La notizia è una bellissima notizia che tuttavia rende ancora più amara la situazione di chi è piccolo e deve affrontare la devastazione. Tra i big fa eccezione solo Benelli, costretta a chiudere per due giorni a causa di un allagamento. Pure un importante fornitore come il Mollificio Padano, eccellenza faentina della minuteria metallica, ha subito danni che hanno causato diversi giorni di ritardo nelle consegne. Idem per la vicina Officine Perini, specializzata nella “meccatronica” di precisione.

Il bello di questa brutta vicenda è che i grandi non hanno guardato da lontano questa catastrofe, esprimendo anzi una solidarietà che solo l’Italia dei motori poteva dare al proprio territorio d’elezione. Maserati, Ferrari, Lamborghini e Stellantis, proprietaria di una fabbrica di motori a Cento, nel ferrarese, hanno devoluto un milione di euro a testa alla Protezione Civile della Regione. Il Gruppo Piaggio ha lanciato #RideForEmilia, restituendo 200.000 euro alla Protezione Civile durante una bellissima cavalcata della solidarietà all’Aprilia All Stars di Misano Adriatico. Ducati non è stata da meno, donando la medesima cifra e riconoscendo le ore di assenza come ore retribuite a tutti i dipendenti che hanno avuto problemi con l’alluvione.

Ora tocca anche a noi. In concreto, certo. Ma oltre alle donazioni sarebbe bellissimo ritrovarsi l’11 giugno al Mugello, in occasione del GP d’Italia. La popolazione del paddock, che non è composta solo da piloti milionari, vive per larga parte nelle zone alluvionate, ed essere là quanti più possibile sulle colline del Mugello, sarebbe un po’ come stringersi intorno a lei con un abbraccio.

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