Elettronica: da utile a invadente
“Se togliessero l’elettronica alle MotoGP – mi ha detto una volta Marco Lucchinelli – dovrebbero rifare il motore all’ambulanza ogni domenica”. Aveva ragione, di piloti e campioni che saprebbero guidare forte, non dico vincere, senza elettronica, ce ne sono pochi e sono i “vecchi”, Valentino, Capirossi, Edwards e pochi altri. È vero che i tempi sul giro di oggi fanno impallidire quelli di qualche anno fa, ma siamo davvero sicuri che l’elettronica abbia reso migliori le moto? Prima di tutto voglio spiegare cosa intendo per migliori: se stessimo parlando di automobili per la famiglia o moto da turismo, migliori significherebbe in primis più sicure. Ben venga quindi l’ABS sulle Touring e sulle maxi enduro (meglio se escludibile in questo caso), così come il controllo di trazione, perché il piacere di guida in un lungo viaggio, magari in coppia, è direttamente proporzionale a quanto si può guidare sereni, senza patemi.
Il fuoristrada, però, è un’altra cosa, l’oasi felice della meccanica, dove le moto sono motociclette nude e crude, fatte da un motore, un telaio e due ruote. Tutto così semplice e per questo così bello. C’è chi ha storto il naso quando è arrivata l’iniezione nel nostro mondo, perché una volta con un cacciavite in mano facevi tutto, oggi un po’ meno. Eppure l’iniettore è un nostro amico, perché sta lì senza disturbare, regolando la miscela aria/benzina quando sali in quota: l’iniezione è cosa buona, arriverà a breve anche sui 2T e semplificherà la vita di tutti. La tecnologia e l’innovazione devono esserci e guai se così non fosse, ma dev’essere chiaro che non sarà l’elettronica la padrona della nostra moto. Su questo numero abbiamo provato il sistema di controllo della potenza motore della GET. Se si pensa che abbiamo messo in mano la moto a uno che non ha mai visto e provato la moto e il sistema e che, in 4 risalite estreme, ha sempre fatto miracoli con il sistema attivato, di sicuro funziona bene. Il nostro dovere, nell’articolo, è di provare questo sistema e dirvi se e come funziona. E basta, ognuno poi farà le sue considerazioni. E allora io mi prendo questo spazio per dire i miei, personalissimi, pensieri. Se fai le gare e hai bisogno di guadagnare i decimi in speciale, ben venga un sistema che ti aiuta. Ma io, da amatore, non lo vorrei mai. L’enduro (ma anche il cross), per come la vedo io, è l’essenza della guida di una moto, dove conta la sensibilità, percepire l’aderenza sotto le ruote, nei palmi delle mani. Sbagli? Cadi. Troppo gas? La ruota dietro scivola e tu non sali. Poco gas? Riprova con più grinta, se si intraversa impari a controllarla e se cadi ci riprovi. L’enduro lo fai per divertimento, non perché devi. E il divertimento è imparare, è provarci, sbagliare, cadere, rialzarsi. Poi ci sarà il tuo amico più bravo che ti aspetterà in cima, come sempre, e quello con l’ultima diavoleria elettronica che ti passerà a gas spalancato con la moto che non sgomma di una virgola... Ma il bello è che tu te ne freghi. E stai lì in mezzo alla mulattiera, a giocare con il gas: “Un po’ più aperto, no troppo, dai che così ce la fai, azz, dai che va!”. E ti diverti. Magari fatichi come una bestia ma, dentro di te, ridi un casino.