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Chiesti 4 anni di sospensione per Iannone

Mentre Andrea Iannone fa ricorso per cercare di annullare la sentenza della disciplinare della FIM che lo obbliga ad una sospensione di 18 mesi, la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, chiede un inasprimento della pena

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Dopo essere stato trovato positivo al drostanolone al controllo anti doping effettuato dopo il Gp di Malesia del 3 novembre 2019, lo scorso 1 aprile Andrea Iannone è stato condannato dalla disciplinare della FIM a 18 mesi di sospensione (rischiava fino a 4 anni). La pena inflitta al pilota di Vasto parte dal 17 dicembre 2019 (data del controllo) e terminerà il 16 giugno 2021. Ora però le cose potrebbero complicarsi per Andrea. Proprio mentre Iannone e il suo avvocato stanno ricorrendo in appello contro la sentenza della Corte Disciplinare della FIM che aveva comminato 18 mesi di sospensione, la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha difatti deciso anch’essa di fare appello, chiedendo però di inasprire la squalifica sino a 4 anni complessivi. La decisione finale dovrebbe arrivare entro l'estate.

Ecco quando comunicato in merito dal TAS, il Tribunale dello Sport, di Losanna: “La Court of Arbitration for Sport ha registrato i ricorsi presentati dal pilota motociclistico italiano motociclistico italiano Andrea Iannone e dalla World Anti-Doping Agency (Wada), in merito alla decisione presa dalla Federazione internazionale di motociclismo (Fim). Il 31 marzo 2020 Andrea Iannone è risultato positivo ad un test antidoping, con conseguente imposizione di un periodo di ineleggibilità di 18 mesi nei suoi confronti. Andrea Iannone ha cercato di annullare la suddetta decisione, mentre la Wada ha chiesto che la decisione possa essere inasprita, per una condanna di 4 anni. Le procedure sono state consolidate e saranno deferite allo stesso collegio arbitrale. È stato stabilito un calendario procedurale per la presentazione delle comunicazioni scritte. Nessuna data di audizione è stata ancora fissata”.

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