Un'altra cosa che non mi pare sia mai successa, o che per lo meno non ricordo, è vedere un pilota che un anno recupera una valanga di punti in poche gare, ribaltando un Campionato e l'anno dopo compie il percorso inverso, senza che intervengano incidenti con ricoveri ospedalieri. Un anno fa, a metà stagione, Pecco Bagnaia era staccato di 91 punti da Quartararo, ma gliene recuperò 114 in poche gare. Adesso è successo che, dopo il Mugello, il piemontese guidava la classifica con 62 punti su Jorge Martin. Quattro appuntamenti dopo, il vantaggio si è sciolto come la neve: adesso i punti sono soltanto tre. In otto gare, tra Sprint e Lunga, il nostro è riuscito comunque a salire cinque volte sul podio, quindi non è certo scoppiato, anche se non ha mai vinto. Però è caduto due volte, che si sommano alle tre precedenti, cosa inaccettabile se sei un Campione del Mondo. Nel frattempo, in quelle otto gare, Jorge Martin è salito sul podio sette volte, cinque delle quali da vincitore! Diciamo che adesso è il momento dello spagnolo, che è decisamente esploso e sembra essere imbattibile. Noi esseri umani tendiamo a proiettare nel futuro le situazioni del presente: dopo la doppietta del Mugello, quando cioè Pecco aveva 62 punti di vantaggio su Martin, eravamo convinti che stesse ammazzando il Campionato, che fosse irraggiungibile, che avrebbe vinto con un margine enorme. In quattro parole: che fosse il migliore. Da lì in poi è cambiata la nostra percezione. Adesso l'idea è che Martin sia maturato definitivamente e che sia il nuovo cannibale da qui all'infinito. Invece, queste due annate, con questi ribaltamenti, ci insegnano che non è possibile prevedere il futuro, neanche basandosi sulle statistiche. Chi vincerà il Mondiale 2023?