Per me, Sepang è un circuito orribile. Perché nel 2011 c'è morto Marco Simoncelli, mentre nel 2015 ci sono stati i famosi screzi tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Inoltre la gara di domenica scorsa l'ho trovata noiosella, dal punto di vista dinamico. A parte lo scambio di sorpassi tra Bagnaia e Martin, per il resto abbiamo visto quei quattro là in testa staccarsi tra loro sempre di più, con posizioni congelate fino alla fine. Ma a rendere questo GP molto importante c'è il ritorno alla vittoria di Enea Bastianini, dopo un lunghissimo periodo di crisi. Enea un anno fa ha stupito tutti, vincendo quattro gare da privato, con una Ducati del 2021. Poi, dopo test invernali buoni ma inferiori a quelli del compagno di squadra Bagnaia, Enea è stato affondato da Marini nel corso della prima gara del '23, in Portogallo. S'è rotto una scapola, la ripresa è stata lunga e dolorosa e, dopo avere saltato 10 gare, è tornato, con risultati piuttosto frustranti. Quindi in Catalogna è stato lui a tamponare altri piloti (Zarco, Alex Marquez, Di Giannantonio e Bezzecchi), finendo nuovamente ingessato e, quando è tornato la seconda volta, era comunque uno dei più lenti. Un anno fa, il predestinato al posto nel team ufficiale Ducati era Martin, ma il Bestia andò molto meglio e gli "soffiò" il posto: contratto biennale. Ma stiamo imparando che, in MotoGP, i contratti non hanno valore: è di pochi giorni fa la frase di Paolo Ciabatti, Direttore del Team Ducati Corse, "Stiamo considerando Martin per il team ufficiale". Subito dopo, Bagnaia la smette di lottare per la top 15 e vince per distacco, come non gli era riuscito mai. Coincidenza? Non lo so. "Dentro di me è esploso qualcosa", ha detto. Nel frattempo abbiamo due conferme: Bagnaia ha perso il tocco magico (non vince più, dice che non ha feeling, eppure è sempre contento) e la MotoGP sembra sempre di più la F1, in chiave negativa: ci mancava pure lo stress da punizione per gomma troppo sgonfia...