di Lorenzo Motta
Alcaniz (SPAGNA) 19 settembre 2010 – DUCATI DA RECORD Casey Stoner, sul circuito spagnolo, ha vinto il primo Gran premio di Aragona, in sella alla Ducati Demosedici GP10. L’australiano è tornato sul podio, dopo quasi un anno. La sua ultima vittoria risaliva al Gran Premio della Malesia del 2009. È lui a spiegare come sia riuscito a trionfare: “Abbiamo cambiato completamente il bilanciamento della moto e ora la sento molto meglio. Ho più fiducia”. Con la nuova messa a punto della rossa, l’australiano ha impresso un distacco di 5”148 a Dani Pedrosa, che ha concluso secondo sulla Honda HRC. La giornata è stata particolarmente positiva per la Casa di Borgo Panigale, perché Nicky Hayden è salito sul terzo gradino del podio, con 9”496 di ritardo. Hayden non aveva particolari modifiche alla moto, come il compagno di squadra. Il suo risultato è il frutto di una progressione continua, durata tutta la stagione. Lo statunitense si è limitato a dire di essere “molto contento per i tifosi della Ducati” e che continua “a lottare per il podio”. Pedrosa ha fatto segnare il record della pista in gara, con il tempo di 1’49”521, realizzato con la nona tornata, quella del suo giro veloce.
YAMAHA INSEGUE Per Jorge Lorenzo, sulla Yamaha M1 ufficiale, questo è un periodo nero: è la terza gara consecutiva in cui non ha brillato e, qui ad Alcaniz, per la prima volta nella stagione 2010, non è nemmeno salito sul podio. Si è dovuto accontentare della quarta piazza, arretrato di 9”580 da Stoner. Ha detto Lorenzo: “Sono in un momento difficile. È evidente. Ma quanto meno ho finito la gara e ho raccolto qualche punto prezioso per il campionato. Speriamo che in occasione del Gran Premio del Giappone avremo un motore migliore”. In effetti le Yamaha M1 sono apparse molto sottotono: non avevano tanta potenza quanta riuscivano a svilupparne i motori delle Ducati Desmosedici GP10 e Honda RC212V. La differenza è costata la sesta posizione ad un Valentino Rossi già in difficoltà per i dolori alla spalla destra, che dovrà operare a fine stagione. Il pesarese è finito alle spalle di Ben Spies, quinto con la Yamaha “clienti” del team satellite Tech3 di Herve Poncharal.
CHI TENTA E CHI NO Pedrosa voleva a tutti i costi vincere, ma non ha potuto farlo. Ha fallito la partenza brillante, tipica del suo stile, e ha rischiato molto imbarcandosi dopo lo spegnimento dei semafori. Poi, mentre Stoner guidava incontrastato la gara, Dani è riuscito a sorpassare Lorenzo e a tenerselo alle spalle, ma ha spiegato: “scivolavo tanto alla fine. Ho visto che non riuscivo a prendere Casey, perciò mi sono accontentato della seconda posizione, perché avevo paura di cadere, visto che non avevo aderenza. Faticavo soprattutto con la gomma davanti”. I problemi di grip hanno riguardato maggiormente Andrea Dovizioso, che, mentre si contendeva il quinto posto con Spies, durante l’ultimo giro, è caduto alla curva 12 per effetto di un highside causato da un ingresso troppo veloce. Ha spiegato Dovi: “Giravo forte, ma alla fine avevo le gomme distrutte”. Almeno Pedrosa e Dovizioso hanno avuto il merito di giocarsela fino in fondo. Invece Lorenzo si è mostrato più attento all’obiettivo titolo, piuttosto che a mettere la sua solita grinta nella gara. Non ha guidato con la cattiveria che lo distingue.
ROSSI NERVOSO Valentino ha commentato la sua gara con un tono polemico: “Oggi è andata peggio che nelle prove. Non avevo il passo degli altri ed ero molto lento. Ho fatto un errore in fase di partenza. Per avere una moto più facile da guidare, realizziamo un setting con cui mettiamo in difficoltà le gomme. Dopo i primi giri non ne avevo più, perché si erano già consumate. Da quando ho avuto il problema alla spalla, sono sempre stato in difficoltà nel trovare la messa a punto. Per me questo è un grosso limite, poiché sono sempre stato un pilota molto preciso nel fornire le indicazioni ai tecnici, circa la direzione in cui sviluppare la moto. In questo momento, sicuramente, non siamo competitivi. Essendo io ancora un pilota della Yamaha penso che in Giappone debbano darsi una mossa e rimboccarsi le maniche, perché la differenza con Honda e Ducati sta diventando troppo consistente”.
PASSO PER DUE Casey Stoner ha mantenuto dal terzo al 18esimo giro una media di 1’49” alto sul passo. Lo stesso ha fatto Dani Pedrosa, che però ha mollato tre giri prima: dalla 16esima tornata il suo crono era di 1’50 basso. Nicky Hayden, salvo quando ha realizzato al quarto giro un 1’49”935, non è mai sceso sotto l’50”, alternandolo fra alto e basso, sino alla fine della gara. Lorenzo era più veloce: anche lui non è mai andato più forte dell’1’50”, ma sempre basso. La media di Ben Spies salterellava fra l’1’50” alto e l’1’51” basso, mentre Valentino Rossi ha fatto solo pochi passaggi dal traguardo in 1’50” alto; poi, dal decimo giro è rimasto inchiodato sull’1’51 basso.