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Guai per Iannone. Confermata la presenza di sostanze dopanti

Confermata in seguito all’esame del campione B la presenza di sostanze dopanti nelle urine di Andrea Iannone, che ora rischia l'inasprimento della sanzione e di non tornare presto in sella all'Aprilia. La vicenda è nelle mani dei legali, ma il pilota può rischiare di stare a piedi fino a 4 anni

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MotoGP 2019, Iannone - Aprilia Racing Team Gresini

L’esame del campione B, svolto in Germania, ha confermato la presenza di Drostanolone nelle urine di Andrea Iannone. La presenza dello steroide androgeno esogeno anabolizzante complica notevolmente la vicenda e mette in serio dubbio la possibilità che il pilota di Vasto possa salire in sella durante i prossimi test di Sepang. Una brutta situazione, sia per Andrea che per Aprilia, costretta a ragionare sulla propria immagine e sul futuro, dato che non si conoscono ancora i possibili provvedimenti disciplinari (la commissione delegata dalla FIM per l’antidoping ha tempo 45 giorni per decidere, trascorsi i quali il pilota potrà fare ricorso al Tas di Losanna). La difesa di Iannone cercherà di dimostrare come la quantità esigua di sostanze presenti nelle urine, come riporta La Gazzetta dello Sport in base a quanto dichiarato dall’avvocato difensore, Antonio De Rensis e dal consulente di parte, il dott. Alberto Salomone:

“Le controanalisi dovrebbero attestare la presenza di metaboliti pari a 1,150 nanogrammi per millilitro, quantitativo esiguo, considerando anche che il pilota era da oltre un mese di in Asia e che il test, eseguito subito dopo il GP, era relativo a un campione di urina molto densa, pari a 1,024, per la forte disidratazione della corsa. È un dato che ci conforta verso la tesi della contaminazione alimentare, anche perché gli steroidi sono assunti con cicli lunghi, non occasionali. Alla prima comunicazione ufficiale avvieremo le nostre attività per mostrare l’estraneità di Iannone e riconsegnarlo all’Aprilia, di cui apprezzo l’atteggiamento garantista”.

Tra le poche cose certe c’è questa: Andrea non se la caverà troppo in fretta, almeno non come sperato dalla Casa di Noale, che voleva averlo in pista quanto prima per il lavoro di sviluppo sulla RS-GP 2020. Il nuovo e più realistico obiettivo potrebbe essere quello di provare a riportare Iannone nel box per la prima gara stagionale, quella prevista in Qatar l’8 marzo. E se dovesse andare peggio? La FIM potrebbe scegliere di prolungare l’assenza del pilota dalla pista, anche fino a 4 anni.

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